Il Tempo, 25 marzo
Il giallo del lotto di munizioni custodite nel deposito militare di Cecina
"Armi da Israele, un acquisto proibito"
Nel 1985 non potevamo comprare proiettili da un Paese in guerra

Mattarella aveva confermato che i 5000 colpi "sospetti" provenivano da Tel Aviv e potevano essere stati usati in Somalia. Il ministro aveva negato che fossero caricati all'uranio
di Stefano Mannucci

ROMA - Si infittisce il mistero attorno a un lotto di munizioni custodito nel Deposito dell'Esercito "Carlo Ederle" di Marina di Bibbona, nei pressi di Cecina (Livorno). Quei proiettili, come riferì per primo "Il Tempo", furono acquistati nel 1985 da Israele, e secondo fonti accreditate, conterrebbero uranio impoverito utilizzato dal nostro contingente durante la missione in Somalia del '93. Il ministro della Difesa Mattarella fornì, il 27 febbraio scorso, risposta in sede di Commissione parlamentare alle interrogazioni sollevate sulla questione dai leghisti Ballaman e Rizzi. Mattarella smentì che i 5000 colpi da 105 mm del lotto IMI 1-1-1985 [NdR: The firm, Israeli Military Industries, IMI, is a firm jointly owned by the Israeli aristocracy with Marc Rich's group of Zug-registered companies] fossero caricati con uranio impoverito, dichiaranda invece che le testate erano composte da lega al tungsteno. Ma quel munizionamento, precisava ancora il ministro, poteva essere stato impiegato in Somalia, perché faceva parte della dotazione dei blindati "Centauro", utilizzati dagli italiani a Mogadiscio. In un passaggio chiave della risposta, Mattarella ribadiva che "tale munizionamento, di produzione israeliana, è stato omologato dall'Esercito israeliano nel 1985".

Quel riferimento ha fatto sobbalzare sulla sedia l'ex presidente della Commissione Difesa della Camera, Falco Accame, oggi alla testa dell'ANA-VAFAF. "All'epoca dei fatti - ricorda l'ammiraglio - vigeva un bando per il commercio di armi con Israele, perché considerato Paese in guerra e perché era stato tramite di vendite di armamenti con il Sudafrica, Paese per il quale esisteva un embargo internazionale. Tra l'altro - prosegue Accame - con Israele era sorto un contenzioso per via delle motocannoniere classe Reshcef che avevano un armamento dell'Oto Melara e che appunto finirono al Sudafrica. Israele non aveva tenuto conto del divieto di rivendita a terzi (il cosidetto divieto del final user). La questione - si chiede ancora il presidente dell'ANA-VAFAF - è allora come questo lotto sia giunto in Italia: se attraverso una triangolazione o attraverso una regolare transazione autorizzata dall'apposito comitato per le autorizzazioni, all'epoca dislocato presso il Ministero del Commercio con l'Estero e presieduto dal diplomatico Ministro Alberto Indelicato (ora il comitato opera presso il Ministero degli Esteri)".

L'obiezione di Accame non mancherà di sollevare nuovi interrogativi sul caso-Cecina, dopo che anche il senatore di Rifondazione Comunista Giovanni Russo Spena, qualche giorno fa, era tornato a chiedere a Mattarella se le munizioni contenute nel deposito toscano fossero all'uranio impoverito e se, per giunta, lì dentro fossero custodite armi chimiche. Nuova smentita, stavolta da parte del tenente colonnello Fais, dell'8° Cerimant di Roma, la struttura che sovrintende agli armamenti. Anche qui, la notazione di Accame:"L'Italia ha aderito sin dal 1925, con 42 Paesi al Protocollo di Ginevra che vietava l'impiego di armi chimiche, le quali più tardi furono tuttavia usate contro le tribù libiche e in Etiopia". L'ammiraglio ricorda che "nel nostro Paese armi di tal genere sono state a suo tempo conservate nei Depositi del Servizio Chimico militare di Scansiano Belfiore Santa Lucia (Civitavecchia) e del Lago di Vico. Ma gli Stati Uniti hanno sempre fatto pressione sull'Italia, finché, anni fa, venne sottoscritto un accordo per la costruzione di 16 depositi militari ad hoc a San Vito al Tagliamento, Morsano al Tagliamento e Teoronchis di Latisana. Le armi Usa di maggior rilievo (granate a gas con sostanze belliche binarie) erano le bombe Big Eye da 500 libbre e le granate da 155 e 203 mm".