Secondo una stima prudenziale, 1,3 miliardi le vittime del nucleare (4 settembre)
Da:  "Rosalie Bertell, Ph.D., GNSH" <drrbertell@home.com> 
Data: sabato, 1 luglio 2000

Cari Amici,

una versione corretta della mia valutazione delle vittime nucleari dal 1946 (ad esclusione delle distruzioni orrende di Hiroshima e di Nagasaki) può essere trovata sul Web:  http://www.ambassadors.net/opinions_nuclear.htm o allegata in formato .rtf.  La valutazione prudenziale è di 1,2 miliardi di vittime (cancri, danni genetici e teratogeni).  Non potevo includere i reduci della guerra del golfo perché ancora non sono riconosciuti dall'UNSCEAR, così questi non sono stati inclusi nella stima delle dosi Sievert/Uomo dell'UNSCEAR.

E' incredibile rendersi conto che questi danni si sono presentati senza che ci fosse una guerra nucleare!

Rosalie Bertell



Vittime dell'era nucleare

  Fino a 1.300 milioni di persone sono rimaste uccise, mutilate o ammalate dall'avvento dell'energia nucleare. I prospetti forniti dall'industria sottovalutano in maniera massiccia il costo reale dell'energia nucleare nel tentativo di nasconderne al mondo le relative vittime. Qui l'autrice calcola il numero realistico delle vittime dell'era nucleare. [Dott.ssa Rosalie Bertell, PhD]

Nel decimo anniversario del disastro di Chernobyl, stavo assistendo ad una riunione pubblica a Kiev, in Ucraina, ascoltando la storia di uno dei vigili del fuoco impiegati per ripulire il luogo dopo l'esplosione. Questi operai hanno preso dosi enormi di radiazioni durante questa operazione e la loro storia è spaventosa. Circa 600.000 uomini vennero coscritti come "liquidatori" di Chernobyl [anche chiamati "bio-robot"]: coltivatori, operai di fabbrica, minatori e soldati, così come professionisti tipo i vigili del fuoco, da tutte le parti della Russia. Alcuni di questi uomini hanno spostato pezzi di metallo radioattivo a mani nude. Hanno dovuto combattere più di 300 fuochi creati dai pezzi di materiale incendiato che veniva sputato fuori da quell'inferno. Domato l'incendio, hanno sepolto i camion, le autopompe antincendio, le automobili e tutti gli effetti personali. Hanno abbattuto una foresta e l'hanno completamente sepolta, hanno rimosso il terriccio, abbattuto le case ed hanno riempito tutte le trincee disponibili, rivestite d'argilla, di detriti radioattivi.

Il periodo minimo di coscrizione era di 180 giorni, ma molti rimasero per un anno. Alcuni vennero minacciati di severe punizioni alle famiglie se non riuscivano a rimanere e a fare il loro dovere.

Questi "liquidatori" ora sono abbandonati e dimenticati, molti inutilmente cercano di stabilire che le malattie di cui soffrono fin dal 1986 sono il risultato della loro massiccia esposizione alle radiazioni. Al centro per ricerca sulle radiazioni, fuori Kiev, c'è un'organizzazione di ex liquidatori. Questo gruppo segnala che al 1995, 13.000 dei loro membri erano morti e quasi il 20 per cento per suicidio.

Circa 70.000 membri sono stati definiti invalidi permanenti. Ma i membri di questa organizzazione sono quelli fortunati, poiché molti ex liquidatori, ora sparsi per la Russia, non possono beneficiare dell'ospedale speciale dell'organizzazione né essere riconosciuti come membri dell'organizzazione dei superstiti. Questi vengono chiamati i 'morti-viventi'.

Il vigile del fuoco del quale stavo ascoltando la storia, sembrava fare un'eccezione a questa litania torva di malattia e morte. Stava raccontando alla platea quanto fosse compiaciuto ed eccitato poiché, per la prima volta dopo dieci anni, le sue analisi del sangue avevano valori normali. Io stavo vicina ad un delegato dall'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica [ IAEA ] - l'organizzazione incaricata della promozione dell'uso dell'energia atomica. Sentendo la storia del vigile del fuoco, lui si è avvicinato a me e ha detto: " Visto! Lo dicevamo che si trattava solo di disordini transitori ". Una traduzione approssimativa potrebbe essere: " Chernobyl? Qual'è il problema?" 

