Roma, 9 feb. - (Adnkronos) - «Il Pentagono dovrebbe consegnare le cartelle cliniche e le informazioni mediche sui soldati americani colpiti da proiettili all'uranio impoverito» e le aziende di munizioni statunitensi «dovrebbero render noto che tipo di scorie hanno utilizzato». Lo sostiene Stefano Silvestri, direttore dell'Istituto Affari Internazionali, fra i più autorevoli esperti di studi strategici. «La mancanza di trasparenza ha trasformato l'utilizzo di armi comunemente usate in qualcosa di grave: Washington sapeva che questi armamenti in determinate condizioni potevano essere pericolosi tanto che ha avvertito le truppe della pericolosità» spiega un'intervista all'Adnkronos.
Non solo. Il dubbio (?) è che le aziende di munizioni abbiano utilizzato anche uranio che ha subito il riprocessamento. In altre parole, all'uranio impoverito derivante dagli impianti di arricchimento potrebbe essere stato aggiunto combustibile esausto di centrale, molto più radioattivo e tossico. Bisogna «indagare sulle aziende di munizioni americane perchè se c'è combustibile delle centrali, nei proiettili potrebbero esserci isotopi più radioattivi che provocano altri rischi», dice Silvestri.
(segue)
(Ccr/Rs/Adnkronos) 09-FEB-01 18:22 NNN