ROMA - Non si attenuano le polemiche sorte attorno alla relazione preliminare della Commissione mandelli, nella quale l’uranio impoverito verrebbe «scagionato» da ogni responsabilità nell’insorgenza delle patologie tumorali che hanno colpito i nostri militari impegnati nelle missioni nei Balcani. Nota Massimo Paolicelli Massimo Paolicelli, presidente dell'Associazione Obiettori Nonviolenti, a proposito delle modalità di annuncio dei risultati della commissione insediata dal ministero della Difesa: «Una conferenza convocata "all'ultimo minuto" senza offrire risposte rilevanti, ma con un'unica risposta data per certa: "l'uranio non c'entra", lascia a dir poco perplessi. La situazione è pesantissima, se ne deve fare carico il capo dello Stato che è, in base all'art.87 della Costituzione, comandante delle Forze armate». «Se poi pensiamo - ha detto ancora Paolicelli - che pochi giorni fa sono stati diffusi i dati relativi all'arruolamento volontario nelle Forze armate calato di oltre il 50%, è facile comprendere che i vertici militari necessitavano come il pane di un messaggio assolutorio e rassicurante». «La tesi assolutoria dell'uranio - ha sottolineato - era già stata espressa da diversi componenti della Commissione Mandelli sin dal suo insediamento, quindi non c'era da aspettarsi niente di diverso. Ma se la causa del linfoma di Hodgkin è sconosciuta, come si può affermare con basi scientifiche che l'uranio non ne è una causa o una concausa? E la presenza del plutonio?». Per le associazioni che tutelano i soldati e i loro familiari l'indagine sull'uranio impoverito svolta dalla commissione Mandelli «non ha alcuna validità, deve essere ritirata e rifatta daccapo con nuovi criteri». A sostenerlo sono l'Anavafaf, associazione familiari vittime arruolate nelle forze armate, e il Tribunale Clark, che da anni si batte per il rispetto dei diritti civili.
«Il rapporto - ha detto il presidente dell'Anavafaf, Falco Accame, nel corso di una conferenza stampa - è basato su falsi dati di partenza. Per fare un esempio: sono stati presi in considerazione i militari che sono stati in Albania, dove l'uranio non è stato usato, e non quelli in Somalia, dove invece è stato usato. Bisognava fare l'esatto contrario».
Altre critiche da Giorgio Cortellessa, fisico che guida la contro commissione di esperti nominata dal Tribunale Clark. «Il confronto sull'incidenza dei tumori con la popolazione civile - ha spiegato - è stato fatto in maniera scorretta. Ci si è basati sui registri dei tumori del Nord, dove l'incidenza di queste malattie è molto più alta che nel resto del Paese. La maggior parte dei militari italiani impiegati nelle missioni, invece, proviene dal Sud. Insomma, i numeri contenuti nell'indagine non hanno diritto di cittadinanza nella comunità scientifica. Questo malessere, peraltro, serpeggia nelle pieghe del rapporto».
Alla conferenza stampa ha partecipato anche Giambattista Marica, reduce della Somalia che è riuscito a guarire da un linfoma di Hodgkin: «Il mio caso - ha detto - non è stato preso in considerazione dalla commissione perchè dicono che allora l'uranio non fu usato. Ma chi mi garantisce che sia andata davvero così?».