SI IGNORANO LE VITTIME 

L'atteggiamento del delegato della IAEA era perfettamente in armonia con quello della sua organizzazione che, con la Commissione internazionale sulla protezione dalle radiazioni [ ICRP ] esiste in pratica in gran parte con lo scopo di minimizzare gli effetti delle radiazioni sulla salute umana e proteggere l'industria nucleare dal rimborso dei danni agli operai e alla popolazione. La IAEA è stata creata verso la fine degli anni 50 dalle Nazioni Unite per impedire la diffusione delle armi nucleari e promuovere l'uso pacifico dell'energia atomica - purtroppo due obiettivi contradittori. Lo ICRP, evoluzione dell'organizzazione medica del 1928 "Comitato internazionale dei raggi X e della radioprotezione", è stato installato negli anni '50 per esplorare gli effetti sulla salute delle radiazioni e [in teoria] per proteggere il pubblico dalle stesse. Nei fatti, entrambe le organizzazioni sono asservite all'industria piuttosto che al pubblico.

Il caso di Chernobyl è un esempio classico di inadeguatezza della IAEA e di scienza discutibile. Malgrado massiccie prove contrarie, non ultime le svariate migliaia di vittime, la IAEA insiste che soltanto 32 persone finora sono morte come conseguenza di Chernobyl - ovvero quelli che sono morti nel reparto radiazioni dell'Ospedale 6 di Mosca. Tutti gli altri morti collegati con il disastro ed il dopo-disastro [molti più di 10.000 nella sola Ucraina, secondo il locale Ministero della Sanità] vengono ignorati. La Bielorussia ha avuto le maggiori conseguenze radioattive, ma vi è un blackout internazionale fra la IAEA ed il resto della "Comunità di protezione dalle radiazioni " sulle sofferenze di questa gente.

Il problema principale è che sia la IAEA che lo ICRP hanno a che fare non con la scienza ma con la politica e l'amministrazione; non con sanità pubblica ma con il mantenimento di un'industria sempre più dubbia. È nei loro interessi e in quelli dell'industria nucleare il minimizzare gli effetti sulla salute dovuti alle radiazioni.

DEFINIZIONI RESTRITTIVE 

Il sistema principale, con cui l'industria di protezione dalle radiazioni è riuscita enormemente a sottovalutare le patologie causate dall'energia nucleare, è basato sull'insistere su di un gruppo di definizioni estremamente ristrette per quelle che possono essere definite come malattie causata dalle radiazioni. Per esempio, secondo i criteri della IAEA:

- Se un cancro dovuto alle radiazioni non è mortale, non viene contato nelle statistiche della IAEA;

- Se un cancro è iniziato da un altro agente cancerogeno, ma è accelerato o promosso tramite l'esposizione a radiazioni, non viene contato;

- Se si tratta di una malattia autoimmunitaria o non cancerosa che è causata tramite radiazioni, non conta;

- Gli embrioni o i feti danneggiati da radiazioni, che provocano aborti o neonati morti, non contano;

- Un bambino congenitamente cieco, sordo o deforme la cui malattia è causata dalle radiazioni, non è incluso nel conto perché questo non è un danno genetico, ma piuttosto è teratogeno e non sarà in seguito passato alla prole del bambino;

- il causare una predisposizione genetica al cancro al seno o alle malattie cardiache non conta, poiché non si tratta di una "malattia genetica seria" in senso Mendeleiano;

- anche se le radiazioni causano un cancro mortale in ognuno o malattie genetiche serie in un bimbo nato vivo, vengono ignorate se la dose valutata è inferiore a 100 mSv [mSv significa millisievert, una misura di esposizione alle radiazioni. Ai lavoratori nucleari è consentita una dose fra i 20 e i 50 mSv all'anno. [1]

- Anche se le radiazioni causano un cancro polmonare, non conta se la persona è un fumatore. In pratica ogni volta che c'è la possibilità di scovare un'altra causa, le radiazioni non possono essere imputate. [2]

Se tutto quanto sopra non basta, è sempre possibile diluire la dose di radiazioni facendone una media sull'intero corpo anche se realmente l'irraggiamento è avvenuto soltanto su una parte del corpo o persino di un organo, come per esempio quando il radioiodio si concentra nella tiroide. Questa diluizione arbitraria della dose serve per "dimostrare" che la soglia critica di 100 mSv non è stata raggiunta.

