Il Manifesto, 21 gennaio
"Ma qui è una vera e propria catastrofe ambientale"
Le bombe sulle raffinerie, l'inquinamento chimico del terreno e dei fiumi: parla il professor Bozo Dalmacja
http://www.ilmanifesto.it/oggi/art21.htm
LO. C. - INVIATO A NOVI SAD

 Maglione e scarpe da tennis, il professor Bozo Dalmacija ci riceve nel suo ufficio e si scusa per la tenuta "poco ufficiale". E' appena tornato dal suo giro quotidiano di controllo sullo stato dell'acqua e del terreno intorno alla raffineria della capitale della Vojvodina, bombardata per 16 volte durante i 78 giorni di intervento umanitario. I 300 mila abitanti di Novi Sad devono a lui quel che resta della loro salute: il direttore dell'istituto di chimica tecnologica e difesa ambientale ha salvato i pozzi di acqua potabile dall'inquinamento più grave provocato dai prodotti petrolchimici finiti sul suolo e nei canali. "Su 250 serbatoi ne hanno colpiti con precisione millimetrica 249, uno non era segnalato nelle carte della Nato. Non volevano bloccare la produzione di benzine, questo scopo l'avevano già raggiunto dopo il primo bombardamento. Volevano provocare una catastrofe ambientale e ci sono riusciti perfettamente". I numeri della catastrofe li abbiamo già scritti un anno fa, quando raccontammo la nube tossica che per giorni ha coperto il cielo di Novi Sad prima di essere trasportata dal vento a est, fino a Timisoara. Per 78 giorni Dalmacjia ha monitorato il fiume e il terreno, diretto le operazioni di pompaggio dei prodotti chimici e petrolchimici usciti dalle cisterne colpite per salvare i pozzi che si trovano vicino alla raffineria. "Scaricavamo quel petrolio in altri serbatoi e il giorno dopo le bombe intelligenti colpivano di nuovo. Noi ancora lì a pomparlo e riversarlo in nuovi contenitori sperando che ogni bomba fosse l'ultima. Ma non lo era, non hanno fatto risparmi con noi". Ora si tratta di stabilire gli effetti sull'ambiente e sulla popolazione di un accanimento tanto criminale da fare invidia al dottor Mengele. Prima di incontrare il professore, la tossicologa Radmila Souljanski ci aveva fornito l'elenco dei prodotti tossici e mutageni finiti nell'aria, nell'acqua e nel terreno, le sostanze aromatiche, la diossina, il Pcb, le terribili Pah, i metalli pesanti, spiegandoci gli effetti sull'uomo quando entrano nella catena alimentare.Professor Dalmacjia, cosa ha riscontrato nelle sue ultime analisi?

Ciò che temevamo si sta puntualmente verificando. Proprio ieri, le analisi ci hanno confermato la presenza di notevoli quantità di sostanze tossiche nel terreno e nel letto di un canale che finisce nel Danubio. 34 mesi dopo le bombe, attraverso lo scorrimento sotterraneo delle acque i veleni inquineranno i pozzi di acqua potabile: benzene, toluene, policicli aromatici sono già nel canale, i Pah sono presenti in quantità 100 volte superiori che nel Danubio, a monte dell'immissione. Il benzopirene non dovrebbe superare una concentrazione di 0,01 microgrammi per litro, invece ho rilevato un tasso di 37 microgrammi. E in questo canale tutti vanno a pescare. Quello che posso fare io lo faccio, ora sarebbe necessario un intervento di fondo che prevede l'asportazione di uno strato di terreno fino a 50 centimetri in un'area vastissima. E dove li troviamo i soldi? Un anno dopo i bombardamenti, in Vojvodina si sono verificati almeno 500 casi in più di tumori maligni, ora aspettiamo i dati del 2000. E compaiono nuove forme tumorali, sconosciute. Un microgrammo di benzene in un litro d'acqua provoca un tumore ogni 100 mila abitanti, qui supera i 10 microgrammi. E le sto parlando solo di uno dei tanti veleni contro cui dobbiamo combattere. Potrei parlarle anche dell'1-2 dicloroetano e di altre sostanze tossiche nel terreno della raffineria e nel canale che va ad avvelenare il Danubio. Ma forse non è necessario, forse ha già capito l'entità della catastrofe. A cui si aggiungono i metalli pesanti provenienti dalle miniere rumene attraverso il Tibisco che si getta nel Danubio: abbiamo trovato rame, zinco, mercurio, cadmio.

Dica la verità, professore: lei la beve l'acqua del rubinetto?

Che vuole che le dica, è qui che siamo costretti a vivere, a bere quest'acqua, a mangiare questa verdura e questo pesce. Io ho cinquant'anni, poco importa quel che ne sarà di me tra dieci o venti. I miei figli hanno meno di 20 anni, a loro quest'acqua non la faccio bere.

C'è qualche messaggio che vorrebbe spedire alla Nato?

Che vuole che dica a chi spiega che l'uranio impoverito (a noi per fortuna ce l'hanno risparmiato) non è pericoloso? Vede queste foto? Li vede questi dati (Dalmacjia mi mostra al computer le immagini attuali della catastrofe ambientale, ndr)? Vorrei che li vedessero questi signori della Nato accanto a quelli precedenti i bombardamenti, da cui risultano con certezza scientifica i danni che ci eravamo fatti da soli, e quelli per i quali dobbiamo ringraziare l'ingerenza umanitaria dell'Occidente.



Commento: si parla dell'occidente includendo implicitamente persone qualsiasi che non farebbero male ad una mosca. Si parli piuttosto della cosca che ha bombardato, nomi e cognomi.