Secondo Accame, «per penetrare nelle fortificazioni di cemento armato occorre sviluppare un altissimo calore, all'incirca di 3.000 gradi per fondere le strutture, e l'uranio impoverito è un agente piroforo che produce tra i 5.000 e i 3.000 gradi. Quando si parla di penetrare in profondità nel terreno, dunque, sono queste le armi che devono essere usate».
«Tali armi - conclude Accame - non presenteranno pericoli per le
forze di intrusione Usa, che saranno certamente dotate di equipaggiamenti
protettivi, ma potranno costituire pericoli per i civili così come
è stato in Iraq. Se dovessero essere impiegate truppe italiane è
auspicabile che vengano dotate delle misure di protezione adeguate, altrimenti
si rischia anche in questo caso un alto tasso di ammalati di linfomi di
Hodgkin, come successo per i soldati in Bosnia e in Somalia». (ANSA).