Questa è la stessa tecnica utilizzata per sconfessare la malattia dei veterani di guerra del golfo che hanno inalato piccole particelle ceramiche di uranio. Queste, rimaste nei loro polmoni per più di due anni e nei loro corpi per più di otto, irradiano e danneggiano le cellule in particolari punti dell'organismo.

LE VITTIME REALI 

Malgrado il tentativo di insabbiamento delle autorità, possiamo già cominciare ad enumerare le vittime reali dell'era nucleare. Anche se i calcoli e le statistiche che ho applicato sotto non includono tutta la sofferenza umana che è stata causata dall'era nucleare, uno sguardo più da vicino indicherà che la metodologia è sufficiente per una prima valutazione del danno maggiore. L'ampiezza del danno già causato è impressionante, ed ancor più quando realizziamo che molti tipi di danni sono stati omessi da questa prima valutazione. 

La mia valutazione dei danni da radiazioni include: cancro indotto sia mortale che non [a parte il cancro non letale della pelle], danni genetici, gravi malformazioni congenite e malattie. Altri pochi danni sull'uomo verranno riconosciuti ma non valutati. 

L'industria nucleare usa la parola "detrimento" per i danni da radiazioni che considera come importanti. Ho esteso quella lista. In definitiva, al di là dell'importanza che si attribuisce ai danni causati dalle radiazioni, ovvero riferendosi ad essi come "detrimenti", si tratta di una questione umana più che scientifica. I danni sono danni e causare a chiunque un'aggressione non desiderata, o alla sua capacità riproduttiva, è una violazione dei diritti dell'uomo. Tali danni possono essere valutati secondo l'importanza, ma non possono essere ignorati arbitrariamente. 

"Le statistiche sono la gente con le lacrime pulite via", diceva un membro dei Rongelap della Repubblica delle isole Marshall, che ospitarono Bikini, il test nucleare degli Stati Uniti negli anni 50. Questa è la storia di molte lacrime e di una mentalità senza cuore che ha prestabilito il grado di sofferenza e di malattia che sarebbe il prezzo ' accettabile ' che il mondo deve pagare per 'trarre giovamento' dalla tecnologia nucleare.

VALUTAZIONI DI RISCHIO USATE IN QUESTA ANALISI 

Per valutare le vittime reali dell'industria nucleare [in contrasto con le figure enumerate dall'ICRP, dalla IAEA e da altri apologeti nucleari], considererò le valutazioni consuete di rischio, indicherò la loro gamma probabile di errore ed estenderò la definizione per includere gli eventi relativi non riconosciuti come "detrimento" dai regolatori. Per esempio, mentre i regolatori nucleari prendono in considerazione come "detrimento" soltanto i cancri mortali, altri, in particolare coloro che accusano un cancro non fatale, possono trovare le loro sofferenze ugualmente degne di considerazione. Limitare la considerazione degli effetti genetici alla sola prole nata viva non elimina le lacrime di una famiglia che ha subito un aborto spontaneo o il parto di un bimbo nato morto. 

VALUTAZIONE DEL RISCHIO DI CANCRO MORTALE E NON

Nel 1991, lo ICRP ha concluso che il rischio di cancro mortale proiettato sull'aspettativa di vita per i membri della popolazione esposta ad una irradiazione distribuita su tutto il corpo di un Sievert, ad un tasso basso di dose, era fra sette e 11 cancri mortali in eccesso e sette - otto infortuni mortali eccedenti per gli operai nell'industria nucleare di età tra i 25 ed i 64 anni. Estendiamo queste valutazioni includendo i cancri non fatali e valutando il numero totale di cancri che sono stati usati dallo ICRP per ottenere il loro numero di infortuni mortali. Quindi valutiamo a 16 i cancri mortali e non, se escludiamo i cancri non fatali della pelle, o a 26 se li contiamo. Se la valutazione dei cancri mortali fosse troppo bassa di un fattore di due allora possiamo raddoppiare questi numeri. 

La valutazione conservatrice che userò per il cancro indotto da radiazioni in questa analisi è di 16 per una esposizione a 100 Sieverts/Uomo, ma il lettore può aggiustare questa valutazione per soddisfare altre inclusioni, esclusioni o incertezze. 

