Messaggero, 28 dicembre
Le malattie dei reduci dai Balcani
Oggi il via alla commissione
L'Osservatorio:"Non basta"
di Carlo Mercuri

ROMA - Si riunisce oggi per la prima volta la supercommissione di esperti, voluta dal ministro Mattarella, che dovrà dire l'ultima parola sulla connessione tra uranio impoverito e le malattie dei nostri soldati che hanno operato nei Balcani. Della commissione, ricordiamo, fanno parte l'ematologo Franco Mandelli, che la presiede; Martino Grandolfo, direttore dell'Istituto di Fisica dell'Istituto suoeriore di Sanità; l'epidemiologo Alfonso Mele; Giuseppe Onufrio, dell'Agenzia NAZIonale protezione ambiente; Vittorio Sabatini, capo dell'ufficio nucleare del Cisam e il generale medicco Antonio Tricarico, direttore generale della Sanità militare.

La commistione si riunisce oggi ed oggi stesso l'avvocato Angelo Fiore Tartaglia, legale dell'Osservatorio per la tutela delle Forze armate, ha fatto arrivare una lettera al ministro Mattarella. Che cosa è scritto in questa lettera? Ce lo racconta lo stesso avvocato:"L'Osservatorio - dice Tartaglia - vuole conoscere tutti gli atti amministrativi che la commissione porrà in essere, insieme con il tipo di accertamento e le modalità. I familiari dei malati, da me assistiti, chiedono di partecipare al procedimento amministrativo e si riservano di nominare tecnici di fiducia. Ci sono degli esperti, già contattati, che si sono offerti di lavorare gratis. L'avvocato Tartaglia spiega che non è per sfiducia nei confronti dei tecnici nominati dal ministro, ma "una commissione del genere - afferma - dovrebbe essere nominata dal Parlamento. Invece si tratta - dice l'avvocato - di un atto amministrativo interno al Ministero della Difesa, teso ad accertare se nei Balcani c'è il rischio uranio e che dovrebbe portare a scongiurare le responsabilità del ministro e dei responsabili militari. Se poi il ministro apporrà sulla materia il segreto di Stato - conclude Tartaglia - noi gli chiederemo di motivarlo".



Commento: mi prendo la responsabilità di eventuali errori di ortografia e, se Dio vuole, li porterò in Tribunale.