Il Manifesto
19 gennaio
L'Iraq all'Onu: indagate sull'uranio
Baghdad denuncia il drammatico aumento dei casi di tumore nel sud del paese
http://www.ilmanifesto.it/oggi/art8.htm
STEFANO CHIARINI

 La guerra del Golfo è stata fatta in nome dell'Onu e le Nazioni unite non possono chiudere gli occhi di fronte a quel che i proiettili all'uranio stanno provocando tra la popolazione irachena. E' questo il senso di una lettera con la quale il ministro degli esteri iracheno, Mohammed Al Sahaf, ha chiesto ieri al segretario generale dell'Onu, Kofi Annan, di dar vita ad una indagine sulle conseguenze dell'uso di tali proiettili durante la guerra del Golfo. "Nel nostro paese - sostiene al Sahaf-all'indomani della guerra sono comparse strane malattie mai registratesi prima in tale misura, soprattutto tra i bambini, dalle malformazioni congenite alla leucemia a certi tumori dei polmoni, dell'apparato digerente e della pelle". Quest'estate nel corso di un simposio scientifico tenutosi a Baghdad il ministero iracheno della sanità ha sostenuto che i nuovi casi di tumori sono passati dai 6.555 del 1989 ai 10.931 nel 1997. Ed in particolare nelle regioni meridionali più colpite dalla guerra e dai proiettili all'uranio impoverito. Le preoccupazioni sui proiettili all'uranio cominciano a diffondersi anche in Kuwait: l'uranio Usa disseminato nel deserto non era talmente intelligente dal colpire con le sue radiazioni e la sua tossicità solamente i soldati iracheni. E' di ieri la notizia, riportata dal quotidiano "Al Watan", che l'esercito del Kuwait avrebbe trovato "cinque siti, l'uno vicino all'altro, nei quali vi sono sostanze che potrebbero essere saturate con uranio impoverito". Il ritrovamento sarebbe avvenuto nei pressi del "Taxaco camp", un centro sportivo per i dipendenti della società petrolifera. Nel deserto tra Iraq e Kuwait, in particolare lungo la strada che porta da Kuwait city a Bassora, "l'autostrada della morte", alla fine della guerra sono stati sepolti migliaia di mezzi e oltre 36.000 morti iracheni uccisi nelle ultime drammatiche ore del conflitto. Appresa la notizia il ministero kuwaitiano della sanità si è precipitato a sostenere la posizione degli Usa secondo i quali i proiettili all'uranio non avrebbero avuto alcuna conseguenza sulla salute della popolazione locale. Eppure sull'Iraq e sulla zone di confine del Kuwait durante la guerra vennero sparati oltre 940.000 proiettili all'uranio da 25 mm e 30mm e più di 14.000 di calibro superiore da 130 mm e 120 mm (U.S. Aepi Report 1994). In tutto sarebbero state rovesciate dagli alleati sull'Iraq e sul deserto tra i due paesi, tra 300 e 800 tonnellate di proiettili all'uranio impoverito senza alcuna remora per le possibili conseguenze per la popolazione locale.

 E anche per gli stessi soldati americani: oltre 100.000 reduci mostrano i sintomi di quella che è stata definita la "sindrome del Golfo". Un inquinamento gravissimo che si è protratto anche dopo la fine del conflitto: in un furioso incendio in una base Usaa Doha (Kuwait), l'11 luglio del 1991 andarono in fumo e quindi si polverizzarono nell'aria oltre 660 proiettili di grosso calibro all'uranio impoverito per carri armati, 9.720 proiettili di calibro inferiore, 4 carri armati M1A1 con la corazza all'uranio impoverito. Dopo l'incendio la vita nella base contaminata di Doha è ripresa come se nulla fosse. Ma mentre si discute dei proiettili all'uranio il Pentagono è già pronto ad usare nuove mini-bombe atomiche per colpire "centri di comando", bunker o fabbriche sotterranee di armi chimiche nei paesi "fuorilegge" Libia, Iraq, Afghanistan. Le mini-bombe atomiche, lanciate dai bombardieri invisibili "Stealth", scavano a fondo nel terreno prima di esplodere con una tale potenza che le onde generate nel terreno distruggono qualsiasi costruzione sia nascosta nelle viscere della terra. Una bomba "sicura" dal momento che lo scoppio sotterraneo, secondo il Pentagono non porterebbe a "danni collaterali". Come i proiettili all'uranio. E ieri anche l'Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp) ha inviato un rapporto alle Nazioni Unite con il quale accusa Israele di avere usato munizioni all'uranio impoverito (Du) nei bombardamenti seguiti allo scoppio della nuova Intifada, alla fine di settembre. Lo hanno rivelato fonti della Lega Araba. I proiettili all'uranio impoverito sarebbero stati usati dagli elicotteri Cobra e Apache all'inizio di novembre nel corso dell'attacco contro gli uffici di Fatah a Ramallah.