Il Manifesto
10 gennaio
URANIO IMPOVERITO
"Sindrome" in terza serata
http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/10-Gennaio-2001/art14.htm

 Dopo cinque anni di attesa, andrà finalmente in onda giovedì sera su Rai3 il documentario di Alberto D'Onofrio su "La sindrome del Golfo". La Rai finora aveva infatti sempre rifiutato di mandarlo in onda, e di esso ne erano stati trasmesse sempre solo poche sequenze. Solo ora che è scoppiato il caso, la Rai si è decisa a trasmetterlo, ma solo in terza serata, dalle 23,40 in poi. "Così lo vedranno davvero in pochi", dice il regista, che chiede alla Rai che venga trasmesso in prima serata (magari durante la trasmissione "Il raggio verde" di Michele Santoro, che venerdì parlerà di uranio impoverito) e "con dibattito", e annuncia che lo consegnerà alla commissione d'inchiesta che sta indagando sulle morti sospette di militari nei Balcani. Inizialmente avrebbe dovuto essere trasmesso alle 23, poi la messa in onda è ulteriormente slittata, per motivi imprecisati. Il documentario, girato negli Stati uniti, affronta il tema di quella malattia mai riconosciuta ufficialmente che ha colpito circa centomila veterani americani della guerra contro l'Iraq, e che ha preso il nome di "Sindrome del Golfo". Le cui cause sarebbero da attribuire, secondo il documentario, all'uranio impoverito, ma anche ai vaccini e alle armi chimiche. E "la Sindrome dei Balcani non è altro che la Sindrome del Golfo", conclude D'Onofrio. In passato, la Rai si era occupata di uranio impoverito con "Tele anch'io" di Andrea Vianello e "Porte chiuse" di Andrea Purgatori.

Italia impoverita

 Nell'anno appena concluso, l'Italia ha importato 69 chilogrammi di uranio impoverito dagli Stati uniti. Di più e meglio aveva fatto negli anni precedenti: 347 chilogrammi nel '99, 1057 nel '98, 319 chilogrammi nel '97. In tutto 1792 chilogrammi (circa un quarto di quello scagliato ufficialmente sul Kosovo). Ma perché l'Italia compra uranio impoverito dagli States? Essenzialmente per usi civili: schermature, zavorre di navi e aerei (anche se ufficialmente sui jet non viene più utilizzato dal 1983). L'uranio impoverito, prodotto di scarto dell'industria nucleare, è infatti un metallo molto pesante (pesa il doppio del piombo, per intenderci), e per questo è utilizzato come stabilizzatore negli alettoni degli aerei o nelle chiglie delle imbarcazioni. Ma anche nei missili come stabilizzatore e in tanti oggetti di uso comune. Meno di un anno fa, il Dipartimento dell'agricoltura statunitense bloccò addirittura la produzione di un fertilizzante all'uranio, prodotto dalla Siemens. Tutti ottimi metodi per riciclarlo a buon mercato.

"Mappe imprecise"

 Il sottosegretario all'ambiente Valerio Calzolaio ha segnalato ancora una volta (dopo la sua intervista al manifesto di qualche giorno fa) le imprecisioni delle mappe consegnate dalla Nato: "Prima incongruenza, il numero dei siti colpiti. Che in realtà sono 96, e non 112, perché alcuni sono stati colpiti due e, almeno in un caso, tre volte. C'è poi la conferma, indiretta, che munizioni all'uranio impoverito sono state impiegate anche in Serbia: sarebbe il momento di sapere se è stato fatto lo stesso anche in altre regioni". Ultimo giallo quello del numero dei proiettili effettivamente esplosi: "Nella prima comunicazione della Nato erano 31.500, quelli sicuramente impiegati in 89 attacchi sono 30.523. E' credibile che in 23 attacchi ne siano stati utilizzati solo i mille che mancano all'appello?"

La guida di Peacelink

 C'è una guida in rete per i genitori dei militari in missione. L'ha messa a punto l'associazione telematica Peacelink, mettendola a disposizione sulla pagina web www.peacelink.it/tematiche/disarmo/u238/index.shtml. Contiene una serie di indicazione dettagliate su come fare per tutelare "i propri figli". L'associazione ha messo a disposizione in rete (www.peacelink.it) anche le mappe dettagliate dei bombardamenti in Kosovo, fornite dalla Nato alle Nazioni unite.

"E se fosse il benzene?"

 L'uranio impoverito potrebbe essere solo una "concausa" delle leucemie che stanno colpendo militari di ritorno dei Balcani. A causare tumori del sangue potrebbe essere infatti soprattutto il benzene usato per la pulizia delle armi. Lo ha spiegato ieri Corrado Testa, docente di radiologia applicata all'università di Urbino e membro della commissione scientifica sull'uranio impoverito. "Il benzene è chiaramente dannoso e provoca specificamente leucemie. In Italia l'industria calzaturiera, che lo utilizzava come solvente per sciogliere le colle, l'ha dovuto rimpiazzare. Certo, un soldato che ha lavorato per giorni interi a contatto con il benzene in un ambiente chiuso corre dei rischi molto forti", ha affermato il professore.



Commento: benzene, vaccini, virus-fantasma: e se fosse che ce li andiamo a intervistare, uno per uno, i creativi? All together now...