dichiarazioni dei Sen. Verdi Semenzato, Manconi, De Luca Athos
I senatori Verdi Semenzato, Manconi, e De Luca Athos hanno presentato oggi la proposta di una commissione parlamentare d'inchiesta sulle morti e malattie di militari italiani connesse agli effetti radioattivi e tossici dell'uranio impoverito.
I vari casi di morte per leucemia e l'insorgenza di malattie tumorali in militari italiani ? sostengono i parlamentari verdi - richiede risposte certe che soltanto il Parlamento è in grado di dare. Le reticenze e le mancate risposte da parte delle istituzioni militari su Ustica, sulle violenze in Somalia e da ultimo sulla morte di Emanuele Scieri nella caserma della Folgore di Pisa hanno reso poco credibili le inchieste interne dell'istituzione militare.
Scopo della Commissione dovrà essere:
1) quello di acquisire tutti dati sull'impiego di armamenti all'uranio impoverito nella zona dei Balcani e degli eventuali rilasci nel mare Adriatico;
2) poiché tutte le fonti tecniche e anche militari concordano nel riconoscere l'esistenza di forti rischi sanitari nei casi di contatto diretto e prolungato ed in particolare nei casi di ingestione, la commissione dovrà capire se l'impiego dei nostri militari abbia potuto dar luogo a queste condizioni. Ad esempio se nell'uso dei reparti di elicotteri le pale degli elicotteri abbiano potuto sollevare pulviscolo radioattivo e tossico che una volta inalato è rimasto in forma permanente nei polmoni oppure se particelle di materiale radioattivo possano essere state ingerite attraverso l'assunzione di carni di animali. Si tratta peraltro di verificare se rischi di questo tipo possano essere presenti anche in Adriatico data la probabile ingestione, da parte di pesci, di particelle radioattive rilasciate dalla corrosione di munizionamento all'uranio;
3) per ciò che riguarda l'esposizione prolungata è necessario conoscere quanto uranio impoverito sia presente nei corazzamenti di mezzi militari italiani e quali siano questi mezzi e se i militari interessati dai sintomi descritti siano stati esposti a queste condizioni per tempi prolungati. Tutto ciò per dare massime garanzie di sicurezza al personale italiano militare e civile presente nell'area dei Balcani, a mettere in condizione le popolazioni locali di affrontare eventuali emergenze di inquinamento radioattivo e di promuovere iniziative di carattere internazionale per la messa al bando di tali tipi di armamento.