Il Manifesto
10 gennaio
I soldati greci: "Via dal Kosovo"
300 militari di Atene chiedono di tornare. Scontro nel governo
http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/10-Gennaio-2001/art12.htm
ARGIRIS PANAGOPOULOS - ATENE

 Un sergente greco che ha già la leucemia e quasi trecento soldati, uno su cinque della spedizione greca in Kosovo, che hanno chiesto l'immediato rimpatrio: ecco i due dati che hanno fatto letteralmente scoppiare il ministro della difesa greco Tzoxatzopoulos, il quale in mezzo a dure polemiche, ha ammesso che durante l'ultimo decennio la marina militare greca ha sparato almeno quarantamila proiettili all'uranio impoverito Phalanx 149-2 nel mare Egeo e nello Ionio. La tragedia umana comimciata con la crisi in Kosovo e i bombardamenti "umanitari" della Nato diventa ora una tragedia ecologica i cui danni dovremmo scoprire ancora, visto che l'esercito e l'aviazione militare non hanno ancora risposto all'appello di Tzoxatzopolulos sui chiarimenti relativi alle scorte di munizioni con l'uranio impoverito.

 Naturalmente i proiettili Phalanx 149-2 erano un "regalo" degli americani ai greci per esercitarsi ad affrontare gli alleati della Nato di Ankara, i turchi! Finora il ministero della difesa greco ha ammesso che il numero dei proiettili non superava i 50mila, mentre l'indagine ha alla fine compreso anche i micidiali elicotteri Apache, le cui mitragliatrici sono le stesse degli aerei A-10 che usano i proiettili all'uranio impoverito PGU-14/B.

 Intanto Tzoxatzoloulos, che ha cercato di nascondere il primo caso di leucemia tra i militari greci in Kosovo e in Bosnia, risponde no a qualsiasi richiesta di ritiro dei militari greci dal Kosovo prima della verifica delle indagini sul posto, mentre dall'Università di Xanthi i docenti univesritari di chimica e fisica che hanno partecipato alla ricerca "Focus" denunciano che avevano avvertito in tempo il ministero della difesa greco, ricordando che in Kosovo avevano constatato che in sei località che la Nato aveva permesso loro di controllare, avevano riscontrato nel territorio che la radioattività era 600 volte sopra la media accettabile per la salute degli umani (sic). Il fatto è che al gruppo "Focus" partecipavano scienziati dall'Austria, Grecia, Jugoslavia, Svizzera e Russia insieme con un rappresentante del ministero della difesa greco e che il rapporto redatto sulla base delle ricerche effettuate appena che erano finiti i bombardamenti sul Kosovo, è sparito misteriosamente nei corridoi del ministero della difesa poco prima che il contingente greco partisse per il Kossovo.

 Gli scienziati accusano il governo

 I docenti dell'Università di Xanthi però denunciano che avevano avvertito il ministero della difesa e le autorità competenti che dopo i bombardamenti sulla Jugoslavia di Milosevic, la diossina nell'aria si era quadruplicata rispetto agli stessi dati precedenti nella città greca di Xanthi, almeno quasi 1.500 kilometri lontana da Belgrado e da Pancevo.

 Il ministro della Difesa greco ha cercato all'inizio di nascondere che già dall'agosto scorso era stato ricoverato nell'"ospedale militare di Salonicco 424" il sergente Kopanos, il primo caso verificato di leucemia tra i greci che hanno partecipato alla spedizione in Bosnia nel 1997. E' in corso anche uno scontro intestino al governo.Tzoxatzopoulos - rappresenta l'anima populista dei socialisti del Pasok - ha cercato di respingere le accuse del ministro Laliotis, padre padrone del mattone in Grecia, e di Papandreu, figlio di Andreas e attuale ministro degli Esteri che gestisce a modo suo le difficili relazioni con la Turchia, che cercava di incolparlo per la decisione della spedizione dei militari greci in Kosovo. Per Tzoxatzopolos la decisione fu unanime, mentre rispondendo alla domanda se i militari volontari erano informati sui pericoli delle spedizioni in Bosnia, Kosovo e Albania, ha sostenuto che la Grecia era contro i bombardamenti della Nato e per questo ha avuto solo un ruolo "periferico" quando ha deciso di partecipare al corpo di spedizione dell'Alleanza atlantica.

 L'opposizione di centrodestra di Nuova Democrazia si è scatenata contro i socialisti al governo, ricordando che era contraria ai bombardamenti della Nato, mentre per il partito di coalizione di sinistra Synaspismos con il suo presidente Konstantopolulos ha chiesto il ritiro immediato del contingente, ed il suo eurodeputato Alavanos ha chiesto alla Commissione Europea di sapere chi è stato incaricato di proteggere la salute della popolazione civile in Kosovo ed in Jugoslavia contro i pericoli delle bombe all'uranio - visto che tutti si preoccupano solo dei contingenti militari. Dura la condanna contro il governo di Simitis e la Nato da parte dei comunisti ortodossi di Kke e del piccolo partito di socialisti Dhkki.