CAGLIARI
domenica 25 febbraio 2001, Le Ceneri
Un killer chiamato uranio
Due giorni di convegno sulle guerre umanitarie
http://www.lanuovasardegna.kataweb.it/lanuovasardegna/arch_25/cagliari/cronaca/sd301.htm
Daniela Paba

CAGLIARI. Si immagini per capire il bombardamento di Porto Marghera, o della Saras, con colonne di fumo che bruciano per settimane, nubi nere cariche di residui degli idrocarburi che si spostano col vento sui campi coltivati della pianura padana, oppure sulle colline toscane. Si immagini ancora che fiumi d'arsenico vengano versati nei pozzi d'acqua potabile; si immagini infine che trentamila o forse cinquantamila proiettili all'uranio impoverito e plutonio vengano lanciati a tappeto da diecimila metri di altezza: l'impatto produrrà una nuvola di polveri finissime che rimarrà nell'aria per mesi. Respirando quell'aria si muore, si muore di cancro. E delle nuove guerre, più cancerogene che chirurgiche, hanno parlato testimoni e scienziati riuniti dal Comitato contro la guerra di Cagliari nel convegno che si è svolto venerdì e sabato all'Ersu dal titolo "Guerre Umanitarie e Uranio Impoverito". Ad aprire il convegno è intervenuto Loris Campetti, inviato del Manifesto nei Balcani, quindi Franco Marenco fisico dell'Enea, Marco Cristaldi biologo, docente di Anatomia e Angelo Baracca docente di fisica all'Università di Firenze, tutti appartenenti Comitato Scienziate e scienziati contro la guerra. Contro le nuove guerre scatenate dagli Usa come, dove e quando vogliono per un nuovo ordine mondiale che li renda padroni delle risorse ovunque nel mondo Loris Campetti ha ricordato i bombardamenti delle fabbriche di Pvc di Pancevo: la nube tossica prodotta lì arrivò fino in Romania; e oggi a Sarajevo nascono bambini deformi, i casi di tumore all'ospedale oncologico di Belgrado sono aumentati del 70% e i tumori al seno del 300%.

Sull'Uranio impoverito, il metallo della discordia, gli scienziati hanno avanzato quattro tesi fondamentali: la prima sostiene che non solo è dannoso perché tossico, ma soprattutto perché inalato o ingerito attraverso alimenti è "attivo dal punto di vista radiologico", cioè radioattivo. La seconda è che le guerre degli ultimi dieci anni hanno usato uranio e plutonio nonostante la risoluzione Onu del 1996 abbia decretato "l'eliminazione delle armi di distruzione di massa... e in particolare delle armi nucleari, chimiche, biologiche o contenenti uranio impoverito". La terza sostiene, dati alla mano, che è lecito attendersi l'insorgenza di tumori da DU sia nei militari italiani che nelle popolazioni civili; la quarta e ultima chiarisce la difficoltà di determinare sperimentalmente la presenza dell'Uranio impoverito. Per certo le popolazioni maggiormente esposte sono i civili locali che hanno raccolto materiale contaminato per bonificare i terreni oppure i bambini che ancora giocano con i residui dei proiettili, oltreché naturalmente i militari.