Lettera ai Presidenti Repubblica e del Consiglio (22 novembre)

Taranto, 22 novembre 2000

Al Presidente della Repubblica
Al Presidente del Consiglio

Oggetto:  sottomarini a propulsione nucleare difettosi

Le scriviamo allarmati per il rischio che l'Italia ha corso nel maggio scorso con il transito del sottomarino a propulsione nucleare Tireless nelle acque vicine alla Sicilia.

Considerando

- la gravita' dell'incidente accaduto al Tireless;

- che i controlli a cui sono stati sottoposti i sottomarini gemelli non sono garanzia che la grave avaria del Tireless non si ripresenti nuovamente;

- che una ragionevole fase di prova richiede mesi di test e che e' bene che tali prove non avvengano nelle acque territoriali italiane;

chiediamo

che il governo italiano si attenga in maniera stretta e rigorosa al "principio di precauzione" della Dichiarazione ONU di Rio de Janeiro del 3-14 giugno 1992 che l'Italia ha sottoscritto ed in particolare all'art.15 che recita: "Gli Stati, a seconda delle loro possibilità, devono applicare largamente misure di precauzione per proteggere l'ambiente. In caso di minaccia di danni gravi o irreversibili, l'assenza di certezze scientifiche assolute non deve servire da pretesto per ritardare l'adozione di misure convenienti miranti a prevenire la degradazione dell'ambiente."

Richiediamo pertanto al Governo italiano

- che non conceda l'autorizzazione di attracco e navigazione in acque territoriali ai sottomarini a propulsione nucleare inglesi soggetti ad avaria (come i sottomarini inglesi delle classi Trafalgar e Swiftsure);

- che in particolare venga tenuto lontano dall'Italia il sottomarino a propulsione nucleare inglese Triumph (sosia del Tireless);

- che la stessa misura venga estesa ad altri sottomarini nucleari basati su propulsori gia' soggetti a crepe nel reattore e di cui si sospettano difetti di progettazione;

- che (cosi' come ha chiesto il governo spagnolo per il Tireless) vengano richiesti i piani di emergenza dei sottomarini nucleari che intendano transitare nelle acque nazionali.

Le ragioni scientifiche e precauzionali di questa richiesta sono ampiamente spiegate nella scheda allegata.
Si chiede una risposta da inviare a:

Comitato contro il rischio nucleare
c/o PeaceLink
c.p.2009
74100 Taranto

Distinti saluti
(firma)



 Scheda allegata

Dopo l'incidente (accaduto al largo della Sicilia il 12 maggio) il Tireless ha chiesto di dirigersi verso un porto italiano, ma gli e' stato negato il permesso. Questo e' quanto si puo' leggere sul sito Internet
http://www.btinternet.com/~warship/Today/tboat.htm

Il sottomarino a propulsione nucleare britannico "Tireless" in avaria aveva gia' perso liquido radioattivo vicino alla Sicilia. Ignoriamo per ora dove intendesse attraccare, non si puo' escludere che volesse dirigersi verso la base navale di Taranto con il suo Arsenale Militare.

Per dare un'idea di cio' che e' successo nel "cuore radioattivo" del sottomarino Tireless, si vedano le crepe nel sistema di propulsione nucleare.
Sono su Internet:
http://ds.dial.pipex.com/cndscot/images/pwr1a.gif
http://ds.dial.pipex.com/cndscot/images/pwr1b.gif

Sul The Guardian del 28/10 si evidenzia la gravita' dell'incidente e il fatto che non si sia andati molto lontani dall'innescare cio' che piu' si teme in un reattore nucleare, ovvero la fusione del nocciolo: una Chernobyl in mare.

Tutto cio' e' stato mantenuto segreto e solo la disgrazia del sottomarino russo Kursk ha consentito che il mostro radioattivo ormeggiato oggi a Gibilterra facesse breccia in qualche notiziario.

Ora a Gibilterra il Tireless sta provocando forti preoccupazioni e un coro crescente di proteste dei cittadini e delle autorita' spagnole a cui viene negata la possibilita' di compiere adeguati controlli.

Dopo il segreto iniziale che ha accompagnato il Tireless nel suo viaggio dal luogo dell'avaria (al largo della Sicilia) fino alla base di Gibilterra e la sua successiva permanenza, si e' venuti a sapere che:
- il sottomarino aveva rilasciato dell'acqua dal circuito di raffreddamento (e quindi radioattiva) in mare aperto;
- la crepa nel circuito di raffreddamento non era di 2mm, ma di vari centimetri;
- la posizione della crepa non riguarda solo la tubatura secondaria che porta al pressurizzatore, ma coinvolge anche la tubatura principale del circuito di raffreddamento;
- il difetto non era occasionale, ma strutturale, e quindi riguardava tutti i reattori montati a bordo di due classi di sottomarini inglesi (Trafalgar e Swiftsure), in seguito richiamati per riparazioni.

