1° CAPITOLO - L'arresto
 
Si può essere recidivi quanto si vuole, ma ogni arresto è sempre un trauma.

Semplicisticamente è luogo comune, tra gli addetti ai lavori, asserire che ormai il soggetto arrestato più volte è abituato, come se si potesse asserire che chi sbatte con l'auto contro un pilone di cemento, più volte, sente meno male perché è abituato; eppure questa è la convinzione, e parandosi dietro di essa si omette la necessità di creare quei piccoli accorgimenti che dovrebbero rendere meno traumatizzante l'impatto con la realtà dell'arresto.

Sino a qualche anno fa, con le vecchie leggi si poteva rimanere in cella di sicurezza, presso le questure, fino a cinque giorni, da dove non era strano uscire infestati da piattole, pidocchi, dermatiti, funghi o scabbia.

Se non si ritornava liberi avveniva l'ingresso in carcere che, paradossalmente, era un sollievo. Questo perché: si veniva visitati dal medico, avviati alle sezioni al più presto, assegnati alla propria cella, la quale era quasi sempre occupata da altri detenuti e perciò pulita, ma anche attrezzata per cucinare in proprio e con a disposizione le sigarette ed altri generi di conforto; avevi diritto di fare subito la doccia e naturalmente i compagni di cella mettevano a disposizione la loro biancheria pulita (possibilmente nuova) per cambiarsi. Così si poteva essere presentabili al magistrato che t'interrogava, entro i cinque giorni dall'arresto se non l'aveva già fatto durante la permanenza in caserma. Poi seguiva il primo colloquio con i familiari e quindi ricevevi il primo pacco che, all'epoca, poteva essere anche di venti chili. Attualmente il  peso del pacco non può superare i cinque chili tra vestiti e vitto. Si possono ricevere quattro pacchi al mese (uno alla settimana), con l'esclusione di quanto elencato nella seguente disposizione ministeriale.



DIREZIONE DELLA CASA CIRCONDARIALE DI BOLOGNA
 
Generi vittuari o d'altra natura non consentiti ai detenuti.
I detenuti non possono ricevere i seguenti generi, sia fatti pervenire
a mezzo pacco postale o consegnati personalmente dai familiari.
 
OGGETTI DI RILEVANTE VALORE ECONOMICO -
CAMOMILLA - cacao (in polvere o liquido) -
CAFFE'-
FUNGHI -
TABACCO -- SIGARETTE -- FILTRI PER DEPURATORI --
ALIMENTI CONSERVATI IN SCATOLE -- CONSERVE E SCATOLAMI IN GENERE --
MEDICINALI --
RECIPIENTI IN VETRO -- METALLO O TERRACOTTA --
BEVANDE ALCOOLICHE --
COMBUSTIBILE DI QUALSIASI NATURA -
ZUCCHERI -
MINESTRINE PRECUCINATE IN BUSTA --
POLVERINE IN GENERE --
DENTIFRICIO -- INCHIOSTRO -- COLORI -- COLLANTI --
TUBETTI E INSACCATI IN GENERE --
ESTRATTI PER BRODO --
NOCI E MANDORLE NON SGUSCIATE --
BOROTALCO -- BRILLANTINA -- DOPOBARBA -- PROFUMI --
GIORNALI E RIVISTE IN NUMERO ECCESSIVO -- LIBRI RILEGATI --
QUALSIASI TIPO DI DOLCIUMI IN QUALSIASI CONFEZIONE --
CONTENITORI SPRAY -- DEODORANTI -- DOPOBARBA -- lacche e simili --
CIBI GIA ' CONFEZ . IN PENTOLA, TEGAMI O CONTENITORI -- IN GENERE --
SCARPE STIVALI CIABATTE E BORSE -- VALIGIE CON SCHELETRO IN FERRO --
CINTURE CRAVATTE COPERTE GIUBBOTTI -- GIACCHE E PANTALONI IMBOTTITI --
LIQUIDI DI QUALSIASI TIPO --
CARNI CONGELATE O FRESCHE (crude ) -- POLLAMI -- CONIGLIO -- QUAGLIE
CUCINATE ecc.
PESCE, CROSTACEI, MOLLUSCHI
TORTELLINI, GNOCCHI, CANNELLONI, LASAGNE CRUDE E COTTE, --
POLENTA, MAYONESE
QUALSIASI GENERE DI DIFFICILE CONTROLLO --
TALVNI OGGETTI, QUALI LE PENTOLE E PIATTI, POSSONO ESSERE ACQUISTATI
AL SOPRAVVITTO E CONSEGNATI PREVIO CONTROLLO. --
BANANE E TUTTI I GENERI CHE ALL'INTERNO POTREBBERO OCCULTARE COSE
O OGGETTI NON CONSENTITI --
GENERI VITTUARI DI NON FACILE CONTROLLO --
 
BOLOGNA lì 02 Febbraio 1995
 
LA DIREZIONE


Con la nuova legge che prevede l'immediato ingresso in carcere, è routine normale trascorrere qualche giorno in una schifosa cella di smistamento, se il carcere ha scarsa disnonibilità di posti, dove si prova terrore anche ad orinare. Figuriamoci mangiarci o dormirci. Eppure, altro paradosso, di fronte a queste celle sono situati gli uffici medici, stanze linde con tende bianche e qualche piantina ornamentale quasi a dirti: vedi la differenza tra voi detenuti e noi uomini liberi ?

Sono ormai diciotto mesi da quando giunsi a Bologna. Ogni tanto, quando ricevo un pacco postale o devo andare in tribunale, sono obbligato a passare davanti a quelle celle di smnstamento. Non riesco a non riprovare l'angoscia di quelle ventiquattro ore trascorse in una di quelle celle, nè a non provarla per quelli che vi si trovano al momento; è uno sconcio che si perpetua ed a cui si dovrebbe mettere fine. Basterebbe solo dare la possibilità di farsi la doccia, di poter mantenere pulite e disinfettate le celle e di fornire, a chi ne ha necessità, un pigiama, delle ciabatte, degli asciugamani, uno spazzolino da denti e del dentifricio, un pettine e degli attrezzi da barba. Sarebbe giusto inoltre mettere la persona nelle condizioni di poter acquistare subito le sigarette e qualche elementare genere di conforto anzichè costringerlo a chiedere qualche sigaretta a chi passa davanti alle celle, tra l'altro anche questo vietato.