09 Gennaio 2001
Bando all'uranio
ITALIA I Ds: sì alla moratoria. E arrivano i risultati della commissione
http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/09-Gennaio-2001/art10.htm
A. MAS.

 Si riuniranno stamattina, a partire dalle 9,30, al ministero dell'Ambiente, i sette esperti della commissione tecnico-scientifica sull'inquinamento ambientale in Kosovo nominata lo scorso maggio dal governo. Di fronte avranno, in rappresentanza del ministero, il sottosegretario Valerio Calzolaio. Sul tavolo ci saranno i dati relativi alle analisi sui campioni di terreno, acqua e vegetazione prelevati in Kosovo e analizzati in diversi laboratori dai ricercatori dell'Anpa e dell'Enea. Già oggi potremmo saperne di più, dunque, sul livello di contaminazione nel settore italiano del Kosovo, quello in cui è finita la metà dei 31.500 proiettili sparati dagli aerei A-10 statunitensi. Secondo alcune indiscrezioni, diversi campioni sarebbero risultati radioattivi. Naturalmente, ora bisognerà accertare il livello di radioattività e l'estensione della contaminazione. Oggi dovremmo sapere anche se le mappe fornite dalla Nato lo scorso marzo erano esatte, visto che lo stesso sottosegretario all'ambiente Valerio Calzolaio aveva dichiarato qualche giorno fa al manifesto che i 31mila proiettili erano stati trovati in 90 siti e non nei 112 indicati dalla Nato e che, inoltre, alcuni dei siti sarebbero stati trovati in territorio serbo e non kosovaro.

 Già nei giorni scorsi un rapporto preliminare dell'Unep (il programma dell'Onu per i Balcani) aveva reso noto come, su undici siti presi in esame, ben otto erano risultati contaminati. Di questi, tre si trovavano nella zona sotto giurisdizione italiana, dove sono stati analizzati in tutto cinque siti: una ex caserma dell'esercito serbo, una zona in cui era stata bombardata una colonna dell'esercito serbo e un carro armato sventrato dai proiettili. I primi due nella zona di Djakova, il terzo in quella di Klina. Il team dell'Unep, composto da 14 scienziati di sette paesi (tra cui anche un tecnico italiano), grazie al finanziamento della Svizzera ha potuto girare il Kosovo dal 5 al 17 novembre scorso, visitando cinque siti nel settore italiano e sei in quello tedesco. Lì ha preso in esame edifici bombardati, carri armati distrutti e proiettili all'uranio impoverito. Portandosi dietro 340 campioni di acqua, vegetazione, proiettili e frammenti di uranio, poi analizzati nei laboratori dello Swedish radiation protection institute di Stoccolma, delll'Ac laboratorium-spiez svizzero, dell'università di Bristol, in Gran Bretagna, della Iaea di Seibersdorf, in Austria, e dell'Anpa di Roma.

 Sempre oggi, il presidente della commissione Difesa, Valdo Spini, dovrebbe formalizzare la sua proposta di istituire una indagine conoscitiva sul caso dei militari morti o ammalati dopo essere stati nei Balcani. Ieri, intanto, anche la segreteria nazionale dei Ds ha affrontato la questione uranio impoverito. Alla fine della riunione si è deciso di chiedere una moratoria dei proiettili radioattivi, "alla luce del 'principio di precauzione' affermato nel recente consiglio europeo di Nizza". In buona sostanza, il vertice diessino ha recepito quanto avevano chiesto i senatori Giangiacomo Migone e Tana de Zulueta, in attesa delle conclusioni del rapporto dell'Unep, previste per fine febbraio, e di quelle della commissione medica nominata dal governo. Già la prossima settimana la commissione guidata dall'ematologo Franco Mandelli dovrebbe far conoscere alcuni dati preliminari. Gli esperti stanno esaminando le cartelle cliniche delle 18 persone morte o ammalate dopo il ritorno da missioni nei Balcani, e verificando l'incidenza di tumori sulla popolazione, in particolare giovanile. Il dato di partenza, infatti, contenuto in tredici registri tumori esistenti in Italia, è che ogni 100mila persone nella fascia d'età tra i 20 e i 30 anni, in media 2,2 si ammalano ogni anno di leucemia, nove di linfomi e uno di melanoma. Sono cominciati, intanto, i controlli sui militari che sono stati nei Balcani, e l'Ics chiede che vengano estesi anche ai volontari delle Ong.