Retrospettiva balcanica: Francesco Cossiga with Franjo Tudjman (30 novembre)


Grande amicizia ?

"giovedi' Francesco Cossiga, ex Presidente della Repubblica Italiana e senatore a vita, il primo uomo di Stato straniero ad aver ufficialmente visitato lo Stato croato - esattamente  il giorno dopo [16/1/1992] il suo riconoscimento internazionale [15/1/1992]."

http://marx2001.org/crj/DOCS/cossiga.html

l seguente articolo e' apparso su Glas Istre di venerdi' 16 gennaio 1998:

Il Presidente dott. Franjo Tudjman ha incontrato Francesco Cossiga

 IL RICONOSCIMENTO DELLA CROAZIA, UNA DELLE PIU' GIUSTE DECISIONI DI COSSIGA

ZAGABRIA (Hina) - Il Presidente della Repubblica di Croazia dott. Franjo Tudjman ha incontrato giovedi' Francesco Cossiga, ex Presidente della Repubblica Italiana e senatore a vita, il primo uomo di Stato straniero ad aver ufficialmente visitato lo Stato croato - esattamente il giorno dopo [16/1/1992] il suo riconoscimento internazionale [15/1/1992]. Di questo ha dato notizia l'ufficio presidenziale. Il Presidente Tudjman ha sottolineato che quella visita del signor Cossiga, vero amico della Croazia, significo' incoraggiamento per il popolo croato e rafforzo' la convinzione che la Croazia, in parte ancora occupata in quel periodo  [ci si riferisce alla presenza degli abitanti di religione ortodossa, contrari a diventare minoranza di uno Stato considerato per ragioni storiche e politiche straniero ed ostile; n.d.CRJ], avrebbe raggiunto la sua completa sovranita'. Il signor Cossiga vede la decisione italiana di riconoscere la Croazia e di instaurare rapporti diplomatici come una delle sue piu' giuste decisioni di politica estera statale.

Durante il colloquio e' stata espressa soddisfazione per il fatto che oggi, esattamente 6 anni dopo il riconoscimento internazionale, la Croazia [con la "reintegrazione" della Slavonia Orientale, cioe' della zona di Vukovar; n.d.CRJ] assume il potere sul suo intero territorio e con questo sugella la sua integrita'. Cosi', secondo l'opinione del signor Cossiga, sono stati sgombrati dal campo anche gli ultimi ostacoli alla integrazione euro-atlantica della Croazia. Il signor Cossiga ha in particolare affermato che impieghera' tutta la sua influenza per sostenere la Croazia nel raggiungimento di questi scopi. Rimarcando di avere accettato l'invito del Presidente Tudjman con grande piacere, il signor Cossiga ha portato al Presidente della Repubblica Franjo Tudjman i saluti del Presidente della Repubblica Italiana Scalfaro e del Presidente del governo Prodi, con la convinzione che l'Italia sviluppera' ulteriori rapporti di amicizia con la Repubblica di Croazia.

Vlatko Pavletic ha incontrato Francesco Cossiga nel club del Sabor

UN PROGRAMMA RICCO PER IL SENATORE A VITA

Il Presidente del Parlamento di Stato della Croazia, l'accademico Vlatko Pavletic, ha ricevuto giovedi' l'ex Presidente italiano e senatore a vita Francesco Cossiga, che si trattiene in visita per alcuni giorni in Croazia. Con il Presidente del Sabor [Parlamento] ed il senatore italiano ha partecipato ad un pranzo d'onore nel club del Sabor anche il vice-Ministro degli Esteri Ivo Sanader e l'ambasciatore italiano nella Repubblica Croata Francesco Olivieri. Cossiga visitera' giovedi' la Facolta' di Filosofia a Zagabria, e la sera dovrebbe essere presente al concerto d'onore nell'HNK [Teatro Nazionale Croato]. Il senatore italiano partecipera' venerdi' alla cerimonia di consegna dell'Ordine della Gratitudine dell'ONU nel Castello Presidenziale. Per sabato e' prevista una visita di Cossiga a Spalato, Trogir e Solin, per domenica la visita alla Nunziatura Apostolica e a Vukovar ed Osijek.
[Possibile che Cossiga non sia stato decorato anche con l'Ordine di Re Tomislav?! n.d.CRJ]



BALCANI
"In realtà  l'occidente c'è dentro come non mai in questo scannamento: la disgregazione dello stato Yugoslavo è stata voluta dai tedeschi e dal Papa (anche da Cossiga, ma forse la cosa conta poco) con il riconoscimento della Slovenia e della Croazia."

Il ruolo del Papa e Clinton

febbraio.1994.

