Il Manifesto
19 Gennaio 2001
La Nato ricicla il plutonio
L'Alleanza ammette: nell'uranio impoverito sganciato nei Balcani anche "tracce" di plutonio. L'Onu raccomanda di non avvicinarsi ai "residui". Mattarella conferma: otto soldati morti e 23 malati
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ANGELO MASTRANDREA

 Ora è ufficiale: in Kosovo, ma anche in Serbia e Bosnia, non c'è solo uranio impoverito, ma anche il ben più pericoloso plutonio. O meglio, nell'uranio impoverito sganciato sui Balcani c'è una quantità imprecisata della sostanza radioattiva. La conferma è arrivata ieri dalla Nato, dopo le rivelazioni del manifesto sui risultati delle analisi svolte nei laboratori svizzeri di Spiez. Il portavoce dell'Alleanza atlantica, confermando la possibile presenza di plutonio e uranio 236 nei Balcani, ha spiegato che si trattava di una cosa già nota, poiché l'uranio con cui vengono rivestiti i proiettili è ciò che resta del combustibile esaurito delle centrali nucleari. In poche parole, si tratta di una scoria da riciclare. Era proprio questo che sospettavano gli esperti dell'Unep (il Programma ambientale dell'Onu), quando in una parte dei 340 campioni prelevati in 11 dei 112 siti bombardati con i proiettili all'uranio in Kosovo avevano trovato tracce non solo di U-238 (l'isotopo di cui è in larga parte composto l'uranio impoverito), ma anche di U-236, che non è presente in natura. Da qui al timore che potesse esserci del plutonio il passo è stato breve. La presenza di questa sostanza potrebbe spiegare anche la velocità con cui si sono manifestate le leucemie tra i militari, altrimenti più difficilmente spiegabile se l'esposizione fosse stata al solo U-238 (che, prima ancora che la leucemia, può causare tumori ai polmoni o alle ossa, e comunque prevede un tempo di latenza più elevato perché i tumori del sangue si manifestino). Naturalmente, la Nato continua a minimizzare i rischi, affermando che si tratta di quantità molto basse e per questo non rischiose. Ma per questo bisognerà aspettare la relazione dell'Unep, i rapporti delle numerose commissioni d'inchiesta e magari un'altra indagine più a tappeto. Ma che non si tratti di un falso allarme lo dimostra la raccomandazione che l'Onu ha diramato ieri al suo personale di stare lontani dai residui contaminati. Il plutonio è entrato con forza, ieri mattina, anche alla camera dei deputati, dove il ministro della difesa Sergio Mattarella ha detto che "appare di sicura pericolosità l'inalazione delle polveri prodotte dalle esplosioni di proiettili all'uranio impoverito. A maggior ragione se fosse confermata l'ipotesi di  tracce di plutonio in quantità pericolosa". Il ministro ha poi dichiarato che i militari morti  sono otto e altri 23 sono malati. Mentre il capo di stato maggiore della difesa Mario Arpino ha affermato di aver ricevuto, il primo luglio del '99, una nota dalla Nato in cui si ammetteva  l'utilizzo di uranio impoverito in Kosovo. Stando alla nota, un prodotto "sicuro".