Rifondazione
comunista e associazioni contestano le conclusioni della commissione Mandelli
nominata dal
ministro
della Difesa Mattarella. «Il governo italiano - replica il capogruppo
dei senatori del Prc Giovanni
Russo
Spena - archivia la tragedia dell’uranio impoverito con lo stile di un
regime. Intanto questa è la
verità
scientifica, raddoppia il numero dei tumori nei contingenti miltari interessati
e le cause non vengono
individuate».
Polemica anche l’Angesol: «La commissione ha espresso pareri precostituiti,
essendo l’ente
che
la nominata uno dei responsabili di quanto accaduto». Stesse convinzioni
l’Assodipro: «Basterebbe
ricordare
che le norme di prevenzione dello Stato Maggiore, emanate nel novembre
del ’99, affermavano
esplicitamente
senza ombra di dubbio che le cause dell’insorgenza di patologie erano riconducibili
all’uso
di
armamenti all’uranio impoverito». Insoddisfatti anche i volontari
civili dell’Ics, che giudicano
«incomplete
e insoddisfacenti le risposte della commissione Mandelli: il governo ha
sempre rifiutato la
partecipazione
di scienziati indipendenti indicati dalle associazioni dei familiari delle
vittime e dalle Ong ai
lavori
della commissione che, come si sa, ha lavorato su mandato e in collegamento
con il ministero della
Difesa,
che aveva tutto l’interesse a dimostrare l’innocenza dell’uranio impoverito
e ad escludere ogni
legame
diretto». A chiedere maggiori accertamenti sulle cause della morte
dei soldati il Codacons: «E’
inaccettabile
che la commissione attribuisca la morte dei militari alla pura fatalità».
Russo Spena ricorda
infine
la condizione delle popolazioni balcaniche: «Sono state colpite certamente,
come afferma lo stesso
mandelli,
per inalazione e subiscono le conseguenze di una guerra che, sempre più,
ogni giorno appare
essere
stata senza ragione e, contemporaneamente, senza fine, come dimostra l’attacco
in corso in
Macedonia,
da parte dei miliziani albanesi finanziati e armati dal governo statunitense».
Oggi alle ore 12 si
terrà
a Roma, presso la sede Lidu (piazza Ss Apostoli 49 scala c, int. 5), la
conferenza stampa della
commissione
di scienziati italiani che ha lavorato nei mesi scorsi sugli effetti delle
armi all’uranio impiegate
dalla
Nato non solo in Yugoslavia, ma anche in Somalia e in Iraq.