Il Messaggero, 31 dicembre
Dopo la morte di un carabiniere anche la Camera promuoverà un’inchiesta.
Il Cocer: niente allarmismi
Uranio, altri venti militari malati
Sotto osservazione un gruppo di reduci. Nuove indagini del pm Intelisano
http://www.ilmessaggero.it/hermes/20001231/01_NAZIONALE/10/B.htm
di CARLO MERCURI

ROMA - Un altro giovane carabiniere rientrato da missioni nell’ex Jugoslavia ha accusato sintomi "sospetti" ed è, al momento, sotto osservazione. Altri venti militari dell’Arma sono sottoposti a controlli. Di questi venti, una decina sono quelli che stanno sotto più stretta osservazione medica. E appena l’altro giorno l’Unarma aveva segnalato i casi di un carabiniere deceduto per tumore e di altri quattro sotto controllo medico. La "sindrome dei Balcani" dilaga. Certo, bisognerà sceverare. Capire cioè quali malattie possono essere messe in relazione con una possibile contaminazione da uranio (o da chissà quali altre fonti patogene) e quali invece no. In questa congiuntura, intanto, si distinguono per attivismo le Associazioni e per attendismo i Cocer. I Cocer, ricordiamolo, sono le strutture para-sindacali delle Forze armate che, per statuto, hanno il dovere di monitorare le condizioni di benessere del personale. Ieri il colonnello Maurizio Scoppa, presidente del Cocer dei carabinieri, ha affermato che «c’è massima attenzione» per il fenomeno della contaminazione ma che, comunque, «non bisogna creare allarmismi». Poi Scoppa ha ricordato che al Cocer dell’Arma non sono arrivate finora segnalazioni di casi di patologie "sospette" e che le notizie arrivano al Cocer solo «di rimbalzo». Già, ma prima o poi bisognerà pur chiedersi perché. Perché all’Unarma (che è associazione mista di militari e civili) le notizie arrivano di prima mano e al Cocer no? Perché l’"Osservatorio per la tutela delle Forze armate" ha potuto seguire e denunciare una serie di casi di morti e malattie sospette tra i militari (alcune delle quali riconosciute dallo stesso ministro Mattarella) mentre i Cocer delle varie armi ancora ignoravano il fenomeno?

Ora le Associazioni intendono spingere ancor di più sull’acceleratore. Unarma, per esempio, promette di fare un monitoraggio a tutto campo ed è già fissato, entro la prima settimana di gennaio a Roma, un mega-raduno di tutte le associazioni che stanno seguendo il fenomeno dei reduci malati per fare il punto della situazione. In quella sede le Associazioni renderanno noti i dati in loro possesso e li confronteranno con quelli ufficiali. Anche se i dati "ufficiali" sono ancora ben lungi dal trovare una definizione. Al momento le indagini "ufficiali" sul fenomeno della "sindrome dei Balcani" sono due e mezza. La prima è quella medico-scientifica, voluta dal ministro Mattarella e presieduta dall’ematologo Mandelli. La commissione si è appena insediata. La seconda è quella della Procura militare di Roma, iniziata con l’esposto dei familiari di Salvatore Vacca, il militare della Brigata "Sassari" morto di leucemia al ritorno della missione in Bosnia. Il procuratore militare Antonino Intelisano ha acquisito un monte di fascicoli, che aumentano di ora in ora. L’ultimo, in ordine di tempo, è quello che riguarda la morte del carabiniere Rinaldo Colombo. Ma Intelisano, tra le sue carte, ha anche notizie sulle malattie "sospette" dei militari. Il numero preciso non è noto, ma gli inquirenti ritengono probabile che le segnalazioni e le denunce siano destinate ad aumentare. Tra i documenti acquisiti dalla procura militare di Roma figurano anche relazioni scientifiche sulla tossicità dell’uranio impoverito e di altre sostanze. Nell’inchiesta del pm Intelisano non ci sono ancora persone iscritte nel registro degli indagati né sono formalizzate ipotesi di reato. Per procedere ulteriormente Intelisano aspetta di conoscere gli esiti della commissione Mandelli. Infine la "mezza" indagine ("mezza" perché al momento è solo un’ipotesi) è quella che promette la Commissione Difesa della Camera. Valdo Spini, presidente della Commissione, ha detto che presenterà una proposta per avviare un’indagine conoscitiva. «La Commissione Difesa - ha affermato Spini - vuole esercitare i propri poteri ispettivi per fare piena luce sulla vicenda. L’indagine, essendo di carattere politico-parlamentare - ha aggiunto Spini - può lavorare a 360 gradi nella ricostruzione di questa vicenda e delle sue possibili implicazioni sia per i militari impegnati nelle operazioni di pace, sia per le popolazioni civili residenti». La Commissione Difesa della Camera tornerà a riunirsi il 9 gennaio sul caso dell’uranio impoverito.