09 Gennaio 2001
Il Manifesto
Mucca pazza, governi pure
Blocchi delle strade in Francia, quasi crisi ministeriale in Germania, test a rilento in Italia
http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/09-Gennaio-2001/art17.htm
F. CO.

 In Italia si comincia faticosamente a eseguire i primi test di depistaggio della Bse, in Francia i produttori di carne bloccano le strade in segno di protesta, in Germania si insediano commissioni ad hoc per affrontare l'emergenza, se è lecito chiamarla ancora così. Insomma l'Europa continua a viaggiare in ordine sparso, nonostante i tentativi di omogeneizzare rischi, risposte sanitarie e politiche.

 Per dirla con le parole di un esponente socialdemocratico tedesco "è il caos totale". Il cancelliere Gerhard Schröder ha sì evitato le dimissioni di due suoi ministri, quella della sanità e quello dell'agricoltura, ma certo non riesce a zittire le critiche che gli piovono addosso tanto dall'opposizione che dalle stesse forze governative sulla gestione del problema mucca pazza. Ieri si è insediata una commissione speciale che dovrebbe quanto meno invertire la tendenza all'approssimazione, ma "è inutile aspettarsi chissà quali risultati a breve termine", ammette la stessa presidente della commissione, la cristiano democratica Hedda von Wedel. Quello che viene richiesto alla commissione speciale è di riuscire a sviluppare un migliore coordinamento tra i sedici Länder della Federazione e tra i due ministeri responsabili in materia. Finora in Germania sono stati identificati sette casi di encefalopatia spongiforme bovina negli ultimi due mesi, dopo che per lungo tempo il governo tedesco aveva rassicurato i propri cittadini sulla totale sicurezza delle carni autoctone.

 Anche il governo italiano, dopo aver provveduto in dicembre a istituire un commissario speciale per la mucca pazza, nella figura dell'on Alborghetti, adesso ha anche creato una "task force" di esperti al ministero della sanità, sotto la direzione del sottosegretario alla salute Ombretta Fumagalli Carulli. L'Italia resta per il momento ancora immune da casi di Bse, secondo molti a causa di una carenza di controlli. Di fatto i test, pur fra mille difficoltà di costi e di organizzazione sono iniziati e finora l'esito delle analisi, 253, eseguite in Emilia Romagna è negativo. Questa regione, che assieme alla Lombardia, macella oltre il 70% dei capi italiani, dovrebbe riuscire a eseguire nel mese corrente circa 200 test giornalieri, con l'obiettivo di entrare a regime entro venti giorni, e quindi di riuscire a testare tutte le bestie di età superiore ai 30 mesi. Secondo la direttiva europea, gli animali non testati di età superiore ai 30 mesi, non potranno essere macellati né venduti, dovranno al contrario uscire dalla catena alimentare. Una misura di sicurezza opportuna quanto, evidentemente, costosissima per i produttori di carne.

 Tanto che in Francia questi ultimi hanno deciso si passare alla maniere forti, in mancanza di rassicurazioni concrete da parte del governo su modi e tempi del risarcimento economico. Lunedì sono state bloccate per ore le strade attorno a Parigi, Lione, Bordeaux e Rennes: tra 500 e 600 camion e oltre mille persone hanno interrotto il traffico sulle autostrade. I lavoratori dei mattatoi dal canto loro hanno annunciato scioperi a partire dalla prossima settimana se le loro richieste di compensazioni delle perdite non saranno soddisfatte.