VALUTAZIONE DEL DANNEGGIAMENTO AD UN EMBRIONE O FETO

Secondo il rapporto 1990 del comitato BEIR [Effetti Biologici delle Radiazioni Ionizzanti], una dose di 150 mSv ai testicoli maschili umani causa la sterilità provvisoria e una singola dose di 3,5 Sv causa la sterilità permanente. Secondo lo ICRP nel 1991, appena 5 mSv ai testicoli potrebbero danneggiare la prole - tuttavia questa dose è stata consentita annualmente ai membri del pubblico e dieci volte di più è stata consentita agli operai nucleari, in tutti i paesi, prima del 1990. Questa dose continua oggi ad essere consentita annualmente per gli operai nucleari nella maggior parte dei paesi. 

Le donne hanno fin dalla nascita tutti i loro ovuli. La soglia per la sterilizzazione femminile permanente diminuisce con l'età, ma in genere circa 650 mSv sono considerati come la soglia per la sterilità provvisoria nelle donne. Tuttavia, dopo il test "Bravo", la detonazione del marzo 1954 d'una bomba all'idrogeno nell'atollo Bikini nel Pacifico - le donne dell'atollo Rongelap hanno subito circa cinque anni di sterilità. Alla ripresa della loro fertilità, hanno avvertito gravidanze incompiute, aborti, bambini nati morti e malformazioni della loro prole. Poiché alcuni radionucleidi possono essere trattenuti nelle ossa o nei tessuti grassi, possono attraversare la barriera della placenta ed interrompere lo sviluppo dell'embrione o del feto. I radionuclidi nel corpo della madre possono anche essere trasferiti alla prole attraverso il latte materno. 

La definizione nucleare ufficiale dell'industria, di "detrimento" alla prole, include soltanto la malattia genetica grave. Vengono ignorati i danni non giudicati come malattie gravi e tutti quelli teratogeni [quelli che non vengono trasmessi oltre la prole]. Per esempio, l'esposizione alle radiazioni nell'utero potrebbe indurre un bambino ad essere cieco o sordo, ma quella cecità o sordità non verrà trasmessa alla futura prole del bambino stesso. Questo viene chiamato danno teratogeno e non viene contato. Recentemente il comitato BEIR del 1990 ha fatto una piccola concessione nel riconoscere il ritardo mentale in bambini esposti a radiazioni tra la quinta e la quindicesima settimana di gravidanza. Le radiazioni uccidono le cellule del cervello, causando sia un cervello sottosviluppato [microcefalo] che il ritardo mentale. Per uno specifico bambino, il BEIR valuta che una dose nell'utero da 100 a 500 mSv può causare una gamma di problemi che vanno dalle cattive prestazioni a scuola al ritardo mentale grave. Questa analisi considera sia i danni genetici che teratogeni come "nocivi". 

DANNI GENETICI 

Sia il Comitato Scientifico per gli Effetti delle Radiazioni Atomiche [UNSCEAR] che il BEIR convengono che ad una popolazione di un milione di feti nati vivi, con una esposizione dei genitori a 100 Sieverts/Uomo, vengono provocati da uno a tre effetti genetici dannosi sulla prole. 

Uno può anche usare una seconda metodologia per calcolare i danni genetici. La dose alla quale si raddoppiano gli effetti genetici [la dose che causerà due volte altrettanti effetti genetici] è abbastanza discussa. Alcuni genetisti sostengono che è 2,5 Sv, altri, che sostengono che la sensibilità è molto più grande, parlano di 0,12 Sv. Se la dose media totale ai genitori è di 100 Sievert/Uomo, ci saranno: 4 effetti genetici per milione di feti nati vivi se la dose di raddoppiamento è di 2,5 Sv,  83 di tali effetti se la dose di raddoppiamento assunta è di 0,12 Sv.

Dal lato conservatore, abbiamo considerato 10 effetti genetici il numero di effetti genetici per prole di genitori esposti a 100 Sievert/Uomo. 

VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI TERATOGENI 

Il danneggiamento d'un embrione causato da radiazioni ionizzanti, quando avviene nelle ovaie, ordinariamente non è considerato come genetico (costituisce eccezione quando le radiazioni danneggiano il materiale genetico del feto). Tale irradiazione può condurre a circa 30 anomalie congenite differenti che comprendono: il danneggiamento permanente del cervello, la deficienza mentale, le deformità del cranio e del palato, la spina bifida, i piedi-a-randello, le deformità genitali, il ritardo di sviluppo e il cancro infantile. Un totale di tutti quegli effetti, compreso quelli con conseguente mortalità embrionale o fetale iniziale, ammonta a 46, di cui 25 nei nati vivi. Userò in questa analisi la valutazione conservatrice di 25 danni congeniti. 

Quando ricapitoliamo le valutazioni di rischio da usare in questa analisi, otteniamo 16 cancri, 10 effetti genetici e 25 effetti congeniti in prole nata viva in una popolazione mista (per età e sesso) di un milione di persone esposte a 100 Sievert/Uomo di radiazioni ionizzanti. Arriviamo così ad un totale di 51 vittime per ogni esposizione a 100 Sievert/Uomo, di cui il 31,4% sono cancri, il 19,6% danni genetici e il 49% danni congeniti considerando solo le due categorie nei nati vivi.

Ora si tratta di applicare questi numeri, secondo la valutazione dell'UNSCEAR sull'esposizione alle radiazioni nucleari, alla popolazione globale includendo i test atmosferici delle armi nucleari e la produzione di elettricità da energia nucleare durante il mezzo secolo scorso. 

I test atmosferici delle armi nucleari hanno causato 1.138 milioni di vittime, cui devono essere aggiunti 3,2 milioni supplementari dovuti alla produzione di armi nucleari.

L'energia nucleare ha causato circa 21 milioni di vittime e gli usi medici delle radiazione hanno prodotto altri 4 milioni di vittime. Ci sono stati inoltre sia incidenti nucleari militari che civili che hanno prodotto rispettivamente 16 milioni e 15 milioni di altre vittime. 

Questo dà un importo totale di 1.200 milioni di vittime dell'era nucleare. Circa 1.156 milioni sono relativi al militare, 36 milioni sono dovuti ai reattori nucleari e 4 milioni sono collegati all'uso medico.

Questo articolo è stato preparato da Rosalie Bertell, PhD, GNSH, presidente dell'istituto internazionale di preoccupazione per la sanità pubblica (Toronto, Canada) e editore capo di Prospettive Internazionali nella Sanità Pubblica. La Dott.ssa Bertell è destinataria di molti premi e di cinque gradi onorari di dottorato. È autrice di "Nessun pericolo immediato: Prognosi per una terra radioattiva" che è stata tradotta in quattro lingue.



Note:

[1] Ndr: l'ILO, l'organizzazione dell'ONU dei lavoratori, firmò negli anni '50 un accordo riservato con la IAEA. A qualsiasi sindacato, per essere ufficialmente riconosciuto,  viene implicitamente richiesto di sottoscrivere ed accettare ogni accordo stipulato in passato dall'ILO, questo incluso. Perché i sindacati tacciono in merito?

[2] Lo stesso meccanismo con cui in Italia non si registrano le morti per cancro imputandole all'ultima patologia riscontrata. Ad esempio, crisi cardiaca in un malato terminale. E' spesso ritoccando i numeri che si parla di "successi nella ricerca contro il cancro".

From:  "Rosalie Bertell, Ph.D., GNSH" <drrbertell@home.com>
Date sent: Sat, 1 Jul 2000 15:08:13 -0400

Dear Friends,

A corrected version of my estimate of nuclear victims since 1946 (not including the horrendous destruction of Hiroshima and Nagasaki) can be found on the web: http://www.ambassadors.net/opinions_nuclear.htm or enclosed as an attachment (RTF).  The conservative estimate is 1.2 billion victims (cancers, genetic and teratogenic damage).  I was unable to include the Gulf War vets because they are not yet acknowledged by UNSCEAR, so were not included in the Person Sievert doses estimated by UNSCEAR.

Amazing to realize that this damage has occurred without there being a nuclear war!

