Il Messaggero, 24 gennaio
Privacy/ Sono 95 milioni di schede
Raccolta dossier dell’Arma “eccessiva” per il Garante
http://www.ilmessaggero.it/hermes/20010124/01_NAZIONALE/INTERNI/D.htm

ROMA - Ammontano a circa «95 milioni» le schede raccolte e catalogate negli anni dai carabinieri, su cui il Garante per la protezione dei dati personali, dopo una verifica, ha emesso un verdetto sostanzialmente negativo. Nessuna violazione di legge, ma l’ufficio del Garante della privacy, presieduto da Stefano Rodotà, fa notare la «proliferazione eccessiva» dei dossier e invoca un «urgente intervento normativo» e una immediata nuova disciplina interna, per «completare le garanzie dei cittadini». Anche se i trattamenti dei dati da parte dell'Arma sono sostanzialmente in linea con la normativa vigente, le informazioni contenute nei fascicoli permanenti custoditi nei comandi dei carabinieri sono «ormai in contrasto con i sopravvenuti principi» in materia di protezione dei dati. Perciò è partita una segnalazione al presidente del Consiglio e al ministro della Difesa.

«Le comunicazioni dell'Authority mi hanno rinfrancato. È la prova - dice l'appuntato dei Cc Valerio Mattioli, che denunciò pubblicamente l'esistenza di milioni di pratiche raccolte nelle 5000 stazioni dell’Arma su persone vive e morte e su aziende - che la mia denuncia non era infondata, che è stata raccolta una mole enorme di dati e che il numero delle schede è addirittura superiore ai 70 milioni di cui avevo parlato».

I correttivi indicati dal Garante prevedono, tra l'altro, termini di conservazione «più proporzionati»; nuovi livelli di consultazione; particolari «cautele» per i dati più antichi, specie per quanto riguarda i giudizi e i dati sensibili; la verifica periodica della «pertinenza e non eccedenza» delle informazioni rispetto ai fini perseguiti. Il comando generale dell’Arma ha collaborato con l'Autorità garante con la quale si è impegnata «a definire in tempi brevi una nuova disciplina interna sulle modalità di verifica, aggiornamento, conservazione ed eventuale distruzione dell'ingente materiale informativo raccolto in passato». Un altro richiamo il Garante per la privacy l’ha fatto sui dati comunicati al Centro elaborazione dati del Dipartimento di pubblica sicurezza, per i quali serve un «aggiornamento selettivo». Quei dati, sottolinea tra l'altro il Garante, che ne discuterà con lo stesso Dipartimento di polizia, devono essere «effettivamente rilevanti per le finalità di tutela dell'ordine, della sicurezza pubblica e della prevenzione e repressione della criminalità».