Non
c'è relazione fra l'uranio impoverito usato dalla Nato in Jugoslavia
e i casi di leucemia registrati fra i soldati della forza di pace. Lo ha
dichiarato ieri a un giornale di Sarajevo il generale italiano Carlo Jean,
rappresentante militare dell'Osce in Bosnia. "Tutte le ricerche scientifiche
hanno dimostrato che l'uranio impoverito non provoca la leucemia", ha detto
Jean. Secondo il generale, i casi finora riscontrati potrebbero dipendere
da sostanze contenute del rancio dei soldati o in qualche additivo della
benzina. Quello che non spiega, il generale, è l'aumento dei tumori
anche tra la popolazione civile - soprattutto tra i profughi di Bratunac
- anche in zone che le mappe consegnate dalla Nato non indicano come colpite
da proiettili all'uranio impoverito. Chissà cosa avevano mangiato.