Invio copia dell'articolo pubblicato da "IL CENTRO" di Pescara in cronaca, dove il direttore nazionale dell'ANPA sig. Giovanni Damiani, in qualità di responsabile della commissione Ministeriale per la ricerca scientifica sugli effetti dell'Uranio Impoverito, si lascia andare in una serie di dichiarazioni a dir poco avventate, a mio parere fuori luogo e scorrette sotto il piano formale, sostanziale, di metoto e di merito.
Le stesse affermazioni, confuse e incerte sono di controcampo ad affermazioni raggelanti, perchè molto simili a quelle dell'apparato del Pentagono, non considerando minimamente le dichiarazioni di esperti, scienziati e di quanti in posti di prestigio, nel campo della ricerca e soprattutto "americani" hanno dichiarato in varie occasioni.
Pongo all'attenzione delle Associazioni raccolte nel "Comitato nazionale per la dissociazione unilaterale dalle sanzioni all'Iraq" e a tutte quelle associazioni impegnate nel riaffermare che comunque "la guerra è un metodo di sopraffazione che uccide le speranze dell'uomo e alimenta morte e odio", oltre a quelle impegnate direttamente a far luce sull'uso delle bombe all'uranio impoverito in Iraq e Kosovo, a valutare le dichiarazione del Direttore dell'ANPA per investire il Ministero della Sanità, dell'Ambiente il nostro Parlamento.
Tusio
de Iuliis
Presidente
Associazione "Aiutiamoli a Vivere"
PESCARA. L'uranio impoverito? "Non è stata quella la causa che ha fatto ammalare di leucemia i soldati delle forze di pace". Ne è convinto il direttore dell'Anpa, Giovanni Damiani. E' lui, un pescarese, che ha curato le indagini effettuate di recente in Kosovo, perché il ministero dell'Ambiente e l'Onu gli hanno dato l'incarico di far fare dei controlli per poter verificare se siano state effettivamente le radiazioni delle armi all'uranio impoverito a provocare il cancro e a far morire decine di militari.
E la squadra inviata da Damiani ha già prodotto i primi risultati che sono ora all'attenzione delle Nazioni unite. "Quasi certamente i casi di leucemia non sono dovuti all'uso dell'uranio impoverito, la causa è da ricercarsi altrove", avverte il dirigente dell'Agenzia "ad esempio nei vaccini iniettati ai militari, o alle sostanze chimiche utilizzate per pulire le armi". Ecco come sono andate le cose.
Tutto parte dal novembre scorso, cioè un mese prima che gli organi di informazione iniziassero ad interessarsi dell'uranio impoverito e dei suoi effetti. L'Onu decide di fare delle verifiche in Kosovo nelle zone colpite dai proiettili speciali e per questo viene richiesta la partecipazione del ministero dell'Ambiente italiano. Quest'ultimo gira l'incarico all'Anpa, che è l'unica autorità nazionale in grado di verificare la sicurezza dai rischi nucleari. Se ne occupa Giovanni Damiani che decide di inviare sul posto una squadra di tecnici.
La
verifica viene fatta direttamente in alcuni dei siti bombardati con bombe
e proiettili all'uranio impoverito. Vengono prelevati ben 90 campioni di
suolo, acqua e latte per verificare il livello delle radiazioni. Il lavoro
va avanti persino a Natale e Capodanno e nei giorni scorsi i tecnici arrivano
alla conclusione che nei punti analizzati c'è un livello di radiazioni
superiore al normale, ma che comunque non è tale da giustificare
quelle malattie riscontrate nei militari. "L'uranio impoverito di per sé
non è pericoloso" dice Damiani "ma lo diventa nel caso venga inalato
o ingerito e non credo che questo possa essere accaduto ai militari". Nel
rapporto del direttore Anpa viene quindi suggerito di estendere le ricerche
in altri campi.