ROMA - Rivolta dei consumatori contro il «decreto salvabanche» sui mutui a tasso fisso considerati usurari approvato giovedì sera dal Consiglio dei ministri.
«DECRETO INACCETTABILE» - Le associazioni per la difesa degli utenti Adiconsum, Federconsumatori, Unione Consumatori, Adoc, Movimento federativo democratico, Lega consumatori Acli e Acu, in un documento congiunto chiedono all’esecutivo il ritiro del decreto giudicandolo «del tutto inaccettabile». Lo ha reso noto il segretario generale dell'Adiconsum, Paolo Landi.
Il provvedimento viene reputato inaccettabile soprattutto per il tasso di interesse al 12% sui mutui ancora attivi. I consumatori indicano che questa soglia è superiore di due punti rispetto al tasso usurario attualmente in vigore e di circa quattro punti più alta rispetto ai mutui finora rinegoziati con le principali banche a seguito dell'accordo intervenuto due anni fa tra 23 banche e le principali associazioni dei consumatori.
CODACONS: «E’ INCOSTITUZIONALE» - «Stupisce quindi - afferma Landi - la decisione del governo che non ha tenuto in alcuna considerazione le richieste dei consumatori accogliendo in pieno invece le richieste delle banche».
Il Codacons giudica addirittura «incostituzionale» il decreto governativo e annuncia «decine di migliaia di cause davanti ai giudici di pace» per rimettere il provvedimento «al giudizio della Corte Costituzionale».
I DS: «CONDIVISIBILE, MA SI PUO’ MODIFICARE» - Secondo Enrico Morando, responsabile economico dei Democratici di sinistra, il decreto sui mutui è «condivisibile», ma sono possibili modifiche a favore delle famiglie «senza danneggiare i milioni di azionisti delle banche e senza mettere a rischio la credibilità, anche internazionale, del sistema creditizio e finanziario italiano».
Il
ministro delle Politiche agricole, Alfonso Pecoraro Scanio (Verdi), ha
annunciato che il suo partito presenterà in Parlamento una serie
di modifiche al decreto. «Il nuovo tasso di interesse sui mutui non
dovrà comunque superare il 10,5%, cioè il tasso soglia di
usura valido da gennaio 2001», ha spiegato il ministro.