Ci giunge la segnalazione che il Triumph, un sottomarino "gemello" del Tireless in avaria, ora e' stato "controllato" e verra' rimandato in missione; secondo il governo britannico non manifesterebbe i problemi rilevati sul Tireless e su altri 6 sottomarini della medesima classe.

Il Triumph ha operato nel Mediterraneo fino al 21 ottobre scorso, sostando nel porto di Tolone (Francia); probabilmente il Triumph ora ritornera' pericolosamente vicino a noi.

Abbiamo inviato al Ministro della Difesa, al Ministro dell'Ambiente e al Ministro della Sanita' una pressante richiesta affinche' anche al Triumph - cosi' come al Tireless - venga negato l'accesso ai porti e alle acque territoriali italiane e che una simile precauzione venga applicata per tutti i sottomarini della stessa classe del Tireless.

La richiesta, a Taranto, e' stata inviata anche al Prefetto e al Sindaco; l'iniziativa si sta estendendo anche agli altri undici porti a rischio nucleare.

Chiediamo che venga applicato un elementare principio di prudenza, il cosiddetto "principio di precauzione" in base al quale va interdetta la potenziale nocività per ogni tecnologia di cui non e' comprovata la sicurezza sulla base di una sufficiente quantità di anni di esperienza.

Nel governo italiano questo "principio di precauzione" e' stato oggetto di esame per gli alimenti contenenti organismi geneticamente manipolati (OGM): perche' non estenderlo anche a quei sottomarini nucleari inglesi (e americani) mal progettati che sono molto piu' pericolosi?

Facciamo presente che in presenza di simili sottomarini che hanno presentato difetti strutturali al propulsore nucleare, non possiamo piu' parlare solo di "rischio nucleare" ma di vero e proprio "pericolo nucleare".

Comitato contro il rischio nucleare

Al comitato aderiscono le seguenti associazioni joniche: Associazione per la Pace, Associazione Sud, Chiesa Valdese, Cobas, Comitato contro l'elettrosmog, Coop.Robert Owen, Legambiente, Parrocchia Regina Pacis, Pax Christi, PeaceLink, Missionari Saveriani, WWF. Per sostenere l'iniziativa:
conto corrente postale 13403746 intestato a PEACELINK, c.p.2009, 74100
Taranto.  Per contatti via Internet: a.marescotti@peacelink.it
Documentazione: http://www.peacelink.it/tematiche/disarmo/porti.shtml



Ciao a tutti,

oggi, presso la Biblioteca della Chiesa Valdese (via Gen.Messina 71,
Taranto, ore 18.30), si terra' un incontro pubblico in cui verra'
sottoscritta e spedita ufficialmente questa lettera del Comitato contro il
rischio nucleare di Taranto.

Sarebbe pero' importante che questa lettera fosse inviata da tutta l'Italia
per manifestare una pressione diffusa e una presa di coscienza radicata.
Infatti occorre aggiungere alla presa di visione dei piani di emergenza
nucleare anche la RICHIESTA DI DIVIETO DI ATTRACCO e navigazione
in acque territoriali per i sottomarini "pericolosi".
Scrivete anche ai parlamentari.
Fatemi sapere...
Alessandro



Nota: In Italia esiste certamente un partito peggiore di quello di Haider (l'Austria viene odiata dai nuclearisti perché unico stato veramente antinuclearista in Europa e perché ha rifiutato lo spazio aereo agli aerei dei bombardamenti all'uranio): quello dei dementi-assenti che invece di preoccuparsi dei nostri problemi reali di cittadini, sia civili che militari, usano il problema degli immigrati, creati dai "Loro" bombardamenti umanitari, dalla "Loro" cooperazione internazionale (quando, come aiuti alimentari, inviavano le derrate contaminate di Cernobil nei paesi del terzo mondo dove ora, guardacaso, si riscontra un altissimo tasso di "AIDS"), per attaccare le forze nuove che stanno cercando di riportare il paese in una condizione dignitosa. Sono gli stessi traditori che avevano lanciato la "caccia al gladiatore" pochi anni fa. Gli stessi che oggi ignorano le denunce del Carabiniere Mattioli. Gli stessi che vogliono riscrivere la storia a modo loro (vedi Corriere della Sera, 22 novembre, a pag. 35). Ma non passeranno.