24 dicembre
Resto del Carlino
«Uranio in Serbia, tutti sapevano»
http://ilrestodelcarlino.monrif.net/chan/2/5:1637777:/2000/12/24

ROMA — Gran lavoro di diplomazie per ricucire lo strappo tra l'Italia e la Nato sull'uso di bombe all'uranio impoverito nei Balcani. Il nostro ministro della Difesa Mattarella aveva negato che il governo fosse stato avvisato dell'impiego di quelle armi, la Nato lo aveva contraddetto. Alla fine, nella notte tra venerdì e sabato un comunicato da Bruxelles, aggiustava il tiro con una formulazione a mezza strada tra le due posizioni e ieri la Difesa italiana ha accolto «ufficiosamente», con soddisfazione, la rettifica. Non solo. La Difesa Italiana pubblica in tempo reale i risultati del monitoraggio nelle basi italiane in Bosnia: nessuna traccia di inquinamento da uranio. Anche se resta il dubbio che eventuali contaminazioni possano essere avvenute all'esterno delle basi.

La Nato. Il portavoce della Nato, Mark Laity, «al fine di chiarire la situazione relativa all'uso di munizioni con uranio impoverito» in Bosnia precisava venerdì notte che l'argomento non era motivo di alcun contrasto e che rappresentava solo una delle tante opzioni di utilizzo di armamenti nel teatro delle operazioni. «Dunque non è mai stata oggetto in seno all'alleanza di particolare dibattito o di particolari procedure informative».

«Nel momento in cui l'Italia ha chiesto lo scorso novembre il rilascio di precise informazioni in materia — ha concluso il portavoce — il quartier generale militare operativo dell' alleanza (Shape) le ha messe a disposizione del governo italiano». In altre parole: non ve l'abbiamo detto perché non ce lo avete chiesto. Quando lo avete fatto, non abbiamo avuto alcun problema a dirvi come stavano le cose. Il governo. Tanto è bastato, comunque, perché il nostro governo dichiarasse chiusa la polemica. Anche se in forma ufficiosa. Un breve dispaccio di agenzia: «Negli ambienti del Ministero della Difesa si registra oggi 'con soddisfazione' la conferma delle posizioni espresse dal ministro Sergio Mattarella in commissione difesa della Camera, giovedì scorso, sulla vicenda dei proiettili ad uranio impoverito. Con una formula inconsueta — dicono le stesse fonti — e cioè con una dichiarazione ufficiale del portavoce della Nato (che faceva seguito a precedenti indicazioni ufficiose), nella tarda serata di ieri è stato infatti precisato che non c'era stata alcuna particolare procedura informativa sull'argomento agli alleati. Con una precisazione. La richiesta ufficiale di informazioni italiana alla Nato sull'impiego di munizioni a uranio impoverito in Bosnia — a quanto indicato da Mattarella alla Camera — recava la data del 27 novembre scorso; le informazioni dettagliate della Nato — a quanto si apprende — sono giunte in Italia il 21 dicembre, quando il ministro ne ha riferito al Parlamento.

Il monitoraggio. Chiarito l'equivoco con la Nato, la Difesa ha reso noto il risultato del monitoraggio compiuto dalla commissione presieduta dal contrammiraglio Francesco Andreucci sui campi che attualmente ospitano gli alpini della Julia e sulle basi che hanno ospitato i nostri militari dal '95. Nessuna traccia di uranio. Ma non mancheranno le polemiche: i campi e le caserme sono «puliti», ma qual è la situazione all'esterno?

p. be.