19 dicembre
La Repubblica
L'Osservatorio delle Forze armate accusa "Già tre vittime". Il ministro Mattarella: "Vedremo"
Kosovo, ecco l'uranio che uccide
"I militari italiani muoiono di leucemia"
http://www.repubblica.it/online/mondo/uranio/uranio/uranio.html
di STEFANO CITATI

 ROMA - L'Osservatorio delle Forze armate accusa: soldati italiani stanno morendo di leucemia per l'effetto dell'uranio impoverito. Il ministro della Difesa risponde: "Stiamo verificando, ma per ora non c'è nessun allarme per le nostre truppe nei Balcani".

L'intervento di Sergio Mattarella non frena però le polemiche e si moltiplicano le interrogazioni parlamentari (di Forza Italia e anche dei Democratici di Sinistra). Quello che i reduci americani della Guerra del Golfo hanno battezzato il "metallo del disonore" si rivela sempre più un'arma a doppio taglio: efficacissima nel penetrare le corazze dei tank nemici, altrettanto micidiale per la capacità di penetrare poi nell'organismo dei militari della Nato che hanno operato e operano nei Balcani. Colpendo il bersaglio i proiettili rivestiti di uranio esplodono, infiammando il metallo pesante che si sparge attorno sotto forma di particelle microscopiche.

I soldati che arrivano a controllare gli obiettivi colpiti alzano la polvere e la respirano. Dopo qualche mese o qualche anno possono apparire i sintomi della contaminazione: leucemia. Documenti dello Stato Maggiore dell'Esercito dimostrano che i vertici militari hanno messo in guardia dei rischi i reparti in Kosovo e su questi pericoli da gennaio la procura militare di Roma ha aperto un monitoraggio giudiziario. Tre sarebbero finora i morti italiani, uccisi dagli effetti diretti o indiretti provocati dall'esposizione agli armamenti all'uranio impoverito; a questi vanno aggiunti - spiega l'Osservatorio per la tutela del personale delle Forze armate - altri 4 sottoufficiali probabilmente morti in seguito al contatto con materiale tossico utilizzato per la manutenzione degli elicotteri. Le trevittime avevano tutte prestato servizio in Bosnia, come i due militari ricoverati in questi giorni a Cagliari - membri della Brigata "Sassari" che ha operato anche in Kosovo. Uno dei due sottoufficiali - che è stato volontario per le missioni nei Balcani - è stato ricoverato proprio ieri nell'ospedale oncologico "Businco" per meglio analizzare le affezioni al sistema immunitario manifestatesi al rientro dal Kosovo.

In tutto - elenca l'Osservatorio - sono 12 i militari tornati dai Balcani e ora sotto osservazione: 3 malati di leucemia, uno per problemi immunitari-istologici e altri 8 per diverse patologie tumorali. "Noi non sottovalutiamo e non trascuriamo alcuna verifica. Ma quello che però dobbiamo dire è che allo stato attuale, tutti i dati, elementi e notizie acquisite, dimostrano che non vi è motivo di allarme collegato con i luoghi in cui operano in nostri soldati nei Balcani": così Mattarella ha risposto ieri alle domande sull'allarme-uranio, ricordando che le truppe italiane non hanno tra i loro armamenti tali proiettili, presenti invece negli arsenali americani, britannici e francesi. Il problema è ben presente ai vertici militari che dal novembre ' 99 al maggio di quest'anno hanno almeno due volte inviato documenti con provvedimenti cautelativi ai comandi dei reparti in missione in Kosovo: in quello del 3 maggio ottenuto da Repubblica l'Ufficio Logistico dello Stato Maggiore elenca le fonti e i motivi di rischio nell'area di impiego del contingente italiano in Kosovo e le precauzioni che il personale deve prendere a riguardo della polvere di uranio impoverito rilasciato dai proiettili sparati soprattutto dai cacciabombardieri Usa (per un totale di almeno 31mila dardi, ovvero circa 10 tonnellate di uranio impoverito).

Tali ordigni sono stati utilizzati in 112 missioni nella guerra contro le truppe serbe, 40 delle quali avvenute nel triangolo Pec-Djakovica- Prizren, dove dall'estate '99 operano i circa 5mila uomini del contingente italiano.

(19 dicembre 2000)