Kossovo come Cernobyl? Sindrome dei Balcani? (Stargate, 15 ottobre 2000)

  Non serve ricordare che in seguito all'incidente di Cernobyl, avvenuto il 26 aprile 1986, rilevanti quantità di materiale radioattivo furono rilasciate nell'atmosfera per diversi giorni. A causa delle condizioni metereologiche sfavorevoli, il rilascio ha interessato vaste aree europee.

  Nel materiale  depositato sul territorio Italiano erano presenti molti radionuclidi, tra cui Iodio, cesio e rutenio.

  All'epoca le zone più interessate furono  il Friuli Venezia Giulia, Lombardia e Veneto.(fonte:OMS) I valori più alti sono stati registrati in Italia Settentrionale dove, in particolare, la contaminazione da Iodio 131 nei vegetali aveva superato i valori di emergenza per la popolazione nel suo insieme fissati dalla legislazione Italiana.

  Furono vietati  la vendita al pubblico e il consumo  di vegetali per tutta la popolazione, dal 3 al 12 maggio 1986 (e fino al 17 per la sola Italia settentrionale), e dal  3 al 24 maggio, fu vietato il consumo di latte fresco per i bambini fino a 10 anni e per le donne gestanti.

  Dopo il disastro di Cernobyl l'impatto radiologico sulla popolazione Italiana avvenne attraverso l'ingestione di alimenti Contaminati. Per gli anni successivi all'incidente, l'equivalente di dose efficace della contaminazione del suolo e nelle diverse matrici  alimentari è risultato uguale  a -1 mSv; il contributo più importante deriva dall'irraggiamento esterno dal suolo(o,52 mSv), dovuto essenzialmente al cesio 137 (Frittelli et.al.1989)

  A questo punto vien da chiedersi quali saranno gli effetti sulla popolazione nel meridione, nel centro e nel nord d'Italia, visto che dai balcani  se tira vento sfavorevole verso l'Italia, sicuramente arrivano particelle emittenti radiazioni Alfa.

  Queste particelle secondo uno studio di un scienziato indipendente L.A.Dietz possano viaggiare portate dai venti dai 500 Km agli 800 Km.

  Non serve ricordare che portata dal vento arriva anche la sabbia del deserto e diviene lecito sospettare quindi che da quelle zone arrivino particelle da 0.3 micron, emittenti radioattività.

  Se a Trieste arriva il vento che dista soli 700Km dal punti d'impatto volete che non arrivi al Sud e centro Italia?

  La Calabria, la Puglia sono indenni da questa piaga?

  Quale futuro devono aspettarsi le popolazioni residenti in quei territori?

  Per rendersi conto dell'impatto ambientale a cui siamo e saremo sottoposti basta calcolare le distanze dal punto dei bombardamenti (Bosnia, Kossovo, Belgrado) e tracciare un cerchio per valutare direttamente quale saranno i territori a rischio contaminazione.

  In Italia a difenderci, possiamo ben dirlo, abbiamo l'Enea con il suo superscudo. Si sa che l'Enea ha realizzato una specie di  "scudo anti-radiazioni" Così lo chiamano "loro" (fonte: corriere della sera 27/04/2000) per difenderci dalla contaminazione Radioattiva.

  Ma questo "Scudo" non è altro che un sistema di rilevamento a mezzo di sonde disseminate su tutto il territorio nazionale, altro che scudo.

  Quella che si formerà quasi sicuramente sarà una nuova Sindrome la "Sindrome dei Balcani", peste che colpirà i nostri Soldati, i  volontari della crocerossa, volontari della protezione civile e tutti quegli uomini e donne che si sono recati a prestare aiuti durante e dopo la Guerra.

  Si poteva evitare tutto questo?  Io penso proprio di sì per il semplice fatto che solamente nel marzo di quest'anno ai nostri soldati sono state consegnate informazioni in merito (come da un atto trasmesso ai comandi delle forze Italiane stanziate in Kossovo, Albania e Bosnia il 26 aprile 2000),

  In cui si parla di Provvedimenti sanitari in caso di contaminazione U238, in cui si tratta dei proiettili Scaricati dagli A-10, controcarro da 30 mm contenenti DU in Kossovo, Bosnia, Sarajevo nelle aree in cui si trovano i soldati del contingente Europeo, (compresi gli Italiani, nel documento risalta il fatto che si considerano detti ordigni una particolare forma di rischio, sia dal punto di vista chimico che radiologico.)

