Unione Sarda, 31 dicembre
Si allunga la lista delle morti sospette.
Appello dell’Osservatorio militare: fermate la proroga delle missioni nei Balcani
Uranio, la quinta vittima è un carabiniere
Inviato in Bosnia nel ’95 è morto a settembre per un melanoma
http://www.unionesarda.it/unione/2000/31-12-00/CRONACA%20ITALIANA/ITA02/A02.html

Roma Sale a cinque la lista ufficiale delle morti sospette per tumore provocato dall’uranio impoverito. L’ultima vittima è Rinaldo Colombo, 31 anni di Varese, inviato in Bosnia nel ’95 e deceduto per un melanoma il 29 settembre a Busto Arsizio. Sotto accusa, ancora una volta, l’esposizione all’uranio impoverito usato come materiale bellico dalla Nato. Il caso è già sul tavolo del Parlamento. La commissione Difesa della Camera ha già messo la questione all’ordine del giorno del 9 gennaio, la prima dopo le vacanze natalizie. Il presidente della commissione, il diessino Valdo Spini, è deciso a presentare una proposta per un’indagine conoscitiva che sarà articolata in tre punti. Innanzitutto, si dovrà indagare sui precedenti, su quello che accadde quando questi proiettili micidiali vennero utilizzati per la prima volta durante la guerra del Golfo nel ’91. Poi, la commissione dovrà stabilire se i responsabili italiani erano a conoscenza della presenza di proiettili all’uranio nell’area balcanica e quali precauzioni furono adottate dal ’95 in poi. Infine, quali contromisure furono prese quando venne dispiegata la Kfor nel ’99 suddivisa in quattro zone operative. Inoltre, un quarto punto dovrebbe riguardare il lavoro della commissione medico scientifica istituita dal ministro Sergio Mattarella. Colombo è il quinto militare ad essere stato colpito da tumore dopo aver prestato servizio in Bosnia. Rientrato in Italia, venne assegnato al servizio di sorveglianza presso l’aeroporto milanese di Malpensa. Ma la sua salute peggiorò rapidamente. Colombo iniziò ad avere febbri altissime, nausee e violente emicranie. Gli fu diagnosticato un melanoma, un tumore alla pelle. Sulla sua morte sta indagando il procuratore militare di Roma Antonino Intelisano.Il maresciallo Domenico Leggiero, portavoce dell’Osservatorio per la tutela del personale militare e civile, denuncia: «Le morti continuano e nell’indifferenza di tutto l’arco parlamentare viene approvato il decreto che proroga le missioni nei Balcani per altri sei mesi senza prevedere misure precauzionali per salvaguardare i militari alla luce degli ultimi eventi».