Panorama, 26 gennaio
La «bomba» Basilicata. Plutonio, uranio: la verità sui traffici radioattivi
http://www.mondadori.com/panorama/ultime/plutonio.html
di Giacomo Amadori

 Combustibili nucleari da smaltire, 007 stranieri pronti a comprarli, perdite di rifiuti altamente inquinanti. È un giallo internazionale che ruota intorno a un laboratorio di ricerca vicino a Matera. Sul quale, ora, un magistrato vuol vederci chiaro.

QUI SI NASCONDE IL PERICOLO
La pianta del centro ricerche Enea della Trisaia di Rotondella. Vi lavorano 280 persone tra tecnici e ingegneri. L’impianto era destinato a riprocessare e produrre combustibile nucleare, contenente uranio e torio. In realtà nel laboratorio la produzione non è mai iniziata. Dal ’75 al ’78, nel cosiddetto impianto Itrec, sono stati «rigenerati» 20 elementi di combustibile radioattivo proveniente dal reattore nucleare di Elk River, Minnesota. Da allora l’impianto è ufficialmente fermo.

1) Una piscina d’Uranio
Impianto Itrec. Tra il 1975 e il 1978 qui sono state sciolte 20 barre di combustibile irraggiato contenenti uranio e torio provenienti dagli Usa. Oggi nella piscina (grandezza: 30 metri quadrati; profondità: 7 metri) ci sono ancora 64 elementi irraggiati non riprocessati che contengono 72 kg di uranio e 1.600 di torio.

2) I pozzi di cobalto e cesio
Qui si trova un monolito di cemento con all’interno quattro pozzi contenenti circa 26 metri cubi di rifiuti radioattivi (soprattutto cobalto e cesio) degli anni Sessanta. Il «sarcofago» è seppellito e ricoperto da bitume. Rappresenta il principale pericolo ecologico della zona.

3) La betoniera dei rifiuti
È la zona Waste 1. Qui si trova l’impianto Sirte-Mowa. È in pratica la «betoniera» dove i rifiuti radioattivi vengono amalgamati con il cemento. Nel dicembre scorso sono stati solidificati 2,7 metri cubi di rifiuti ad alta attività. Ora nel centro della Trisaia ci sono circa 2.960 metri cubi di rifiuti solidi.

4) Batterie da smaltire
In un bunker protetto, nel serbatoio W120, si trova la soluzione liquida di acido nitrico, ossidi di uranio (20 chili) e torio (500). È il risultato del riprocessamento di 20 elementi di combustibile americano (le «batterie» dei reattori nucleari).

5) Fusti radioattivi
In quattro capannoni bianchi sono conservati 335 fusti da 400 litri di materiale altamente radioattivo (prodotti di fissione come cesio e stronzio) e 433 fusti di sostanze meno pericolose. Sono stoccati qui anche 293 fusti con residui biomedicali e 6 contenenti le punte radioattive di parafulmini.

La procura della Repubblica di Potenza ha aperto un’inchiesta sul centro di ricerche Enea della Trisaia, vicino a Rotondella (Matera).

L’ipotesi di reato è che all’interno del centro sia avvenuta una produzione illecita di materiale radioattivo e su questo aspetto verrà presto interrogato un testimone chiave, un ingegnere dal nome in codice «Billy».

È quanto rivela Panorama, nel numero da domani in edicola, in relazione alle indagini in corso per verificare se alla Trisaia sia stato possibile produrre plutonio, la materia prima della bomba atomica.

Fu proprio il teste «Billy», nel corso di una precedente inchiesta, a rivelare che materiale radioattivo potrebbe essere sfuggito ai contabili del centro per essere forse rivenduto all’Iraq.

Anche il giornalista scozzese Nic Outterside sarà nei prossimi giorni ascoltato come testimone in relazione a un suo articolo in cui denunciava, nel 1996, la scomparsa dalla Trisaia di 27 elementi di combustibile, potenzialmente «27 chili di ossido di uranio utilizzabile a fini militari» che «potrebbero essere finiti nelle mani della mafia italiana».

Il direttore della Trisaia, Donato Viggiano, intervistato da Panorama, respinge ogni accusa: «Siamo tranquilli, qui di plutonio non ne abbiamo mai visto».

Cento ettari ad alto rischio
Il centro ricerche Enea della Trisaia si trova nel comune di Rotondella provincia di Matera

100: gli ettari di terreno che occupa il centro ricerche.
280: i dipendenti, 28 nel settore nucleare.
843.556: i miliardi di becquerel (l'unità di misura della radioattività) sprigionati dai 2.958 metri cubi di rifiuti radioattivi del sito (per l'uomo la soglia di sicurezza è per esempio 100 becquerel di cesio).
64: gli elementi di combustibile conservati nella piscina. Contengono 72 chili di uranio e 1.607 di torio.