Il Caballero atlantico
Ci
sarà un giudice, a Berlino o ad Avellino, che iscriverà a
registro, tra gli indagati eccellenti di crimini contro l’umanità,
il tosto e sinistro e filosofale e balistico Javier Solana? L’ispanico
semidio dell’atlantismo a mano armata, il gioviale segretario generale
della Nato, l’ex sessantottino in carriera, il socialista che ebbe la somma
responsabilità del cospargimento di morte radioattiva nei Balcani,
l’uomo-simbolo di tutte le sinistre pentite e convertite, questo qui insomma:
portatelo in tribunale, mettetegli i ceppi
come se fosse un clandestino, dategli due cazzotti come se fosse un tossico,
poi trascinatelo brutalmente a giudizio e applicate al suo caso quella
“tolleranza zero” che invocate da mane a sera. Il “caballero” atlantico
ha guidato due guerre: una dall’alto, informatica ed esplosiva; l’altra
in differita, disinformatica e implosiva. La prima guerra l’ha vinta lui,
la sua Nato, e i loro indotti commerciali e mafiosi. La seconda guerra,
quella di ritorno, uccide a casa, come una protesi che nel buio riapre
le danze di morte. Le tempeste nel deserto, sulla costa, tra i monti, lambiscono
lentamente anche le città di pace in tempo di pace: portano
atomi di veleno, mulinelli di cancro e di leucemia, virus di un’industria
bellica che conta i soldi quando tutti gli altri contano i cadaveri.
Arrestate Solana, come se fosse uno zingaro o un ragazzo del Leoncavallo.
Non siate troppo garantisti, questo signore non ha attenuanti. Se
non potete arrestarlo, per ragioni chiare allo scrittore Massimo D’Alema
ma oscure a me, almeno dimissionatelo dall’incarico che occupa oggi: responsabile
degli esteri e della difesa dell’Unione Europea.
Lui sapeva: potrebbe andare a “Porta a porta” e guardare negli occhi la
madre di un ragazzo assassinato dall’uranio impoverito. Se Bruno Vespa
fosse un giornalista potrebbe fare questo scoop. Se
Bruno Vespa fosse un giornalista, potrebbe intervistare il Presidente della
Repubblica e chiedergli come mai, vivaddio, con tutto il rispetto, come
mai Signor Presidente ha aspettato lo scandalo internazionale per chiedere
quelle spiegazioni che Ella, in verità, non dovrebbe chiedere ma
dovrebbe dare. Con tutto il rispetto,
qui non siamo a “Striscia la notizia”... Ora sarà divertente osservare
la finta baruffa politica sotto le cui faville centro-destra e centro-sinistra
si proteggeranno reciprocamente: perché la Nato e la guerra sono
vizi comuni, perché il patriottismo
all’uranio ha cementato l’unità nazionale dai fuochi di Bagdad alle
ceneri di Belgrado, perché loro sono tutti colpevoli e noi siamo
tutti contaminati. Che dio li fulmini.