Il Resto del Carlino, 31 dicembre
«Mani legate da oltre quarant'anni»
http://ilrestodelcarlino.monrif.net/chan/2/3:1657146:/2000/12/31
Lorenzo Sani

 ROMA — «Sugli effetti dell'uranio impoverito abbiamo le mani legate da oltre 40 anni». La denuncia di Paolo Cento, deputato verde, contenuta nell'interrogazione rivolta al ministro della sanità Veronesi lo scorso 2 maggio, scopre un velo inquietante su tutta la vicenda proiettandola in una nuova luce. Cento sollecitò il ministro perchè in occasione dell'Assemblea mondiale della Sanità (Ginevra, 15-20 maggio) ponesse la questione per arrivare all'emendamento dell'accordo tra la Iaea (l'Agenzia internazionale dell'energia atomica) e l'Organizzazione mondiale della sanità: quell'accordo, datato 28 maggio 1959, «permette una notevole autorità da parte dell'Iaea sugli studi dell'Oms relativi agli effetti e ai rischi delle radiazioni sulla salute e sull'ambiente».

 «E' proprio in virtù di quell'accordo — prosegue Cento — che l'Oms ha le mani legate per denunciare i gravi rischi che si corrono con l'uranio impoverito. Se infatti l'Oms volesse effettuare uno studio epidemiologico in Iraq o nei Balcani, dovrebbe preventivamente chiedere l'autorizzazione alla Iaea che ha interessi opposti. Inoltre — ha concluso il parlamentare — l'Oms ha l'obbligo di fare approvare dalla Iaea ogni suo programma relativo agli effetti dell'energia nucleare sulla salute».

 Veronesi, però, non rispose mai a quell'interrogazione, nè si fece promotore di alcuna iniziativa.  «Se si intervenisse sull'Oms liberandola da tale pesante vincolo — commenta amaramente Paolo Cento — forse scopriremmo anche altre cose sconcertanti che attualmente vengono taciute».

 Questa può essere anche la chiave di lettura della mancata indagine sanitaria sull'esposizione all'uranio in Kosovo: l'Unep, l'agenzia Onu per l'ambiente, ha appena portato a termine una missione ambientale che ha sollevato le pesanti critiche (espresse in una recente interrogazione al Senato) di Tana de Zulueta e di due presidenti di Commissione (Affari esteri e Ambiente), Migone e Giovannelli, che chiedono, fra l'altro, «se molte delle risposte» fornite in questi giorni dalle istituzioni «siano affrettate e nella sostanza parziali, tali di suscitare il sospetto di posizioni preconcette e pericolose per gli studi e le analisi in corso».

 Intanto Valdo Spini, presidente della commissione Difesa della Camera, ha deciso di promuovere un'indagine conoscitiva per sapere «cosa si sa sulle conseguenze del DU nella Guerra del Golfo e sulle precauzioni da prendere al momento del dispiego della forza Nato nelle missioni in Bosnia e successive».

Nella foto: Paolo Cento



Commento: La precauzione migliore che possiamo suggerire è di non usare armi bandite da trattati di guerra internazionali che furono studiati apposta per evitare questi disastri.