Praticarla in carcere (anche se in certi casi può essere sincera) fa pensare che sia solo un mezzo per ottenere favori o approfittare delle uscite dalla cella.
C'è stato anche qualcuno che all'ingresso del carcere, ha detto a Suor Teresa: ma chi ve lo fa fare di perdere il vostro tempo per certa, gente?
Forse Suor Teresa e Don Mario, qualche volta si saranno chiesti se mai sarebbero riusciti ad entrare nel cuore di almeno uno di noi con la chiave della parola.
Posso assicurare che sono entrati in più di un cuore e che molti altri li hanno almeno incuriositi.
Sono ormai due anni che guidano il gruppo del Vangelo ed è evidente dalle lunghe discussioni e riflessioni che sono riusciti a piantare molti semi; certi sono già germogliati, altri sono quasi maturi per germogliare, questi ultimi forse non sono ancora germogliati perché erano più scettici, o forse perché avevano de]le prevaricazioni più resistenti, ma certamente in molti di noi è scattato il magico meccanismo del guardarsi dentro. In ogni carcere esiste un cappellano.
La Domenica si celebra la S.Messa, ci sono cappellani che si distinguono e altri che si limitano a svolgere le mansioni di routine, per cui, anche se ho visto durante le mie carcera,zioni in vari istituti, affluenze più o meno numerose in chiesa, è diverso l'interesse di questo gruppo. Qui non ci si riunisce tanto per stare insieme, qui si cercano delle risposte concrete a delle domande di chi si è interrogato, da chi durante la settimana si è guardato dentro.
Forse l'articolo che scrissi a "Le voci di dentro", giornalino nato all'interno della Dozza, riuscirà a farvi capire meglio l'isolamento di queste sezioni che non sarà tanto meglio o peggio delle altre sezioni differenziate sparse in tutti il territorio nazionale, ma che può farvi capire quanto sia importante l'opera svolta da Suor Teresa e Don Mario.
Ciò può essere una prova concreta che nessuno di noi è veramente perso, va solo aiutato a ritrovarsi con il dialogo e l'amore che attraverso la parola del N.S. Gesù Cristo può risuscitare in noi; ma anche in Voi.
Non esistono regimi carcerari duri, sarebbero esclusivamente prove di forza che non porterebbero a nulla di buono. Credo che la forza crei resistenza e che dalla forza e dalla resistenza possa nascere solo lo scontro, ma questo a chi gioverebbe?
Forse è proprio da questa mia convinzione che nacque già molto tempo fa la mia determinazione per un impegno perpetuo affinchè nelle carceri si affermi il rispetto per l'essere umano.
Credo anche che sia ora di cancellare quell'antica immagine del carcere da settimo girone. Per arrivare a ciò, c'è bisogno che la società conosca finalmente il carcere per quel che è, e per come potrebbe e dovrebbe essere.
Finchè
il carcere è struttura chiusa e totalitaria, il problema carcere
si ripeterà nella storia.
tu che sai per certo
che non tutte le mie azioni
le ho commesse per mia espressa volontà;
sai pure che io stesso ora sono vittima
e quanto sia alto il prezzo che sto pagando
per le mie azioni e che con me
stanno pagando anche tutti i miei cari;
Fa che io possa tornare a loro
con un cuore nuovo e pensieri buoni;
rinato nella fede per noi
e nel rispetto per gli altri con Amore,
come Nostro Signore Gesù Cristo ci ha insegnato.
Antonio Santoiemma
C.C. "La DOZZA" 30/07/1994
Dissi basta al vivere nell'errore
ed in continua contraddizione.
Mi dissi meglio un lavoro onesto,
e mangiare il pane coi figli in festa.
Anche loro sospirarono,
e mi sorrisero con un gran fiato;
Sentivo un brivido forestiero,
ma il corpo invero era sano.
Anche l'animo mi sosteneva,
in quel che il cuore mio voleva,
Ma il maligno molto astuto,
ritenendosi battuto,
Ai miei occhi apparve bella,
Giovane e sofferente con un bimbo tra le braccia;
Fu una presa micidiale,
e fu una lotta da animale.
Ho vinto io con la fede e la preghiera.
A fra' Giulio dico grazie per avermi sostenuto...
... con la fede e la preghiera !
Antonio Santoiemma
C.C. BOLOGNA 21/06/1994