28 Gennaio 2001
"Il silenzio dei colpevoli"
Dagli autori del libro "Il metallo del disonore" un j'accuse contro i politici europei per i danni dell'uranio
http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/28-Gennaio-2001/art6.htm
P. LO. - NEW YORK

 "Le morti per cancro e leucemia dei soldati italiani, belgi, spagnoli, portoghesi e degli altri paesi Nato  presenti in Bosnia e Kosovo hanno giustamente provocato rabbia e panico nella popolazione europea,  toccata dal fatto che i propri giovani siano stati esposti, a loro insaputa, alle conseguenze nefaste  legate all'uso di proiettili all'uranio impoverito. Ma le reazioni degli uomini politici e dei governanti  europei sono un capitolo a parte. Erano tutti perfettamente consapevoli di partecipare, in quanto  facenti parte della Nato, ad una guerra sporca. Vanno ritenuti responsabili, tanto quanto i vertici Nato  e il Pentagono, delle morti dei propri uomini al fronte e delle conseguenze negli anni futuri per le prossime generazioni". Così dichiara a il manifesto John Catalinotto, autore con Sara Flounders (dell'organizzazione International Action Center) del libro "Metal of dishonor", ovvero il principale testo di riferimento sui  danni provocati dall'uranio impoverito impiegato dal Pentagono in Iraq durante la guerra del Golfo e in  Bosnia e Kosovo durante la guerra in Jugoslavia. "Sino a quando non è esplosa la sindrome dei Balcani,  soltanto a Washington, Berlino e Londra si è cominciato a raccogliere le scorie della guerra in Iraq,  mentre i soldati italiani e portoghesi stanno pattugliando ancora le aree contaminate dall'uranio  impoverito in Kosovo".Senza far nomi, il ministro della difesa italiano Sergio Mattarella accusa  indirettamente i generali statunitensi di aver in qualche modo nascosto informazioni sull'impiego dei proiettili con uranio impoverito e sulle conseguenze che ciò poteva avere per i soldati...

 Il Pentagono da sempre evita di fornire i dettagli sull'impiego delle armi in dotazione e sulla estensione  del territorio nemico colpito con armi ad uranio impoverito. E' successo durante la guerra del Golfo, in  Bosnia e Kosovo. Va detto però che esiste in circolazione una vasta documentazione di studi di  ricerca degli ambienti militari Usa nella quale viene ammessa tutta una serie di rischi e pericoli che  corrono i militari e civili che entrino in diretto contatto con frammenti di armi all'uranio impoverito.  L'ammissione viene circoscritta ai pericoli e conseguenze della nube tossica sprigionata dall'esplosione.  Non esistono dubbi che i generali della Nato erano perfettamente al corrente dell'uso dell'uranio impoverito nelle armi in dotazione agli aerei Usa A-10 che partivano da Aviano e da Gioia del Colle. Costituisce l'arma tipica impiegata dalla difesa americana sui teatri di guerra del Golfo durante l'operazione Tempesta nel deserto; in Bosnia e nel sud del Kosovo, durante i 78 giorni di bombardamento Nato nella ex Jugoslavia. Nel 1999, il portavoce del Pentagono, messo alle corde dai media, ammise pubblicamente l'utilizzo dell'uranio impoverito da parte degli aerei A-10, in alcuni tipi di granate ed in alcuni tipi di proiettili.

 Ramsey Clark, fondatore dell'International Action Center, promotore dei Tribunali indipendenti per i crimini di guerra commessi in Iraq ed in Jugoslavia, rilancia un accorato appello internazionale per la messa al bando di produzione ed impiego delle armi all'uranio impoverito...

 L'esplosione di casi di leucemia fra i soldati europei in Bosnia e Kosovo non fa che rafforzare il mio appello alla comunità internazionale per la messa al bando e la proibizione dell'utilizzo a scopi militari dell'uranio impoverito. Non sono armi convenzionali. Sono altamente tossiche. Sono armi radioattive. Sono una inaccettabile minaccia per la vita. Tutte le leggi del diritto internazionale, anche quelle che riguardano i principi da rispettare in caso di guerra, hanno l'obiettivo di prevenire l'impiego di crudeltà e di limitare la violenza fra le parti. Tutte le convenzioni ed accordi internazionali mirano alla protezione della popolazione civile e alla salvaguardia dell'ambiente e delle necessità vitali per l'esistenza delle popolazioni. Le armi all'uranio impoverito violano le convenzioni di Ginevra ed i protocolli aggiunti del 1977. Le comunità in Bosnia, le basi e gli arsenali degli Usa e della Nato hanno già esposto le comunità civili e militari alla contaminazione tossica e radioattiva da uranio impoverito, un materiale che ha una vita media pari a 4,4 miliardi di anni.

 Questo j'accuse giunge in Europa dopo che Carla Del Ponte, procuratore del Tribunale internazionale dell'Aja per i crimini di guerra nell'ex jugoslavia, in un suo rapporto ha di fatto assolto l'Alleanza atlantica da ogni responsabilità penale per l'impiego di uranio impoverito in Kosovo. "Non esiste - sostiene il rapporto nel paragrafo 26 - un trattato internazionale che ne proibisca l'impiego".