Il Manifesto
27 Gennaio 2001
La sabbia sopra l'uranio
http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/27-Gennaio-2001/art16.htm
TOMMASO DI FRANCESCO

 Alla fine, non si fa la commissione d'inchiesta monocamerale sull'uranio impoverito? E il relatore del disegno di legge, il senatore Lorenzo Forcieri (Ds), si è dimesso ieri da quell'incarico per protesta.

 In una nota Forcieri si chiede se "c'è qualcuno che vuol nascondere la verità sull'uranio impoverito" usato dalla Nato nei bombardamenti in Bosnia, Serbia e Kosovo, sostenendo che si farebbe ancora in tempo a nominare una commissione d'inchiesta anche monocamerale, dotata dei poteri della magistratura "in grado di svelare fino in fondo responsabilità, eventuali omissioni e 'buchi' nell'informazione sull'utilizzo di quelle munizioni nella ex-Jugoslavia", una commissione che potrebbe concludere i suoi lavori rapidamente, prima della fine della legislatura.

 Ma poiché "sembra prevalere un intento dilatorio" e probabilmente non si riuscirà neanche a varare al Senato "una semplice indagine conoscitiva", Forcieri si dimette da relatore del disegno unificato di legge sull'uranio impoverito (a firma Semenzato-Forcieri-Agostini). Una denuncia allarmante sulle volontà governative, di chi ha gestito la guerra "umanitaria", e non solo - Forza Italia e An, sponsor dei militari bugiardi anche con il governo, su questo argomento abbondano in quanto a volontà insabbiatrice. Ora il governo è direttamente chiamato in causa.

 "E' una conferma che non c'è sufficiente consenso politico per farlo questo disegno di legge - dice a il manifesto la senatrice Ds, Tana De Zulueta -, condivido le preoccupazioni di Forcieri, non possono valere i discorsi per i quali saremmo alla fine della legislatura; avere un disegno di legge ora renderebbe più semplice ogni riattivazione politico-parlamentare dopo il risultato elettorale. Io credo che l'obiettivo della messa al bando delle armi ad uranio impoverito (ormai sappiamo anche al plutonio) deve essere un punto qualificante della coalizione di centrosinistra, i Verdi propongono di metterla proprio nel programma elettorale. Ora un disegno di legge rafforzerebbe - continua la De Zulueta - la proposta dell'Italia alla Nato di una moratoria di armi all'uranio impoverito. Per queste cose ci vuole tempo, il senatore Ds Forcieri lo sa bene, ha l'esperienza della campagna contro le mine, per questo le sue dimissioni sono preoccupanti. Ora voglio dire che l'iniziativa parlamentare non si è fermata: abbiamo incontrato in questi giorni Pekka Haavisto, il responsabile dell'Unep, l'agenzia Onu per l'ambiente, incaricato di una missione su questo nei Balcani".

 Sulla presenza di Pekka Haavisto a Roma poco si è saputo, come sull'annunciata audizione della commissione ministeriale voluta da Mattarella e guidata dal professor Mandelli. Eppure le sole scarne dichiarazioni di Haavisto meriterebbero titoli cubitali. Racconta il responsabile della missione Unep della sorpresa avuta dai suoi tecnici nei primi sopralluoghi e rilevamenti sul posto, vale a dire nella Valle di Presevo - a ridosso del Kosovo e martellata dai bombardamenti della Nato durante la primavera del 1999 -, dove ieri la missione si è recata in pianta stabile, e dove "a differenza di quello che sosteneva la letteratura scientifica abbiamo rilevato frammenti di uranio impoverito nella superficie e non solo nella profondità dei suoli esaminati", aggiungendo che "in Kosovo sono stati sparati dalla Nato proiettili all'uranio 236 che non esiste in natura e che dal punto di vista radioattivo è più pericoloso di altri isotopi".

 Ma tutto questo è niente. Perché Pekka Haavisto ha apertamente accusato l'Alleanza atlantica, rivelando che era a conoscenza di tutto, ma non ha mai risposto in tempo alle richieste di chiarimenti che venivano dall'Onu: "I rilevamenti sul campo - ha detto il capo della missione nei Balcani dell'Unep-Onu - erano stati segnalati alla Nato già in un rapporto pubblicato nell'ottobre del 1999. Era poi seguito uno scambio di lettere fra Kofi Annan, segretario dell'Onu, e George Robertson, segretario della Nato. Ma le risposte di quest'ultimo non sono state soddisfacenti. E quando pochi mesi fa è scoppiata l'emergenza uranio impoverito, essere consapevoli del tempo prezioso perduto è stato per noi frustrante, anche se oggi la collaborazione con Bruxelles è piena con la consegna delle mappe dei siti colpiti". Già, le "mappe" consegnate da Robertson al ministro della difesa, Mattarella. Giovedi, in una interrogazione urgente il senatore di Rifondazione comunista, Giovanni Russo Spena, ha chiesto informazioni ai ministri Dini e Mattarella, denunciando quello che ormai è sotto gli occhi di tutti: l'imbroglio delle cosiddette mappe. Com'è possibile infatti che nel documento atlantico siano indicati soltanto 19 siti colpiti - i quartieri di Sarajevo e il bunker serbo-bosniaco di Han Pjesak - ma mai altre località martellate nel settembre 1995 dagli A-10 della Nato, come Prjedor, Banja Luka, Pale, Tuzla, Doboj e tante altre. Un fatto appare evidente, anche dopo le dimissioni del senatore Ds Forcieri: in Italia, sulle armi ad uranio impoverito, c'è una volontà di perdere tempo e di mettere tutto a tacere altrettanto forte e "sabbiosa" di quella dell'Alleanza atlantica.



Commento: del più schifoso e mortale riciclaggio degli ultimi dieci anni, non si vuole accorgere nessuno. E la Magistratura? E l'Osservatorio per la Legalità?