30 Dic 2000
Il Resto del carlino
Uranio, la procura militare indaga sulla morte del carabiniere

 Roma, acquisita la documentazione sul caso. Il giovane, 31 anni, residente nel Varesotto, potrebbe essere stato ucciso dalle radiazioni sprigionate dai proiettili Nato in Bosnia

 ROMA, 30 DICEMBRE - La procura militare di Roma ha disposto l'acquisizione della documentazione e delle notizie relative al caso del carabiniere di 31 anni, morto - come ha riferito l'associazione Unarma - nel settembre scorso per un tumore dopo aver prestato servizio in Bosnia nel 1995.

 Il giovane carabiniere abitava con la famiglia a Samarate, nel Varesotto. In servizio nella Legione Lombardia, è morto all'ospedale di Busto Arsizio il 29 settembre scorso dopo due anni di calvario: il 31enne aveva partecipato alla missione di pace italiana nei Balcani ed era stato fra i primi a partire per la Bosnia. Il ragazzo era sposato e potrebbe essere deceduto a causa delle contaminazioni col micidiale uranio impoverito utilizzato nei proiettili e nei missili della Nato. Così sostiene l'Unarma.

 Secondo l'associazione, anche altri quattro carabinieri, tornati di recente in Italia dai Balcani, potrebbero essere contaminati ed ora sarebbero sotto osservazione. Il procuratore militare di Roma, Antonino Intelisano, competente ad indagare sui fatti riguardanti i militari italiani all'estero, ha già aperto da tempo un'inchiesta preliminare sui casi di decessi verificatisi tra il personale delle forze armate che ha prestato servizio nei Balcani: un fascicolo voluminoso che raccoglie ora - come viene confermato in ambienti giudiziari - anche i casi denunciati da Unarma.