Rosalie Bertell



Victims of the Nuclear Age

"VICTIMS OF THE NUCLEAR AGE"  Up to 1,300 million people have been killed, maimed or diseased by nuclear power since it's inception. The industry's figures massively underestimate the real cost of nuclear power, in an attempt to hide its victims from the world. Here, the author calculates the real number of victims of the nuclear age. By Dr. Rosalie Bertell

On the tenth anniversary of the Chernobyl disaster, I was standing at a public meeting in Kiev, Ukraine, listening to the story of one of the firemen employed to clean up the site after the explosion. These workers took huge doses of radiation during this task, and their story is a terrifying one. About 600,000 men were conscripted as Chernobyl 'liquidators' [also called bio-robots']: farmers, factory workers, miners, and soldiers, as well as professionals like the firemen, from all across Russia. Some of these men lifted pieces of radioactive metal with their bare hands. They had to fight more than 300 fires created by the chunks of burning material spewed off by the inferno.

After the fire was put out, they buried trucks, fire engines, cars and all sorts of personal belongings. They felled a forest and completely buried it, removed topsoil, bulldozed houses and filled all available clay-lined trenches with radioactive debris. 

The minimum conscription time was 180 days, but many stayed for a year. Some were threatened with severe punishment to their families if they failed to stay and do their duty.

These 'liquidators' are now discarded and forgotten, many vainly trying to establish that the ill health most have suffered ever since 1986 is a result of their massive exposure to radiation. At the Centre for Radiation Research outside Kiev, there is an organization of former liquidators. This group reports that by 1995, 13,000 of their members had died- almost 20 percent of which deaths were suicides.

About 70,000 members were estimated to be permanently disabled. But the members of this organization are the lucky ones. Because many former liquidators are now scattered throughout Russia, they neither have the benefit of the organization's special hospital, nor of membership of a survivor organization. They are known as the 'living dead.'

The fireman whose story I was listening to seemed to be an exception to this grim litany of illness and death. He was telling the meeting how pleased and excited he was that, for the first time in ten years, his blood test findings were in the normal range. I was standing next to a delegate from the International Atomic Energy Agency [IAEA]- the organisation charged with promoting the use of atomic energy. On hearing the fireman's story, he leaned over to me and said: "You see! We said these were only transient disorders".  A rough translation of which might read: "Chernobyl? What's the  problem?"

IGNORING THE VICTIMS

The IAEA delegate's attitude was perfectly in keeping with that of his organization which, along with the International Commission on Radiological Protection [ICRP] exists in practice largely to play down the effects of radiation on human health, and to shield the nuclear industry from compensation claims from workers and the public. The IAEA was set up in the late 1950s by he UN, to prevent the spread of nuclear weapons and to promote the peaceful use of atomic energy-ironically, two contradictory objectives. The ICRP which evolved from the 1928 physician's organization, International Committee on X-Ray and Radium Protection, was set up in the nineteen fifties to explore the health effects of radiation and [theoretically] to protect the public from it. In fact, both organizations have come to serve the industry rather than the public.

The Chernobyl case is a classic example of the IAEA's inadequacy and questionable science. Despite massive evidence to the contrary, not least from the many thousands of victims themselves, the IAEA insists that only 32 people have so far died as a result of Chernobyl- those who died in the radiation ward of Hospital six in Moscow. All other deaths related to the disaster and its aftermath [and there have been many more than 10,000 in Ukraine alone according to the Minister of Health there] are ignored. Belarus had the highest fallout, and yet there is an international blackout among the IAEA and the rest of the "radiation protection community" on the suffering of its people.

The essential problem is that both the IAEA and the ICRP are dealing not with science but with politics and administration;  not with public health but with maintaining an increasingly dubious industry. It is their interests, and those of the nuclear industry, to play down the health effects of radiation.

RESTRICTIVE DEFINITIONS

The main way in which the  radiation protection industry  has succeeded in hugely underrating the ill-health caused by nuclear power is by insisting on a group of extremely restrictive definitions as to what qualifies as a radiation-caused illness. For example, under IAEA's criteria:

- If a radiation-caused cancer is not fatal, it is not counted in the IAEA's figures

- If a cancer is initiated by another carcenogen, but accelerated or promoted by exposure to radiation, it is not counted.

- If an auto-immune disease or any non-cancer is caused by radiation, it is not counted.

- Radiation-damaged embryos or foetuses which result in miscarriage or stillbirth do not count

- A congenitally blind, deaf or malformed child whose illnesses are radiation-related are not included in the figures because this is not genetic damage, but rather is teratogenic, and will not be passed on later to the child's offspring.

- Causing the genetic predisposition to breast cancer or heart disease does not count since it is not a "serious genetic disease" in the Mendelian sense.

