Il Manifesto
11 Gennaio 2001
Iraq: "Proiettili all'uranio, crimine di guerra"
Baghdad denuncia un aumento dei tumori del 65%, e delle malformazioni congenite, nelle zone meridionali bombardate nel 1991
http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/11-Gennaio-2001/art5.htm
STEFANO CHIARINI

 Il governo iracheno, denunciando un aumento dei casi di tumori del 67%, ha chiesto alle Nazioni unite e alle agenzie sanitarie internazionali di investigare sugli effetti dei proiettili all'uranio impoverito usati dalle forze alleate nel 1991 durante la guerra del Golfo, in Bosnia nel 1995 e di nuovo in Kosovo nel 1999. "I rapporti circolati in questi giorni -ha sostenuto in un suo comunicato il ministero degli esteri di Baghdad- confermano quanto sostenuto dall'Iraq sulle conseguenze sull'uomo e sull'ambiente dell'uso di tali armi ad opera delle forze americane e britanniche nella loro aggressione del 1991". E ancora: "l'uso delle armi all'uranio ha provocato strane malattie e un anormale aumento nei casi di leucemia e tumori ai polmoni, della pelle e del sistema digestivo, in particolare tra i bambini". L'uso dei proiettili all'uranio, secondo Baghdad, dovrebbe essere considerato alla stregua di un crimine di guerra, e i responsabili giudicati davanti ad un tribunale internazionale. Il numero dei nuovi casi di tumore, secondo il ministero, sarebbe salito da 6.555 nel 1989, alla vigilia della guerra, a 10.931 nel 1997. Interessante è il fatto che tale aumento sia avvenuto in particolare nelle province e nei centri del sud, vicini al fronte o colpiti da intensi bombardamenti con proiettili all'uranio e nella capitale Baghdad. Dove più forte era la concentrazione di mezzi corazzati colpiti dagli aerei A-10 ma anche dagli elicotteri da combattimento con munizioni all'uranio particolarmente adatte per perforare la corazza dei carri ed esplodere all'interno dei mezzi nemici.

 Il problema è costituito dalle polveri successive alla fusione dei proiettili e alla trasformazione, nei successivi sei mesi, dell'uranio impoverito in Torio con l'emissione dei molto nocivi raggi gamma. In particolare le mappe che mostrano i luoghi maggioramente bombardati e quelle con l'aumento vertiginoso nel numero dei casi di tumori coincidono perfettamente. In particolare nelle zone tra le città meridionali di Nasseriya e Basra e tra queste e il confine con il Kuwait. In particolare i medici iracheni hanno riscontrato un notevole aumento, attorno al 16%, dei casi di leucemia, delle anemie aplastica e dei tumori. Ma anche delle malattie infettive provocate da gravi immunodeficienze, le forme estese di Herpes e di Herpes zoster, le disfunzioni renali ed epatiche, malformazioni provocate da anomalie genetiche sia nell'uomo che negli animali. In particolare secondo uno studio del dott. Guenther, condotto tra il 1993 e il 1997, tra il 1989 e il 1993 i casi di leucemia infantile sarebbero triplicati con punte del 56% a Basra, del 183% nella provincia meridionale di Al Qadisia, e del 350% in quella di Al Muthanna mentre nelle regioni del centro-nord l'aumento è stato assai poco rilevante se non nullo. La leucemia, al settimo posto tra i tumori nel 1989, è salita al quarto posto nel 1993.

