14 November 2000
Unione Sarda
Pec. Rischi per la Kfor?
http://www.unionesarda.it/unione/2000/14-11-00/ESTERI/EST01/A03.html
Nel Kosovo “italiano” quattro tonnellate di uranio impoverito

Pec Circa metà dei 31.500 proiettili all’ uranio impoverito sparati nel Kosovo sono caduti nella zona di competenza del contingente italiano. Si tratta di 42 siti che hanno ricevuto una pioggia di 14.180 proiettili su 31.500 sparati, quasi quattro tonnellate di uranio impoverito. Questo quanto emerge dalla mappa elaborata dal ministero dell’ ambiente. «Proprio ieri - ha detto il sottosegretario all’ ambiente Valerio Calzolaio- si è conclusa la prima parte della missione in Kosovo dell’ Unep, l’agenzia per l’ ambiente dell’ Onu, sui rischi da uranio impoverito. Ha partecipato anche un tecnico italiano e i campioni verranno anche analizzati da laboratori italiani». Dei 42 siti colpiti da proiettili all’ uranio impoverito quelli maggiormente a rischio sono concentrati tra Pec e Djackovica. In una piccola zona ne sono arrivati infatti più di 2.300. Proprio in quella zona infatti ci sono alcune strade importanti di collegamento con l’ Albania e l’ aeroporto di Djackovica. Ma i proiettili all’ uranio impoverito hanno anche colpito la zona di competenza del contingente tedesco ed anche la stessa Serbia. Il maggior pericolo, come ha spiegato Calzolaio, deriva dai proiettili inesplosi che si sono depositati o conficcati nel terreno: si tratta di 300 grammi di uranio impoverito a proiettile che può interagire e disperdere nel terreno (nella zona italiana sarebbero cadute quindi circa 4 tonnellate di uranio impoverito). Una volta distribuito nel suolo l’ uranio infatti può dilavare fino a raggiungere la falda acquifera o può essere trasportato dal vento. Tra gli effetti sanitari dell’ uranio impoverito il più preoccupante è quello chimico e l’ organo bersaglio è il rene. Ma anche «in Somalia, nel 1993, è stato usato uranio impoverito». A sostenerlo è Falco Accame - ex presidente della commissione Difesa della Camera - che cita come prova un documento Usa sulle misure suggerite ai militari americani per evitare problemi con questo materiale potenzialmente cancerogeno. Si tratta di un rapporto del 1993 messo a punto dall’Operations support directorate degli Usa, reso noto la settimana scorsa a Manchester, nel corso di una conferenza proprio sull’uranio impoverito. Sarebbe stato distribuito ai militari Usa in missione in quel Paese e suggerisce le regole da seguire in una serie di circostanze come esplosioni e sopralluoghi in zone colpite da bombardamenti. «Si tratta di situazioni in cui potevano essere coinvolti soldati o civili italiani operanti in Somalia - afferma Accame - occorre quindi conoscere se siano state impartite disposizioni come quelle emanate dagli Usa e se disposizioni analoghe a quelle Usa vennero impartite anche a personale impiegato nella ex Jugoslavia».