ROMA - Sarebbero una decina i carabinieri sotto osservazione dopo essere tornati da missioni all'estero. Anzi, secondo Unarma, l'associazione che ha denunciato il caso di Rinaldo Colombo, il carabiniere di 31 anni deceduto meno di due mesi fa per un melanoma dopo essere tornato da una missione in Albania, quattro militari dell'Arma, fra cui un ufficiale, tornati di recente dai Balcani, potrebbero essere stati contaminati dall'uranio impoverito contenuto nei proiettili della Nato.
Secondo indiscrezioni, poi, sarebbero almeno venti i militari dell'Arma sottoposti a controlli: tra questi, però, ve ne sarebbero alcuni che, a mero scopo precauzionale, avrebbero deciso di approfondire volontariamente gli accertamenti che vengono compiuti di routine prima e dopo ogni missione.
L'attenzione dei medici, dunque, sarebbe allo stato concentrata su circa dieci casi. Ma sono molti di più, se il dato viene esteso agli appartenenti di tutte le forze armate e di polizia che sono stati impiegati all'estero.
Sui "numeri", però, non c'è alcun dato ufficiale: non si conosce nemmeno quanti siano i casi su cui indaga il procuratore militare di Roma, Antonino Intelisano, che all'inizio dell'anno - dopo la morte di Salvatore Vacca, il militare della brigata Sassari stroncato dalla leucemia al ritorno dalla missione in Bosnia - ha aperto un'inchiesta su tutti i militari deceduti o affetti da patologie tumorali dopo aver prestato servizio in Bosnia e in Albania. Quello di Colombo, secondo i dati finora noti, sarebbe il quinto decesso, anch'esso entrato ora nel corposo fascicolo della procura militare di Roma.
Rinaldo Colombo era stato in missione in Bosnia Erzegovina dal 9 dicembre 1996 al 27 marzo 1997 e subito dopo in Albania, durante l'operazione Alba. Il 20 maggio del 1998 aveva scoperto la malattia, un melanoma cutaneo.
In
nessun caso, però, è stato finora dimostrato con certezza
scientifica il nesso tra la patologia e la presenza dell'uranio impoverito
nelle zone di operazioni: è quanto viene sottolineato sia dal comando
dei carabinieri, sia dal Cocer dell'Arma (che dedica alla vicenda "massima
attenzione", ma invita a non creare allarmismi), sia dallo stesso Intelisano,
che attende i risultati della Commissione di esperti insediata dal minsitro
della Difesa, Sergio Mattarella.
Vedi: "Medical Effects of Internal Contamination with Uranium," Asaf Durakoviæ CMJ 1999; 40: 49-66