- Even if radiation causes a fatal cancer in any one or serious genetic disease in a live born infant, it is discounted if the estimated radiation dose is below 100 mSv [mSv means millisievert, a measurement of radiation exposure. A nuclear worker is permitted between 20 and 50 mSv per year.]

- Even if radiation causes a lung cancer, it does not count if the person smokes- in fact whenever there is a possibility of another cause, radiation cannot be blamed.

If all else fails, it is possible to average over the whole body the radiation dose which has actually been received by only one part of the body or even one organ, as for instance when radio-iodine concentrates in the thyroid. This arbitrary dilution of the dose will ensure that the 100 mSv cut-off point is not reached.

This is the technique used to dismiss the sickness of Gulf War veterans who inhaled small particles of ceramic uranium which stayed in their lungs for more than two years, and in their bodies for more than eight years, irradiating and damaging cells in  a particular part of the body.

THE REAL VICTIMS

Despite the authorities' attempt at concealment, we can still begin to enumerate the real victims of the nuclear age. Although the calculations and statistics which I have brought to bear below do not include all of the human suffering that has been caused by the nuclear age, a closer look will show that the methodology is adequate for a first estimate of major damage. The magnitude of the harm already caused is startling, and even more so when we realise many types of damage have been omitted from this first estimate.

My estimate of radiation damage,  induced cancer, whether fatal or non-fatal [excluding non-fatal skin cancer], genetic damage and serious congenital malformations and diseases will be included in the figures. Other lesser human damage is acknowledged but not estimated. 

The nuclear industry uses the word "detriment" for the radiation damage which it considers to be important.  I have broadened that list.  Ultimately, whether or not one cares about the damage caused by radiation exposure, i.e. refers to it as "detriment",  is  a human, not a scientific question. Damage is damage, and causing an unwanted attack on someone's person or reproductive capacity is a violation of human rights. Such damage can be rated for importance, but it should not be arbitrarily ignored. 

"Statistics are the people with the tears wiped away" stated one of the Rongelap people of the Republic of the Marshall Islands, who 'hosted' the United States Bikini nuclear testing in the 1950s. This is the story of many tears, and of a hard hearted mindset that laid down the degree of suffering  and ill-health that would be the 'acceptable' price to pay for the world 'benefitting' from nuclear technology.

RISK ESTIMATES USED IN THIS ANALYSIS

In order to estimate the real victims of the nuclear industry [as opposed to those figures enumerated by the ICRP, IAEA and other nuclear apologists] I will take the customary risk estimates, indicate their probable range of error, and then extend the definition to cover related events not recognized as 'detriments' by the regulators. For example, while the nuclear regulators only take fatal cancers into consideration as 'detriments', others, especially those who endure a non-fatal cancer, may find their suffering equally worthy of consideration. And limiting genetic effects to live born offspring does not wipe away the tears of a family that has endured a spontaneous miscarriage or stillbirth.

ESTIMATING THE FATAL AND NON-FATAL CANCER RISKS

In 1991, the ICRP concluded that the projected lifetime risk of fatal cancer for members of the population exposed to one Sievert whole-body radiation at a low dose rate, was between seven and 11 excess fatal cancers, and seven to eight excess fatalities for workers in the nuclear industry  aged 25 to 64 years. We  extend these estimates to non-fatal cancers by estimating the total number of cancers which were used by the ICRP in order to obtain their number of fatalities. We therefore estimate  16 fatal and non-fatal cancers if we exclude non-fatal skin cancers, or 26 if we count them.  If the estimate of fatal cancers was too low by a factor of two then we can double these numbers.

The conservative estimate I will use for radiation induced cancer in this analysis is 16 per 100 Person Sieverts exposure, but the reader can adjust this estimate to suit other inclusions, exclusions or uncertainties.

ESTIMATING DAMAGE TO AN EMBRYO OR FOETUS

According to the BEIR Committee [Biological Effects of Ionizing Radiation] 1990 report, a dose of 150 mSv to human male testes will cause temporary sterility, and a single dose of 3.5 Sv will cause permanent sterility. According to the ICRP in 1991, just 5 mSv to the testes could cause damage to offspring - yet this dose was permitted yearly to members of the public, and ten times more was permitted to nuclear workers, in all countries prior to 1990. It continues today to be permitted yearly for nuclear workers in most countries.

