Adesso è ufficiale: anche la salute (e ciò che la danneggia) è un'opinione. Prendiamo un esempio a caso: mucca pazza. Per la Francia, la carne prodotta nell'"Esagono" è una squisitezza. Sì, ci sarà stata qualche decina di vittime, ma è roba minore, già isolata: tutto risolto, la mucca è al massimo esaurita, ma pazza no di sicuro.
Per l'Unione Europea, le cose non sono così idilliache, ma insomma, con qualche bel controllo, e soprattutto senza fretta, non esistono rischi. Mucca pazza? No, è solo in osservazione. Anche l'Italia, ovviamente, ha una sua idea in materia. E siccome siamo un Paese pluralista, di idee ne abbiamo addirittura un centinaio. Il ministro dell'Agricoltura Pecoraro Scanio, ad esempio, è per il blocco totale delle importazioni. Il ministro della Sanità Veronesi preferirebbe un blocco parziale [NDR: l'Osservatorio è d'accordo, cominciamo da lui], ma oggi finirà forse per avallare la soluzione più drastica. Nel frattempo, però, è stata vietata la carne nelle mense in alcune città, ma in altre no; qualche ospedale ha adottato diete più vegetariane, ma altri no; numerose Asl dispongono incursioni in macelli e depositi, ma altre no. Considerato il nostro vizio di buttarla in politica e la strenua e stimolante battaglia in atto sul federalismo, può anche succedere che le Regioni bianche finiscano per vietare la carne rossa, e quelle rosse per proibire la carne bianca. Mucca pazza? Chissà? Pecoraro è per il Prozac, Veronesi lo prescriverebbe a Pecoraro, gli altri ondeggiano tra la camomilla e la camicia di forza.
Dire
quindi che la tutela della salute è un'opinione, è purtroppo
una triste realtà così riassumibile: dilettantismo a parte,
quando c'è di mezzo la ricchissima industria agroalimentare, la
logica degli affari rischia di prevalere sulla difesa della vita umana.
Così accade che la Francia degli onnipotenti paysans si ritrovi
sul banco degli imputati, ma minimizzi i rischi per non dover minimizzare
gli utili; così accade che l'Europa non voglia spezzare le ginocchia
dei vitelli grassi francesi per non penalizzare uno dei soci più
potenti dell'Unione; così accade che nella Babilonia Italia il ventaglio
dei provvedimenti rischi di essere il più ampio e disordinato possibile.
Con una segnalazione comunque doverosa a favore del nostro Paese, nel quale,
almeno fino ad ora, non si sono registrati i drammi vissuti (ed esportati)
da Londra e da Parigi. Mucca pazza, in conclusione, non abita qui. Tanto
che, tra le direttive Ue e i diktat del governo, non abbiamo dubbi: il
consiglio più sicuro resta quello del nostro macellaio.
Soluzione: se esistono in Europa zone meno contaminate, sarebbe opportuno utilizzare quelle per la produzione di alimentari e per gli allevamenti, al di là di qualsiasi logica di natura politica.