Mucca pazza, o solo un po' sfortunata? (ANSA, 2 marzo)

(ANSA) - COSENZA, 2 MAR - Una eccessiva presenza di manganese nei pascoli e nelle riserve di acqua potrebbe essere all' origine della Bse, il virus della mucca pazza. A sostenerlo è uno studioso calabrese, il prof. Nicola Uccella del Centro di ricerche in alimenti mediterranei dell' Università della Calabria, che si rifà anche a studi di altri scienziati.

 Il prof. Uccella afferma che un primo caso di mucca pazza potrebbe essersi verificato nel '56 a Rocca Imperiale, nell' alto Jonio cosentino. Lo studioso riferisce del racconto fatto dal proprietario della mandria circa una malattia che colpì un bue che presentava gli stessi sintomi della Bse.

 «Ancora oggi - sostiene Uccella - sulla mucca pazza e sul bue pazzo si sa poco. Su Chemistry and Industry del 5 febbraio, la rivista della Società di chimica industriale britannica controllata da scienziati e premi Nobel, David R. Brown, del Dipartimento di biochimica dell' Università di Cambridge, sostiene con argomentazioni documentate attraverso pubblicazioni scientifiche apparse tra il '98 e il 2000 su Pnas, Nature, Neurochemistry ed Embo journal, una differente irpretazione circa l'origine della Bse. Oltre al trattamento insetticida con Phosmet, contenente un pesticida organofosforico e talimide (la base del talidomide), le mucche divenute pazze hanno sofferto di un disequilibrio tra rame e manganese, causa della conversione del prione da buono in cattivo».

 Il prione è una proteina presente nel sistema nervoso centrale composta essenzialmente di rame. L' ipotesi avanzata è che questa proteina possa degenerare a causa di una diminuzione del rame (dovuta anche alla penetrazione del talidomide presente nel Phosmet) ed un aumento del manganese.

 «Da una indagine svolta presso il Cirasaia, ricerche in alimenti mediterranei, presso l' Unical - afferma Uccella - la professoressa Rosanna De Rosa, geochimica esperta sulla geologia in Calabria, è giunta a convalidare il possibile nesso tra il bue pazzo di Rocca Imperiale e l' incidenza di manganese in quell' area. Nell' area di confine tra la Calabria e la Lucania, affiorano diffusamente terreni vulcano-sedimentari; rappresentano il substrato roccioso ideale per la formazione di giacimenti ed accumuli anomali di manganese nei suoli e nelle acque. Il manganese è tra gli elementi più abbondanti in natura e si ritrova nella struttura di molti minerali, silicatici e carbonatici. Per confermare l'indagine sperimentale, risulta prioritaria ed imprenscindibile la costruzione di mappe territoriali della distribuzione di manganese nei suoli e nelle acque, in particolare in quelle aree geografiche dove affiorano in superficie rocce madri, considerate fonti di anomalie di concentrazione di questo elemento».

 Secondo il prof. Uccella, il morbo della mucca pazza nel '56 può essersi verificato per un eccesso di manganese depositato nel suolo ed assorbito dal bovino al pascolo. «La verifica delle relazioni tra struttura, conformazione ed attività biologica di segmenti proteici del prione a conformazione mutata - dice il prof. Nino Russo, ordinario di chimica teorica secondo quanto riferito dal prof. Uccella - verrà eseguita mediante l'analisi conformazionale e dinamica dei segmenti liberi, in presenza del rame fisiologico e del manganese, suo sostituto nella supermolecola mutuante del prione cattivo».

 Da quanto si è saputo, le verifiche in corso consistono nell' inserire manganese nel prione per verificare l'eventuale degenerazione della proteina. In una seconda fase sarà accertata la quantità di manganese presente nel cervello degli animali colpiti dal morbo della Bse. (ANSA).

 YLP-SGH 02-MAR-01 19:17 NNN



Commento: se tanto può il manganese, figuriamoci il cesio, lo stronzio, il trizio, etc. etc.