  Nello stesso documento e negli allegati si tratta dell'effetto delle munizioni all'uranio impoverito, che quando colpiscono  un bersaglio, viene prodotta polvere radioattiva che finisce per depositarsi per circa 50 metri dal bersaglio, inoltre i proiettili possono rimbalzare dal punto d'impatto per circa 3 Km.

  Nel manualetto spiegano le procedure di identificazione della contaminazione, attraverso le squadre di rilevazione del terreno,  nello stesso documento si parla del vento e della pioggia che possono contaminare i terreni e le falde acquifere. Come soggetto a rischio secondo il memorandum,  è tutto il contingente Italiano di Pace, si afferma inoltre il rischio maggiore di contaminazione si potrà verificare in presenza di terreno secco e polveroso che favorisce il sollevamento della polvere d'uranio.

  Tutte le operazioni sono accompagnate dal plotone C/R con i mezzi di rilevamento. Tutte le persone che operano nelle aree dei bombardamenti devono essere dotate di mascherina anti polvere, nonché di tute monopezzo,(comprensi guanti e sovrascarpe) a perdere.

  Una volta recuperati i proiettili o altri pezzi contaminati dalla squadra NBC tutto il materiale dovrà essere depositato in un contenitore metallico munito di coperchio a tenuta, da disporre in zona custodita e appartata (possibilmente al chiuso) tale che il personale non possa avvicinarsi a meno di 5 metri. (e poi dicono che l'uranio che vola sulle nostre teste, sui 747, DC10 ecc., circa 500 kg per aereo, è al sicuro)

  E prosegue citando il tipo di proiettili al DU tipo PGU-14 da 30 mm, da trovare e cosa fare una volta reperiti sul campo di battaglia.

  E in Italia  abbiamo subito una contaminazione Radioattiva significativa? Nè siamo ancora soggetti? Gli ortaggi sono stati contaminati? Sono state fatte delle analisi al riguardo sul territorio Italiano? L'Enea con il suo sistema di Rilevamento ha individuato qualcosa? Se sì cosa aspettano ad pubblicare i dati?

  Nel frattempo l'Osservatorio Etico Ambientale ha lanciato una campagna di sensibilizzazione sul problema e chiede l'aiuto di tutti, cittadini, associazioni, enti, media, per raccogliere i dentini da latte dei Bambini e verificare se ci sia o no stata contaminazione del territorio Italiano.

Perchè la raccolta dei Dentini da Latte?

 Perchè è il momento di capire quale è stato l'impatto della guerra sui Balcani sul nostro territorio ed avere una MAPPATURA SERIA della contaminazione in Italia.

  Cosa da non dimenticare è che l'italia è circondata da centrali francesi, svizzere, e da una situata in Slovenia.

  Dalle analisi dei dentini da latte si rileva la presenza di Stronzio 90, piombo e plutonio, ad analisi concluse saremo  in grado di capire quale è lo stato di salute della popolazione residente sul territorio Italiano, visto che questo progetto è stato sviluppato in diverse parti del mondo.

 Uno studio recente condotto in Germania su 6.000 dentini raccolti dal 1992 dalla sezione tedesca della "International Physicians for the Prevention of Nuclear War" [Medici Internazionali per la Prevenzione della Guerra Nucleare], vincitrice nel 1985 del Premio Nobel per la Pace, ha dimostrato che la tendenza sta cambiando.

  Abbiamo scritto all'Enea, ci hanno risposto che per fare le analisi da noi richieste servono  1.100.000 di lire per ogni singolo dente, noi dobbiamo raccoglierne 5.000 da tutto il territorio Italiano, fate i calcoli di quanto la nostra associazione di volontariato (O.N.L.U.S) dovrebbe spendere a fondo perduto per fare le analisi.

  Quello che sarebbe interessante invece è vedere se questo istituto è disponibile a fare le analisi gratuitamente, senza chiedere niente visto poi che la cosa dovrebbe rivestire un interesse di Pubblica Utilità se non un interesse Nazionale.

  L'OEA è aperto alla collaborazione con tutti quei soggetti che vogliono fare qualcosa per modificare la situazione esistente, per mettere al bando anche in Europa il riciclaggio delle scorie nucleari, nelle armi e in campo civile.

Roberto De Bortoli