NO ai bombardamenti

Gli ultimi titoli della Bosnia sono a favore del bombardamento dei serbi, oppure contro, sono sulle minacce serbe all'Italia, sul dramma tra Clinton e Eltsin (non si capiscono, riaprono la guerra fredda, forse si capiscono, evviva i bombardamenti), sulla parola del Papa l'appello neanche troppo velato dei bombardare i serbi perché la pace (quella

eterna dei serbi?) giustifica i mezzi aerei della NATO. In questo clima da ultimatum giornalistico oltre che di bombardamenti, emergono di nuovo i serbi come cattivi, gli USA con clinton e il Papa sono buoni, Eltsin e i russi oscillano tra i due, i bosniaci sono le vittime da aiutare, magari dando armi USA ai "bosniaci mussulmani perché almeno muoiono combattendo" (come dice un democratico al Congresso USA). Non credo che a molti sia chiaro cosa sta avvenendo in Bosnia-Erzegovina, a Sarajevo e a Mostar:

il Papa e la Caritas invocano la pace e chiedono bombardamento contro i serbi di Bosnia (il Papa) e aiuti per la Bosnia (la Caritas) che finiscono ai croati cattolici di Medjugorje che vengano bombardati dai croati e neppure ai mussulmani di Sarajevo perché sono troppo lontani. Una immagine emblematica della confusione è l'immagine dolorosa di una donna in mezzo a croci di legno: la foto e bellissima nel suo dolore. I titoli e le didascalie che la circondano parlano delle stragi fatte dai serbi:  eppure le croci della foto hanno scritte in cirillico e la donna e le croci non possono che essere serbe.

Clinton con le sue proposte di armi ai mussulmani è ridicolo: se c'è una cosa che non manca in Bosnia è proprio l'armamento. Anche la recente strage al mercato di Sarajevo, attuata con un nuovo tipo di granate [NDR: all'uranio impoverito?], potrebbe essere stata causata dai mussulmani che dai serbi.

Alla fine della guerra, Tito ordinò la consegna di tutte le armi: ne arrivarono pochine e anche malridotte, il che vuol dire che nessuno (già nel'45.)accettava di essere disarmato.

Oggi i bombardamenti possono al massimo fare vittime civili, ma la guerra si fa a terra sui vasti alti piani montuosi e nelle strette valli abitate. Ha ragione Montaneli a dire che le bombe non servono. Ma ha torto a dire cinicamente che le diverse etnie si scannano comunque e quindi la pace è impossibile in ogni caso: che si scannino, ma noi teniamoci fuori e risparmiamo sulle bombe.

In realtà  l'occidente c'è dentro come non mai in questo scannamento: la disgregazione dello stato Yugoslavo è stata voluta dai tedeschi e dal Papa (anche da Cossiga, ma forse la cosa conta poco) con il riconoscimento della Slovenia e della Croazia.

La disgregazione è continuata con gli aiuti ai nazionalisti croati e con il riconoscimento della Macedonia e l'embargo alla Serbia. La disgregazione è culminata con le mediazioni ONU sulla Bosnia: mediazioni che hanno accettato il criterio della pulizia etnica in base a cui Bosnia-Erzegovina veniva divisa in territori puliti etnicamente: ai mussulmani spettava 33% della loro repubblica. Si noti che questi territori non sono contigui: ci sono isole mussulmane nelle aree serbe e croate e viceversa. Come al solito gli zingari, gli ebrei e gli altri non contano. Izetbegovic aveva già accettato per mussulmani il 33% pulito etnicamente, quando gli USA (per questioni con mondo arabo, in particolare quello petrolifero) scoprono l'ingiustizia della mediazione ONU e Izetbegovic fa marcia indietro, rifiuta l'accordo già firmato e ottiene anche le promesse di armi USA.

I serbi a loro volta vengono soccorsi dai russi, mentre i croati continuano impunemente a cannoneggiare e a scannare i mussulmani, con l'aiuto di Dio che sembra avercela prima con gli ortodossi, poi con i mussulmani (anche Dio sembra ignorare zingari e ebrei).

In questo quadro, reso più che mai confuso dai nostri organi di informazione, si inseriscono le minacce dei serbi all'Italia con grossi titoli in prima pagina di tutta la grande stampa e TV. Chi ha fatto le minacce è Seselj, un fascista serbo che conta solo per le sue criminali azioni razziali in Serbia e dintorni (è uno degli scannatori). Ma in Serbia Seselj è una piccola minoranza all'opposizione. Fatte le debite proporzioni è come se Fini minacciasse la guerra dell'Italia alla Russia.

Si vorrebbe un intervento ONU più massiccio: ma che sia un intervento di pace che garantisca condizioni multietniche, che abolisca gli appoggi ai singolo nazionalismi, che consenta ai profughi e rifugiati il ritorno, che garantisca condizioni per elezioni democratiche basate sui diritti dell'uomo.