Il Manifesto
11 gennaio
Italia go home
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Il ministro della difesa Mattarella assicura al senato che "non c'è alcuno scontro nella Nato". Poche ore dopo, la Nato boccia senza neanche discutere la richiesta italiana di moratoria per le munizioni all'uranio e concede solo una sorta di commissione di indagine su se stessa

Il segretario generale della Nato George Robertson ha dismesso come una domanda importuna, senza nemmeno dibatterla, la richiesta italiana di moratoria nell'uso delle munizioni all'uranio impoverito. "Non ci sono combattimenti in corso e quindi queste munizioni attualmente non vengono usate", ha tagliato corto Robertson, giocherellando con un proiettile all'uranio che si era portato per l'occasione - e che nessuno dei presenti ha voluto toccare.

E' bastata questa frase e l'eroica battaglia nazionale contro il "metallo del disonore" si è squagliata. Sconfitta anche la Germania, che aveva formalmente appoggiato la richiesta di moratoria. L'Alleanza atlantica ha concesso soltanto l'istituzione di un comitato scientifico per raccogliere e diffondere le informazioni, una specie di indagine su se stessa, e ha promesso che finalmente fornirà ai governi le mappe dei siti dove i micidiali proiettili sono stati adoperati.

In mattinata, al senato, il ministro della difesa Sergio Mattarella aveva presentato la sua relazione invitando a "evitare notizie prive di seri riscontri": trenta casi di malattie tra i soldati che hanno preso parte alle missioni nei Balcani, sette morti, ricerche sanitarie in corso per indagare sul nesso tra le morti e l'uso delle super-munizioni. Il senato aveva approvato un documento che impegna il governo alla messa al bando dei proiettili all'uranio impoverito. In ogni caso, aveva avvertito Mattarella a scanso di equivoci, "non c'è nessuna contrapposizione tra l'Italia e la Nato". Lo stesso aveva scritto l'ex premier Massimo D'Alema, appoggiando la richiesta di moratoria. Il verdetto negativo dell'Allenza l'ha confermato.

Il centrodestra ha comunque utilizzato la richiesta di moratoria per contestare la dubbia fedeltà atlantica del governo dell'Ulivo. Mentre il Prc ha denunciato l'"ipocrisia" del governo, che fino al dicembre '99 aveva negato in parlamento l'uso di proiettili all'uranio impoverito. A favore della definitiva "messa al bando" delle armi a uranio impoverito si è poi pronunciato il senatore a vita Giulio Andreotti nel corso di un intervento in cui ha parlato delle guerre nei Balcani come di "inutili stragi"



Commento: il gesto di Robertson col proiettile all'uranio ricorda quello di un noto magistrato ora senatore che interrogava mettendo la pistola sul tavolo. Siamo nelle mani dei gangster. Usque tandem?