sabato 30 dicembre 2000, S. Ruggero
La Nuova Sardegna
Uranio, un altro caso
In Portogallo controlli su 900 soldati

ROMA. Falco Accame, rappresentante delle famiglie dei militari ed ex presidente della commissione Difesa alla camera, lancia un nuovo allarme sul fronte dell'uranio impoverito e critica in un documento la posizione del presidente del Consiglio. «Un sottuficiale attualmente a Roma ha segnalato di essere affetto da patologia al rientro in Italia dai Balcani. Altri non hanno il coraggio di denunciare infermità perchè se non viene concessa la causa di servizio si verrebbero a trovare in situazioni di estrema difficoltà», dice Accame. «La normativa sulla causa di servizio - aggiunge - è superata, visto che risale ad epoche anteriori alle radiazioni atomiche».

«Da notare poi che i pericoli di radiazioni possono esistere anche nei poligoni di tiro dove si sperimentano proiettili perforanti contro carri armati o comunque corazzature. E non esistono mezzi adeguati a rilevare in ogni caso questi pericoli, essendo la maggior parte delle attrezzature cosiddette NBC del tutto obsolete», sottolinea Accame. «Quanto alle preoccupazioni che l'intera vicenda dell'uranio impoverito desta, non si capisce cosa intenda il presidente del Consiglio quando afferma: "Dobbiamo usare con correttezza i dati di cui disponiamo evitando ad esempio di abbinare la notizia dell'uranio impoverito su Sarajevo a quella degli 11 malati di leucemia quando solo 5 di loro sono stati in Bosnia". Per caso queste 5 drammatiche vicende gli sembrano poche? Oppure pensa di applicare la logica di Trilussa e le sue concezioni statistiche?».

Intanto mentre la polemica non accenna a sopirsi, il Portogallo cambia posizione e decide di non sottovalutare il rischio di contaminazione da uranio impoverito per i militari che sono stati nei Balcani. Perciò il ministero della Difesa portoghese sottoporrà 900 soldati che hanno prestato servizio in Kosovo a esami per verificare se siano stati contaminati da radiazioni. Lo ha annunciato lo Stato maggiore generale delle Forze armate, spiegando che i militari hanno a loro disposizione assistenza medica permanente. Il governo è stato costretto a fare marcia indietro, dopo che fino a venerdì scorso era sembrato alquanto restio a un controllo di massa dei soldati impegnati nei Balcani. I partiti d'opposizione hanno chiesto tutti che venisse fatta piena luce sulla vicenda anche sull'onda della denuncia fatta dal padre di un soldato morto tre settimane dopo il suo rientro dal Kosovo. Fonti militari di Lisbona hanno negato che il decesso del paracadutista Hugo Felipe de Costa Paulino abbia nulla a che vedere con i proiettili all'uranio impoverito in dotazione alla Nato. Ma il padre, Luis Paulino, ha dichiarato al quotidiano "Publico" che il figlio aveva accusato gli stessi sintomi di tre militari italiani morti di leucemia al ritorno da missioni nei Balcani e ha preannunciato che chiederà l'esumazione della salma del ragazzo.

E del resto ieri, la proposta di analizzare a livello europeo la cosiddetta 'sindrome dei balcani', i casi di cancro riscontrati in soldati che hanno operato in quell'area, è stata avanzata ufficialmente anche dal ministro della difesa belga. La proposta è stata formulata dal ministro Andrè Flahaut in una lettera inviata al collega svedese Bjorn von Sydow, il cui paese assume per sei mesi la presidenza di turno dell'Ue da lunedì prossimo.

I problemi di salute avuti da militari che hanno partecipato a missioni di pace nei Balcani dovrebbero essere "analizzati e dibattuti per la prima volta a livello europeo", ha scritto il capo della diplomazia del Belgio, paese di turno dell'Ue nella seconda metà del 2001. Mettendo in comune dati ed esperienze si dovrebbe "guadagnare un bel po' di tempo nel campo della ricerca specifica di questo problema", ha affermato ancora Flahaut sottolineando che l'approccio europeo permetterebbe inoltre di rispondere alle domande dei militari malati e di aumentare la sicurezza di future missioni militari all'estero. La 'sindrome dei Balcani' interessa ormai cinque paesi: Belgio, Olanda, Italia, Spagna e Portogallo.