ROMA - È ormai guerra aperta tra il comando generale dell'Arma dei Carabinieri e il capitano Ultimo. A colpi di esposti alla magistratura. Contro le rivelazioni dell'ufficiale, che ha denunciato alla Procura di Caltanissetta «condotte omissive e arbitrarie di uno o più appartenenti all'Arma» sul caso della cattura del boss latitante Bernardo Provenzano. L'accusa nei confronti di alcuni colleghi, in particolare di un colonnello, Marcello Mazzuca, capo dell'ufficio operazioni del Comando Generale, sarebbe quella di aver in qualche modo agito, «direttamente o indirettamente», nell'interesse dell'area riconducibile al pericoloso latitante. Immediata la reazione degli alti vertici della quarta forza armata che in una nota affermano di aver appreso «con vivo rammarico» dell'esposto presentato dal capitano, ora in forze al nucleo Ecologico dopo le polemiche di qualche mese fa seguite al suo trasferimento dal Ros.
Il
Comando generale parla di «gravi asseriti addebiti, pur destituiti
di ogni pur minimo fondamento, a carico di altri ufficiali dell'Arma»,
e si riserva di interessare la competente autorità giudiziaria,
«al fine di tutelare il personale immotivatamente colpito e per ripristinare
con immediatezza la verità». Infine, i vertici dell'Arma sottolineano
che «la cattura dei latitanti e la lotta alla criminalità
organizzata continua a essere l'obiettivo prioritario dell'istituzione».