Nella
questura di Roma, ci sarebbero elenchi e schede riferite a poliziotti di
sinistra, attivisti sindacali e, comunque “scomodi” per la tranquillità
dell’ufficio. La denuncia viene dal Siulp, il sindacato unitario dei lavoratori
di polizia, che già a settembre ha scritto al capo della polizia,
al questore e al ministro degli Interni per avere chiarimenti su una lista
di lavoratori di ps in servizio nella Capitale con le annotazioni dei periodi
di assenza dal lavoro. La questione è stata ripresa in un’interrogazione
al Viminale firmata dai parlamentari di Rifondazione comunista. Secondo
ricostruzioni ufficiose, l’elenco sarebbe stato consegnato al personale
medico della polizia di stato dai vertici stessi di via Genova, sede centrale
della questura capitolina. Un caso di pressioni indebite sui sanitari interni
al corpo per indurre questi ultimi a riservare “trattamenti particolari”
nei rapporti con gli agenti segnalati. Tutto tace, per ora, al dipartimento
di pubblica sicurezza mentre dalla questura, stando ai contenuti dell’interrogazione,
sarebbero giunte risposte vaghe e contraddittorie. Anche l’esito nullo
di un incontro tra il Siulp e i dirigenti di via Genova confermerebbe l’attiva
partecipazione dell’amministrazione alla discutibile azione. Che già
sia il nuovo corso indotto dalla riforma?