La Nazione, 19 dicembre
L'uranio diventa un caso di Stato
http://lanazione.monrif.net/chan/2/7:1618699:/2000/12/19

ROMA — L'uranio impoverito deflagra sempre più anche in parlamento. C'è un fronte trasversale agli schieramenti politici che mette pressione sui ministeri della Difesa e della Sanità per sapere la verità sui rischi che corrono o hanno corso le nostre truppe impegnate nella ex Jugoslavia.

Sospetti e ombre che hanno già lasciato sul campo tre morti di leucemia o linfoma non Hodgkin e quattro ammalati. L'ultimo, di cui si è avuta notizia ieri, sarebbe un caporalmaggiore di 23 anni, al quale, rientato dal Kosovo, è stato diagnosticato lo scorso dicembre un linfoma.

Intanto uno dei due militari della Brigata Sassari che al rientro dal Kosovo accusava problemi al sistema immunitario e epiteliale è stato trasferito all'ospedale oncologico Businico. Il volontario del 152° reggimento, stando ai familiari, è sereno.

Deputati e senatori, dalla maggioranza all'opposizione, vogliono sapere se possa esserci un nesso tra l'uso di tali armamenti in dotazione alla Nato (ma non solo) e le patologie del sistema immunitario che hanno seminato morte e malattie. A tutti Mattarella dà la risposta che ha sempre fornito in questi giorni di crescente polemica: «Noi non sottovalutiamo e non trascuriamo alcuna verifica. Ma allo stato attuale tutti i dati, gli elementi e le notizie acquisite, dimostrano che non vi è motivo di allarme collegato con i luoghi in cui operano i nostri soldati nei Balcani».

Presto sarà chiamato a riferire in Commissione Difesa, come ha preannunciato il presidente Valdo Spini, «per fornire le informazioni sugli accertamenti svolti e perché si possano dare certezze alle famiglie dei militari impegnati in missione». Al momento non ha strumenti per dare risposte il ministro della Sanità Veronesi, che ha dichiarato «di non essere in grado di verificare la fondatezza scientifica» tra l'impiego dei proiettili all'uranio impoverito e i gravi casi insorti nella truppa.

«Non disponendo di dati epidemiologici scientificamente validi — ha detto Veronesi — l'Istituto Superiore di Sanità e il ministero non possono avvalorare la connessione, perché è impossibile effettuare uno studio utilizzando parametri relativi ai fattori di rischio raccomandati dagli organismi internazionali di radioprotezione».  I senatori Verdi Semenzato e Manconi, in un'interrogazione a Mattarella, chiedono «per quale motivo non sia stato chiesto alla Nato se è stato usato munizionamento al DU anche in Bosnia», ma anche la Serbia chiede chiarimenti, perché tali proiettili «sono presenti anche negli armamenti del Patto di Varsavia».

I nostri militari, a differenza di quelli americani che ricevettero tutte le istruzioni anti-DU nel '93, sono stati per la prima volta informati dal manuale redatto dal colonnello Osvaldo Bizzarri, solo il 22 novembre 1999.

Chiarezza chiedono sei deputati Ds e Piergiorgio Massida di Forza Italia in un'interrogazione inviata alla Difesa e al ministro Veronesi. La procura militare di Roma per ora sta alla finestra. Il pm Antonino Intelisano ha aperto da tempo un corposo fascicolo che conterrebbe notizie sui morti e i malati, ma anche studi scientifici.
Nella foto: Sergio Mattarella

di Lorenzo Sani