Women carry with them all of the ova from birth which they will ever have. The threshold for permanent female sterilisation decreases with age, but in general about 650 mSv is considered to be the threshold for temporary sterility in women.  However, after the Bravo event- the detonation of a hydrogen bomb at the Bikini Atoll in the Pacific  in March 1954- the women of Rongelap Atoll experienced about five years of sterility. As they regained their fertility, they experienced faulty pregnancies, miscarrigies, stillbirths and damage to their offspring. Since some radionucleides can be retained in bone or fatty tissues, they are able to cross the placenta barrier and disrupt the developing embryo or foetus. Radionuclides in the mother's body can also be transferred to offspring in her breast milk.

The official nuclear industry definition of 'detriment' to offspring includes only serious genetic disease.  It eliminates damage not judged to be serious, and all teratogenic diseases [those which are not passed on to offspring]. For example, radiation exposure in utero could cause a child to be blind or deaf, but that blindness or deafness would not be passed on to the child's offspring. This would be called teratogenic damage and not counted.   Recently the 1990 BEIR committee  made one small concession in recognizing mental retardation in children exposed to radiation during the fifth to 15th weeks of their mother's pregnancy. Radiation kills brain cells, causing both an underdeveloped brain [microcephaly] and mental retardation. For the individual child, BEIR estimates that a dose in utero of 100 to 500 mSv can cause a range of problems from poor school performance to severe mental retardation. This analysis considers both genetic and teratogenic damage to be "detrimental".

GENETIC DAMAGE

The U.N. Scientific Committee on the effects of Atomic Radiation [UNSCEAR] and BEIR both agree that a population of one million live births, with 100 Person Sieverts exposure to parents, will result in one to three genetic damage effects to offspring. 

One can also use a second methodology to calculate genetic damage. 

The doubling dose for genetic effects [the dose that will cause twice as many genetic effects] is more contentious, with some geneticists claiming that it is 2.5 Sv, and others claiming much greater sensitivity with a 0.12 Sv doubling dose.  If the total average dose to parents is 100 Person Sieverts, there will be 4 genetic effects per million live births if the doubling dose is 2.5 Sv, but there will be 83 such effects if the doubling dose is 0.12 Sv. 

On the conservative side, we have taken 10 genetic effects to be the number of genetic effects for offspring of parents exposed to 100 Person Sieverts. 

ESTIMATE OF TERATOGENIC EFFECTS'

The damage to an embryo from ionizing radiation when in the womb is not ordinarily considered to be genetic (the exception would be when the radiation damages the gentic material of the fetus). Such irradiation can lead to some 30 different congenital anomolies including permanent damage to the brain, mental deficiency, skull deformities, cleft palate, spina bifida, club-feet, genital deformities, growth retardation and childhood cancer. A total of all those effects, including those resulting in early embryonic or fetal mortality, amount to 46, of which 25 are in live born. I will use the conservative estimate 25 for congenital damage in this analysis.

When we summarise those risk estimates to be used in this analysis, we get 16 cancers, 10 genetic effects and 25 congenital effects in life born offspring for a mixed (age and sex) population of one million exposed to 100 Person Sieverts of ionizing radiation. This is a total of 51 "victims" for each 100 Person Sieverts exposure, of which 31.4% are assumed to be cancers, 19.6% are genetically damaged and 49% were congenitally damaged but both categories were live born.

The task now is to apply those numbers to the UNSCEAR estimate of nuclear radiation exposure to  the global population, including atmospheric nuclear weapons testing  and electricity production from nuclear power over the past half century.

The nuclear atmospheric weapon testing caused 1,138 million victims, with an additional 3.2 million due to nuclear weapon production. 

Nuclear power has caused about 21 million victims and medical uses of radiation have produced another 4 million victims.  There have been both military and civilian nuclear accidents producing 16 million and 15 million more victims respectively.

This gives a grand total of 1,200 million victims of the nuclear age. About 1,156 are military related, 36 million are related to nuclear reactors, and 4 million are related to medical use.



This Opinion piece was prepared by Rosalie Bertell, PhD, GNSH, President of the International Institute of Concern for Public Health (Toronto, Canada) and Editor in Chief of International Perspectives in Public Health. Dr. Bertell is the recipient of many awards and five honorary doctorate degrees. She is the author of "No Immediate Danger: Prognosis For A Radioactive Earth" which has been translated into four languages.