Il Manifesto
10 gennaio
Il Regno dell'uranio
http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/10-Gennaio-2001/

 La Nato si spacca sull'uranio impoverito. Mezza Europa chiede la moratoria, Stati uniti e Gran Bretagna la bloccano. La loro salda alleanza è cementata anche dal business nuclear-militare. Dominato negli Usa da una rete di società, con casa madre a Londra

 L'uranio impoverito non fa assolutamente male ma, se proprio insistono, anche i soldati della Gran Bretagna potranno fare i test sanitari. Lo ha deciso il governo Blair. Mentre mezza Europa mette il fila i propri soldati davanti al medico, Londra concede a fatica e dopo molte smentite una semplice visita volontaria.

 E sull'uranio si spacca anche parte la proposta di moratoria sulle munzioni all'uranio presentata dall'Italia e appoggiata da quasi tutti i paesi dell'Alleanza atlantica, dall'altra naturalmente gli Stati uniti in compagnia di un solo paese europeo: ancora una volta la Gran Bretagna.

 Perché Londra difende a spada tratta un'arma e un materiale che fa paura a tutti gli alleati? Ci sono molti motivi politico-militari, ma il primo fra tutti è rappresentato dal grande impero economico costruito sull'uranio da un caleidoscopio di società che appartengono, fra l'altro, allo stato britannico e al capitale americano.

 Nei consigli di amministrazione della rete societaria anglo-americana costruita sulle scorie del "metallo del disonore" c'è di tutto: un baronetto, il segretario privato della Thatcher, un ammiraglio, un ex ambasciatore Usa a Londra, il massimo consigliere militare di Reagan, un ex ministro della difesa e capo della Cia, uno del massimi templi della scienza americana (il Mit di Boston) e così via. Una rete estesa e articolata, che si aggiudica commesse militari e civili e dall'energia arriva alla difesa, rifornendo di materia prima le industrie che si incaricano di trasformare l'uranio in munizioni.

 L'Europa intanto si scalda, trecento soldati greci chiedono di essere ritirati dal Kosovo, un gruppo di scienziati italiani testimonia davanti alla commissione difesa della Camera e a quella esteri del Senato, presentando un dossier sull'uso dell'uranio nei Balcani. E Pekka Haavisto, il responsabile del gruppo di ricerca ambientale dell'Onu che sta analizzando gli effetti dei bombardamenti a base di uranio impoverito, dichiara al "manifesto": "In Kosovo ci sono ben dieci tonnellate di scorie tossiche in 112 siti. Bisogna approfondire quei casi di leucemia tra i soldati".