Unione Sarda, 31 dicembre
Il Cocer frena: niente allarmismi Assodipro: i colpevoli paghino, non creiamo un altro caso Ustica
http://www.unionesarda.it/unione/2000/31-12-00/CRONACA%20ITALIANA/ITA02/A03.html

ROMA L’uranio impoverito non è riconducibile a causa primaria di leucemia. È la convinzione degli esperti dell’Anpa (Agenzia nazionale per l’ambiente) che hanno studiato, per il ministero dell’Ambiente, gli effetti sulla salute dei residenti e soldati che vivono nelle zone in cui sono stati abbandonati proiettili ad uranio impoverito. Le notizie degli italiani vittime della contaminazione da uranio impoverito, usato dagli americani per aumentare l’efficienza delle bombe, non trova ragioni nei dati fino ad ora disponibili dagli organismi scientifici. Secondo gli esperti non c’è, infatti, relazione tra contaminazione di uranio e le eventuali leucemie. Le radiazioni dell’uranio impoverito sono del 40% inferiori a quelle dell’uranio naturale e l’esposizione produce effetti chimici più rilevanti rispetto a quelli radiologici. L’effetto secondo gli stessi esperti sarebbe in questo caso di un blocco renale. È invece accertato che l’inalazione di polveri di uranio produce una dose di radiazioni ai polmoni che si traduce in un aumento di rischi di contrarre un tumore.

Intanto da parte del Cocer dell’Arma c’è «massima attenzione» al fenomeno della possibile contaminazione di militari italiani nei Balcani: «la situazione non può e non deve essere sottovalutata, ma non dobbiamo creare allarmismi», ha detto il colonnello Maurizio Scoppa, presidente del Cocer. Richieste di dimissioni dei vertici militari e appelli al capo dello Stato uniti a inviti a misure immediate a tutela dei militari italiani nei Balcani giungono dall’Assodipro, un’associazione che si occupa della tutela del personale militare. «Continua, come per Ustica o per il Cermis, l’assordante silenzio dei vertici politico-militari del nostro Paese che invece dovrebbero assumersi tutte le responsabilità e correre velocemente a riparare i danni».