Resto del Carlino, 18 dicembre
Giallo dell'uranio Altra morte sospetta
http://ilrestodelcarlino.monrif.net/chan/2/5:1616921:/2000/12/18

CAGLIARI — Da una parte l'Esercito e il ministero della Difesa continuano a gettare acqua sul fuoco, dall'altra, con cadenza ormai quotidiana, emergono nuovi casi di sospette leucemie tra i nostri militari impiegati nella Forza multinazionale nei Balcani. E la morte d'argento, cioè il rischio di contaminazione da uranio impoverito, è un'ombra sempre più opprimente.

Ancora avvolta dal mistero la morte di un militare della Croce Rossa di 39 anni, che sarebbe deceduto qualche settimana fa, stroncato da una leucemia. Anche questo soldato avrebbe operato in Bosnia come Salvatore Vacca, Andrea Antonaci, deceduti, ed il graduato della Brigata Sassari, ricoverato all'ospedale Binaghi di Cagliari.  Di altri due nuovi casi si è parlato ieri mattina nella conferenza stampa convocata dal generale Angelo Lunardo, responsabile del Comando militare autonomo della Sardegna, dopo le notizie apparse sui giornali. Il colonnello Giuseppe Valentino, direttore sanitario dell'Esercito per l'isola, ribadendo «che non esiste un nesso causale certo tra la probabile contaminazione da uranio impoverito contenuto in un particolare tipo di munizionamento anticarro utilizzato dalla Nato durante l'intervento in Kosovo e l'insorgenza di leucemie o altre malattie del sistema immunitario», ha portato alla luce altre due situazioni a rischio.

Dopo la Bosnia entra per la prima volta nel mirino anche il Kosovo, perchè questi due soldati avrebbero assolto la loro missione proprio nella regione in cui è concentato il maggior numero di proiettili anticarro (31 mila, secondo la Nato, «probabilmente anche di più», ci disse il sottosegretario all'Ambiente Valerio Calzolaio dopo il rientro della missione Unep da quelle aree) sparati dagli A-10 dell'Alleanza. Un militare è attualmente ricoverato per una patologia del sistema immunitario, con l'ingombrante sospetto che possa appunto trattarsi di leucemia.

Il secondo è un sottufficiale che, nonostante gli accertamenti abbiano rivelato "sintomi aspecifici", è tuttora in servizio. Anche nel suo caso l'affezione sarebbe a carattere immunitario-istologico. «Le dichiarazioni del ministro Mattarella — dice Falco Accame, presidente dell'Associazione vittime delle forze armate — secondo cui in Bosnia è stato usato uranio impoverito, fatto che era stato sempre negato, pone la questione se in quelle missioni i nostri reparti disponessero delle norme precauzionali, visto che finora la Bosnia era stata considerata immune dalla presenza di uranio». Dal canto suo il ministero della Difesa sottolinea che «le accurate indagini epidemiologiche sin qui effettuate hanno portato ad escludere l'esistenza di un fenomeno legato ad una presunta «Sindrome dei Balcani», denuciata dal resoponsabile delle forza armate del Belgio. Nella nota si ribadisce inoltre «che nessun impiego di proiettili all'uranio depleto risulta essere effettuato nell'area di Sarajevo» e per questo «la pretesa di riscontrare contraddizione tra le dichiarazioni rese dal ministro Mattarella a Modena e quelle precedentemente fornite dalla Difesa è infondata».

Sabato Mattarella, per la prima volta, ha parlato di «uso sporadico in Bosnia» di munizioni al DU. Fino al 22 novembre, come risulta da una sua dichiarazione all'Ansa, lo aveva sempre negato.
Nella foto: Salvatore Vacca

di Lorenzo Sani