Unione Sarda
24 febbraio 2001
L’Onu blocca gli aiuti all’Iraq
Fermato a Ciampino un aereo carico di medicine
http://www.unionesarda.it/unione/2001/24-02-01/ESTERI/EST01/A00.html

ROMA Un volo umanitario diretto a Baghdad è stato bloccato ieri all’aeroporto di Roma-Ciampino poco prima del decollo dalla Farnesina a causa della mancanta concessione del relativo via libera da parte del Comitato per le sanzioni all’Iraq dell’Onu. L’imprevisto stop al volo umanitario ha scatenato le proteste dei volontari e dei politici - tra i quali padre Jean Marie Benjamin della Fondazione Beato Angelico di Assisi e il capogruppo di Rifondazione al Senato Giovanni Russo Spena - che si dovevano recare nella capitale irachena e che erano già pronti ad imbarcarsi sull’aeromobile noleggiato per l’occasione dalla Mold Transavia, una compagnia privata moldava.

La decisione di non concedere il nulla osta al volo umanitario - ha spiegato il portavoce Onu Stephan Dujarric - è stata presa nel quadro della procedura prevista in questi casi e in seguito all’obiezione degli Stati Uniti non sulle finalità della missione, ma sul vettore che l’avrebbe dovuta portare in Iraq. In particolare, a quanto si è appreso, da parte americana sarebbe stata segnalata la non idoneità della compagnia moldava, sospettata di essere implicata in traffici illeciti. La decisione del Comitato Onu per le sanzioni all’Iraq è stata comunicata al ministero degli esteri e alle 10, due ore prima del previsto decollo, la Farnesina ha inviato a Ciampino un fax con il quale ha sospeso il volo.

«Sono sconcertato», ha dichiarato padre Benjamin. «Il ministero degli esteri deve aver ricevuto pressioni dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna perché questo volo umanitario non si faccia per non far sapere al mondo gli effetti dell’embargo e dei bombardamenti in Iraq». «È inaudito che un volo umanitario con tre tonnellate di medicinali sia stato bloccato da un veto della Farnesina», ha detto Russo Spena. «Forse Colin Powell ha ordinato a Dini di bloccare i voli che rompono l’embargo». «L’organizzazione del volo è costata 140 mila dollari», ha sottolineato Giorgio Gili, amministratore della Ifc, la società che ha organizzato la missione e che sta valutando la possibilità di intraprendere azioni legali contro il ministero degli esteri. La partenza del volo umanitario per Bagdad era già stata rinviata una volta, martedì scorso, per motivi di sicurezza legati al sorvolo degli spazi aerei e ai bombardamenti anglo-americani sull’Iraq. Le Nazioni Unite hanno precisato che la richiesta per la partenza del volo era arrivata al Palazzo di Vetro il 16 febbraio scorso e, come di consueto, è stata sottoposta alla procedura di silenzio-assenso: i membri del Comitato per le sanzioni avevano tempo fino al 19 febbraio per sollevare obiezioni ed proprio questo che ha fatto la delegazione Usa. Negli ultimi mesi il Comitato Onu ha autorizzato tre voli umanitarie italiane in Iraq.