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5 gennaio
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"L'uranio impoverito è ovunque"
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La denuncia dell'Osservatorio Etico Ambientale: questa sostanza tossica si trova anche negli ospedali e negli aerei. Sempre con il rischio che si diffonda con un incendio. E forse viene usato pure nei poligoni Nato.

di Sofia Basso

MILANO - L'uranio impoverito? In Italia è dappertutto. A lanciare l'allarme è l'Osservatorio Etico Ambientale che già un anno e mezzo fa ha presentato un esposto contro l'uso civile di questa sostanza altamente tossica. "Nel nostro Paese - denuncia Paola Gandin, presidente dell'Osservatorio - abbiamo enormi quantità di scorie di uranio impoverito che vengono legalmente riciclate e messe dappertutto: negli aerei, negli ospedali, nelle protesi dentarie...".

Secondo l'Osservatorio, tutti gli ospedali nuovi del nostro Paese usano uranio impoverito invece del piombo per schermare le sale a raggi X: "Basta un piromane come quello di Ancona che tutta l'area si contamina velocemente". L'Osservatorio punta il dito anche contro l'uso della sostanza sotto accusa per bilanciare aerei passeggeri, quelli dell'Alitalia compresi: "Se uno di questi velivoli si schiantasse o prendesse fuoco, la sostanza tossica si diffonderebbe velocemente nell'aria. Qualcosa di simile è già accaduto all'inizio degli anni Novanta ad Amsterdam: nell'area dell'impatto sono state rilevate sindromi simili a quelle dei reduci del Golfo. Solo Giappone e Gran Bretagna vietano a questi aerei di atterrare. Il decreto che legalizza l'uso civile dell'uranio impoverito nel nostro Paese è anticostituzionale perché in contraddizione con l'art. 32 che tutela la salute".

Un'altra minaccia, secondo l'Osservatorio, arriva dai poligoni di tiro delle basi Nato in Italia: "Già in Sardegna abbiamo avuto una denuncia di uso di proiettili all'uranio impoverito nel poligono Nato. Temiamo che questi proiettili stiano venendo usati anche nel poligono di Aviano". Gli esperti avvertono che quando il proiettile raggiunge il bersaglio si incendia diffondendo nell'aria particelle tossiche. "Ci si ammala per accumulo, non subito", spiega la Gandin, che precisa che nell'area di Pordenone è già stato rilevato un aumento di radon, un gas radioattivo naturale prodotto dall'ossidazione dell'uranio impoverito.

A tutto ciò si aggiunge il problema delle vecchie centrali nucleari e di molti impianti Enea, veri e propri depositi di scorie a cielo aperto: secondo un censimento governativo del dicembre 1997, i rifiuti radioattivi in Italia ammontano a più di 23 mila metri quadrati. "La legge internazionale imporrebbe che quando una centrale nucleare viene chiusa, il nocciolo radioattivo sia restituito al mittente - dice la Gandin - ma l'Italia non lo sta facendo e così gli italiani si tengono i costi dello smantellamento e i suoi rischi".

Se l'uso civile dell'uranio impoverito da noi è legale, ufficialmente l'arsenale italiano è privo di questo tipo di armi. Secondo la rivista "Umanità Nova", però, "la Marina militare possiede l'aereo Av-8A, con a bordo la mitragliatrice Gau-12u per la quale la Aircraft Ordinance Company ha prodotto proiettili all'uranio". In quanto Paese membro della Nato, comunque, l'Italia sarebbe autorizzata a comprare questo tipo di armi.

(5 GENNAIO 2001, ORE 19,30)