Particolarmente rilevante l'aumento nel sud dei casi di focomelie simili a quelle provocate tra il 1956 e il 1961 dal Talidomide e di altre patologie congenite nei nascituri come la mancanza degli occhi, delle orecchie, della lingua e degli organi genitali. Le aree ad est dei principali campi di battaglia, dove più marcati sono questi aumenti, sono anche quelle dalle quali proviene una gran parte delle derrate alimentari del sud e del centro del paese. In particolare a Basra l'aumento delle malformazioni congenite è stato del 300%. I tumori pediatrici del 400%. I campioni di aria, acqua, terra prelevati nel sud presenterebbero livelli di radioattività superiori alla norma. Le rilevazioni epidemiologiche, come anche le cure degli ammalati di tumore, sono del resto impedite in larga misura dall'embargo che, interpretato in modo totalmente ristrettivo dagli Usa e da Londra, impedisce l'afflusso delle sostanze necessarie a portare avanti tali ricerche, per non parlare dei computer o degli isotopi per radiologia o dei farmaci antitumorali.

 Pur in tali difficoltà l'Iraq nel 1998 ha organizzato un convegno sull'uranio impoverito al quale hanno partecipato circa 600 medici e scienziati iracheni e una delegazione dei reduci americani e inglesi colpiti dalla misteriosa "Sindrome del Golfo". L'origine di tale malattia, che avrebbe colpito 100.000 sui 700.000 soldati americani inviati nel Golfo, potrebbe essere nei vaccini anti gas nervini non adeguatamente provati prima dell'uso, nei proiettili all'uranio impoverito, nei bombardamenti di complessi chimici industriali e militari, nei fumi derivanti dall'incendio dei pozzi petroliferi. Secondo alcuni vi sarebbe anche la sperimentazione di nuove armi nelle ultime ore della guerra, in particolare sull'autostrada della morte dove 36.000 soldati iracheni e beduini kuwaitiani vennero massacrati mentre fuggivano dal Kuwait. I giornalisti, in gruppi controllatissimi, arrivarono sul posto solo dopo alcune ore e vennero colpiti dalla totale assenza di mosche e di insetti attorno ai cadaveri che ancora non erano stati rimossi. Qualcosa di molto strano è avvenuto nel sud dell'Iraq durante la guerra del 1991. Tutto ciò, insieme all'embargo che ha provocato la morte di 1.500.000 iracheni, è stato documentato con dovizia di particolari in un video del giornalista John Pilger distribuito in Italia dall'associazione "Un ponte per Baghdad" e andato in onda l'altro ieri su "Telepiù". Un piccolo segno, insieme alla messa in onda, dopo quattro anni di attesa, del video di Alberto D'Onofrio sulla "Sindrome del Golfo", stasera alle 23,40 su RaiTre, che il muro di silenzio sul genocidio in Iraq, comincia ad incrinarsi.



Commento: ora che la stessa cosa accade nei Balcani, improvvisamente si risvegliano le coscienze. Meglio tardi che mai.

Una domanda: IL PARLAMENTO AVEVA CHIESTO AL GOVERNO DI TOGLIERE L'EMBARGO ALL'IRAQ, IL GOVERNO AVREBBE DOVUTO RISPONDERE AL PARLAMENTO ENTRO OTTOBRE 2000. Evidentemente il Governo non ubbidisce al Parlamento né rappresenta il volere del popolo sovrano.

Domanda numero due: a chi risponde il Governo? Chi (o cosa) rappresenta, in realtà?

Domanda numero tre: il ministero della Sanità dovrebbe occuparsi della salute dei cittadini, ma non fa niente per denunciare lo scandalo dei falsi retrovirus e della favola dell'origine prionica della mucca pazza, per non parlare di tutti i nuovi tipi di epatite ed altri fantomatici virus inventati ad ogni pie' sospinto. Nasconde ostentatamente l'origine radioattiva di varie patologie: la contaminazione (vedi i morti della centrale del Garigliano, e non solo). Risultato: miliardi buttati ogni anno in ricerche inutili e propagandistiche. Manca pure il registro nazionale dei tumori. Perché?

Domanda numero quattro: la nostra democrazia è una forma di stato in cui si attua la volontà del popolo sovrano, ma a quest'ultimo viene negata la verità. Come fa allora il popolo ad esercitare delle scelte in maniera democratica? In che tipo di regime siamo, esattamente?